sabato, 20 Aprile 2024

Costume & Società

Home Costume & Società Pagina 775
Notizie e tendenze sulla società, sul costume, sull’opinione pubblica e sul cambiamento generazionale

Segreti potteriani tutti i gusti più uno

Credit: harrypotter.wikia.com

Da quando abbiamo iniziato a far parte del mondo di Harry Potter, tanti anni fa, non riusciamo più a farne a meno. Anche perché la storia di HP non si è veramente conclusa né con i 7 libri, né tanto meno con i film: i fan sfegatati del maghetto di Hogwards si interrogano ancora su alcuni segreti rimasti irrisolti a cui l’autrice della saga, J.K.Rowling, nel corso degli anni ha tentato di rispondere.
Ecco per voi alcune cosa da sapere assolutamente su Harry Potter, che sono state rivelate soltanto alla fine.

Albus Silente era gay

Questa scoperta shock è stata rivelata quando un fan ha avuto l’occasione di chiedere alla Rowling se Silente, nel corso della storia, fosse mai stato innamorato. La risposta fu piuttosto inaspettata. L’autrice ha infatti dichiarato di aver sempre pensato a Silente come omosessuale, svelando come l’unico vero amore del preside di Hogwarts fosse il suo migliore amico (e mago oscuro) Gellert Grindelwald. Ancora non sappiamo se l’amore fosse ricambiato.

La relazione tra Hermione e Ron è stata uno “sbaglio”

La Rowling ha confessato che la coppia Ron-Hermion sia stato un errore. La relazione è stata concepita per “motivi molto personali” dell’autrice, e non perché fossero una coppia particolarmente credibile. “I wrote the Hermione/Ron relationship as a form of wish fulfillment – ha detto la Rowling – That’s how it was conceived, really. For reasons that have very little to do with literature and far more to do with me clinging to the plot as I first imagined it, Hermione ended up with Ron”.

Harry e Voldemort sono parenti

Gli attenti lettori questo lo sapranno sicuramente. Due su tre dei Doni della Morte sono stati tramandati di generazione in generazione fino a raggiungere Harry Potter e Lord Voldemort. Il mago dei Grifondoro ha ereditato il Mantello dell’Invisibilità, mentre Tom Riddle la Pietra della Resurrezione, per questo sembra ragionevole supporre che i due maghi possano aver condiviso un antenato in comune. Inoltre, la stessa J.K.Rowling ha confermato: “quasi tutte le famiglie di maghi purosangue sono correlate se si guarda indietro nei secoli”.

Harry e Dudley hanno fatto pace

L’infanzia burrascosa dei due è piuttosto nota, ma, sebbene la frase più gentile che l’odiato cugino abbia detto sia stata “Io non credo che tu sia uno spreco di spazio”, Harry e Dudley potrebbero aver fatto pace.

Harry e Ron non si diplomano

I primi anni, Harry e Ron, hanno passato il loro tempo a copiare compiti di Hermione, ma, una volta sconfitto Voldemort, i due maghi non sono tornati ad Hogwarts per l’ultimo anno di scuola. L’unica di loro tre che riesce a diplomarsi, a prendere parte alla tradizionale cerimonia del diploma sul lago di Hogwarts, è Hermione.

Harry, Ron ed Hermione vengono immortalati sulle figurine delle rane di cioccolato

Grazie a tutte le imprese eroiche di cui sono stati i protagonisti, i tre maghi sono stati ricompensati con figurine commemorative inserite all’interno delle rane di cioccolato. E, così come per Silente, anche Ron lo considera uno dei più grandi successi della sua via.

Troppo stress? Può anche essere positivo

stress

Batticuore, mani sudate, respiro affannoso. Sono tutti sintomi di ansia e stress, il male del nuovo millennio. Qualcosa che abbiamo sempre classificato come dannoso per noi e da combattere. Un recente sondaggio svolto in Gran Bretagna infatti ha evidenziato come circa il 44% della popolazione è stressata e il 25% delle malattie sono legate a disturbi da stress e depressione. Inoltre lo stress fa aumentare notevolmente il rischio di contrarre qualsiasi altra malattia, dal raffreddore ai problemi cardiaci perché riduce le difese umanitarie del nostro organismo. È dimostrato che lo stress è poi causa di problemi sessuali e di coppia. Tutto da buttare quindi? Non sarebbe proprio così e lo stress può anche diventare un vantaggio.

Questo almeno è quello che racconta lo psicologo dell’Università di Stanford Kelly McGonigal nel suo ultimo libro. Lo stress sarebbe più vittima che colpevole. I sintomi che il nostro corpo produce quando siamo stressati, come sudorazione eccessiva o batticuore non indicano difficoltà nel vivere le situazioni attuali ma in realtà ci preparano ad affrontare meglio le paure e le ansie che ci aspettano. Secondo McGonial dobbiamo prima di tutto cambiare l’approccio con cui siamo abituati ad affrontare lo stress e questo evitando per esempio soluzioni drastiche come anni e anni di terapia. La chiave è modificare il nostro modo di pensare, trasformando la paura in coraggio.

Il punto di partenza è stato uno studio americano che ha monitorato 30.000 adulti per 8 anni, inizialmente le domande sottoposte erano state le seguenti: “pensi di essere stressato?” e “credi che lo stress sia dannoso per la salute?”. Dopo questa prima analisi si è proceduto nel verificare le effettive condizioni di salute dopo diversi anni e si è scoperto una fondamentale distinzione tra chi aveva dichiarato di essere molto stressato e che questo stress poteva essere causa di problemi e chi invece dichiarava che pure essendo stressato questo non significava per forza affrontare malattie. Il primo gruppo è risultato avere il 40% di probabilità in più di morire rispetto al secondo gruppo, ma non solo, la cosa ancora più sorprendente è che chi dichiara di non essere preoccupato dallo stress è anche più in salute di chi invece non si dichiara per nulla stressato.

La conclusione dello studio è che tutto dipende in fondo da come si affrontano le situazioni, mai farsi scoraggiare da stress, ansia e stanchezza ma affrontarle con positività è l’atteggiamento giusto per trasformare i problemi in opportunità.

Tutta la verità sulla prima notte di nozze

Le aspettative per la prima notte di nozze sono sempre alte: l’obiettivo è naturalmente quello di trascorrere la più focosa delle notti, possibilmente in una delle più belle camere di sempre. Una prospettiva realizzabile, certo, se solo si riuscissero a tenere gli occhi aperti alla fine di una giornata talmente stancante.

Spesso il nervosismo e lo stress possono indurre a un digiuno protratto nell’arco di tutta la giornata: un piccolo particolare che potrebbe portare i due sposini a sentirsi talmente affamati da ordinare cibo cinese e “consumare” durante l’attesa della consegna a domicilio, per poi addormentarsi dopo mangiato davanti a un film. Un classico, insomma.

Ma quanti sono gli imprevisti che potrebbero verificarsi proprio quella notte? C’è anche chi ha passato la notte a sfilare l’infinità di forcine dall’acconciatura della neo-sposa, o chi ha dormito in letti separati a causa di un errore di prenotazione, chi ha avuto soltanto il tempo – e quanto! – di slacciare i duecento bottoni dello scomodissimo abito della moglie in lacrime, chi ubriaca fradicia ha confessato di non indossare le mutandine proprio davanti alla madre, chi – sfortuna delle sfortune – è stata colta dal ciclo proprio mentre era in chiesa. Per non parlare di chi è stata presa da attacchi di vomito e diarrea subito arrivata all’albergo della propria luna di miele: ma rendersi conto che a reggerti i capelli indietro è proprio l’uomo che hai sposato non può che darti la consapevolezza che, nonostante qualcosa sia andato decisamente storto, il resto della vita non lo farà di certo.

La disoccupazione? È anche un problema di sovrappeso

Le persone in sovrappeso sono considerate poco desiderabili dai loro potenziali datori di lavoro, agli occhi dei quali esse appaiono meno produttive e operose: a rivelarlo è un sondaggio condotto nell’ambito dell’assunzione di professionisti nel settore delle risorse umane, in cui più della metà degli intervistati ha ammesso di trovare l’obesità una caratteristica poco piacevole, indice tanto della personalità quanto dell’etica lavorativa del candidato. Il sondaggio è scaturito da una precedente ricerca statunitense da cui è emerso che le persone obese sarebbero meno capaci sul posto di lavoro e più inclini a incidenti.

I ricercatori della Virginia Tech e dell’Università di Buffalo hanno calcolato quanto tempo impiegassero persone di varia stazza nello svolgere un dato incarico e i soggetti obesi sono risultati avere in media il 40% di resistenza in meno: uno studio messo a punto subito dopo il caso di Karsten Kaltoft v Billund Kommune in Danimarca, una baby-sitter obesa che è stata licenziata perché incapace di abbassarsi per allacciare i lacci delle scarpe ai bambini a cui badava, in cui si è ritenuto che l’obesità andasse considerata come un handicap.

Attraverso questo nuovo sondaggio, l’avvocato Thomas Mansfield ha voluto misurare il livello di demonizzazione che si raggiunge nei confronti delle persone obese durante i colloqui di assunzione: i risultati hanno mostrato che in presenza di due candidati con requisiti identici, l’uno obeso e l’altro no, più della metà dei datori di lavoro ha preferito assumere quello “normale”. Più di un terzo dei responsabili all’assunzione ha inoltre confessato di avere difficoltà a giudicare in maniera imparziale candidati in sovrappeso, mentre il 56% dei partecipanti al sondaggio ha affermato di vedere nell’obesità un indice della personalità e della potenziale prestazione del candidato.

Considerato che il numero di adulti obesi al livello mondiale nel 2013 ha superato i 2 miliardi, i risultati del sondaggio sembrano suggerire che i datori di lavoro tendano a privarsi di persone in sovrappeso seppure talentuose a causa di un vero e proprio pregiudizio discriminatorio: i dati, difatti, mostrano chiaramente che durante il colloquio d’assunzione lo stereotipo dell’obesità influisce negativamente nella scelta del candidato, portando il datore di lavoro a scartare quello effettivamente più qualificato solo perché in sovrappeso. Un esito sconcertante che mette in luce quanto la discriminazione in base al peso continui a penalizzare delle persone che soffrono di problemi non di certo auto-inflitti, ma di vere e proprie disfunzioni patologiche.