giovedì, 25 Aprile 2024

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Latte: fa più bene intero o scremato?

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Non si sa veramente se il latte faccia bene o meno: sono tanti gli studi che si occupano di delineare un profilo ‘coerente’ di quello che è considerato uno degli alimenti più importanti per la crescita umana. Non a caso si tratta del prodotto ‘indicato’ e maggiormente consumato dai bambini di tutto il mondo ma che vede ogni anno un cospicuo aumento del numero di chi fatica ad assumerlo perché intollerante.
Tom Vilsack, segretario al ministero dell’agricoltura degli Stati Uniti d’America, questa settimana ha illustrato davanti alla Commissione agricoltura della Camera le linee guida dei prossimi Dietary Guidelines.

Il dibattito che lo tiene impegnato dentro e fuori dal Campidoglio verte sui benefici del latte a basso contenuto di grassi: secondo alcuni studi pare che i suoi pregi siano davvero significativi in termini di nutrizione.
Le linee guida che riguardano la corretta alimentazione vengono aggiornate ogni 5 anni e vengono rilasciate dal Dipartimento di Salute e Servizi Umani e dal Department of Agriculture (USDA). Essi prevedono una dieta a base di verdure, frutta, cereali integrali, legumi, noci, frutti di mare e prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di grassi.
Ma non ci sono prove definitive che dimostrino che il latte magro è una scelta alimentare sana. Infatti un numero crescente di indizi sembra indicare che il latte intero grasso potrebbe essere una scelta migliore.

Il latte scremato, ovvero quello a basso contenuto di grassi, e quello intero sono entrambi trattati allo stesso modo negli Stati Uniti. La crema viene separata dal siero e poi nuovamente aggiunta in quantità diverse a seconda che si tratti di intero o scremato. I tipi di latte a basso contenuto di grassi possono contenere circa l’1% o 2% di grassi, mentre il latte intero contiene 3,25% di grassi. Di contro il latte intero ‘grasso’ contiene meno carboidrati rispetto a quello scremato perché più del suo volume si compone di grassi, che a sua volta non contengono lattosio. Secondo gli studi pare anche che abbia leggermente meno proteine. Qual è, dunque, la scelta migliore?

Ricette pesce facili: polpettine di granchio e salsa tartara

Ricette pesce facili

Ricette pesce facili: cosa c’è di meglio delle saporite polpettine di granchio? Magari accompagnate da un’ottima salsetta.

Oggi ricettine facili facili, qualcosa di veloce ideale sia per pranzo che per cena.

L’idea delle polpette di granchio mi è venuta grazie ad un anime in cui la protagonista riceve un granchio surgelato a casa e decide di prepararle.

Non potevo non provarle!

Ricette pesce facili: polpettine di granchio

Ingredienti:

  • 2 confezioni di surimi
  • 10 fette di pan carrè
  • 1 uovo
  • porro qb
  • latte qb
  • pepe qb
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato
  • olio per friggere
  • pane grattugiato

Procedimento

Per prima cosa facciamo scongelare il surimi in acqua calda.

Priviamo il pan carrè delle coste ed affettiamo in piccoli pezzi la mollica. Poniamola in un insalatiere capiente.

Affettiamo il surimi ed uniamolo al pan carrè. Aggiungiamo l’uovo, un pizzico di pepe ed il prezzemolo. Affettiamo un pezzetto di porro ed uniamolo agli altri ingredienti.

Versiamo poco latte ed andiamo a frullare con il minimpimer. Se il composto è troppo asciutto aggiungiamo latte.

Mettiamo la padella con l’olio sul fuoco.

Con le mani bagnate andiamo a formare tante piccole palline (grandi come noci, che rotoliamo nel pangrattato. Le friggiamo finché diventano ben dorate e le adagiamo su carta assorbente.

Ricette pesce facili: salsa tartara

Ingredienti:

  • un quarto di cipolla bianca
  • 4 cetriolini
  • 2 cucchiai di senape
  • 200 gr di maionese
  • 1 cucchiaio di prezzemolo tritato

Procedimento

Versiamo gli ingredienti nel boccale del frullatore ed andiamo a frullare finché non otteniamo una salsa morbida.

E’ una salsina che si sposa molto bene con le mie polpettine di granchio. Se invece preferite qualcosa di meno complicato, accompagnatele con della semplice maionese o solo con la senape, a piacere vostro.

Che profumino! Sono pronte!

http://116.203.40.97/seppia-ricetta-saporita-con-troccoli-90681.html

Il ritorno di fiamma della cucina

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Con il proliferare dei vari programmi di cucina su diversi canali tv del digitale, ecco che l’antica arte culinaria ha ripreso grande vigore e importanza nel nostro Paese. Sperimentare nuovi piatti, scoprire ricette diverse e aggiornarsi costantemente su nuove tendenze sta diventando un trend seguito non solo dalle casalinghe, come poteva essere un tempo, ma anche da chi si appassiona al modo di cucinare un buon piatto. Chi meglio dell’Italia d’altronde può incarnare il ruolo di portavoce del buon cibo in giro per il mondo? Probabilmente nessuno, e allora cerchiamo in questo articolo di scoprire meglio quali sono gli aspetti fondamentali che non possono proprio mancare. Quali sono cioè quegli elementi imprescindibili che ogni italiano dovrebbe necessariamente custodire nella propria cucina.

Che voi siate alle prime armi o già ben attrezzati tra i fornelli, è bene che non dimentichiate nessuno di questi strumenti del mestiere. In questo articolo andremo ad analizzarli insieme, ma intanto per farvi un’idea accurata potete consultare qui la categoria di accessori da cucina di Livingo.

Utensili da cucina, ecco quelli davvero indispensabili

La cucina è un mondo a sé, che nasconde e custodisce tanti piccoli segreti e migliaia di sfaccettature. Stabilire quali siano gli elementi che davvero non possono mancare dipende in realtà da più fattori: il tipo di manualità che abbiamo, i piatti che vogliamo realizzare e anche la fantasia di cui siamo dotati. In generale però ci sono degli oggetti che risultano sempre di importanza capitale. Parliamo ad esempio dei mestoli: di diverse dimensioni e con differenti funzioni a seconda dei piatti che cuciniamo, questi oggetti costituiscono il punto cardine di ogni cucina che si rispetti.

Non possiamo infatti mai rischiare che i nostri cibi si “attacchino” come la colla o non si cucinino bene solo perchè non abbiamo i giusti strumenti per girarli. E se i mestoli sono alla base, ancora più alla base, se possibile ci sono i coltelli. Anche qui ce ne sono di diversi tipi ed è bene munirsi di un buon set per avere la possibilità di tagliare bene tutto ciò che ci serve. Come non menzionare poi un buon frullatore elettrico, assolutamente necessario per qualsiasi tipo di impasto, che sia dolce o salato. Anche con i frullatori si possono svolgere molte funzioni a seconda delle esigenze, ma intanto è bene fornirsene per aumentare il range di piatti a nostra disposizione. Un altro utensile spesso sottovalutato, ma che invece ci permette di risparmiare moltissimo tempo e di fare un buon lavoro, è lo sbucciatore. Carote, patate, frutta: ogni cibo che ha una buccia ha bisogno di tempo per essere cucinato; con questo strumento ne risparmiamo parecchio nella fase di preparazione e avremo anche molta precisione nella presentazione e cura dei nostri piatti. Abbiamo detto dei coltelli, utili sopratutto per far fronte ai diversi tipi di carne. Come non menzionare dunque, di conseguenza, anche il tritacarne, che ci permetterà la composizione di piatti come fettine, polpette e altri tagli con grande immediatezza e con buona pace di vegetariani e vegani.

Sbizzarrirsi in cucina, festeggiare a tavola

In questo articolo abbiamo analizzato solo alcuni tra gli elementi più importanti da utilizzare in cucina. La lista potrebbe allungarsi oltremodo, laddove aumentassero le vostre capacità e la volontà di mettersi sempre alla prova tra i fornelli. D’altronde cucinare bene è un gesto nobile, che soddisfa il nostro palato e quello di chi ci sta vicino, ma soprattutto che dà gioia e soddisfazione nella vita di tutti i giorni.

Carne italiana: meno pericolosa delle altre?

L’allarme ufficiale è ormai stato lanciato: la carne rossa e le carni lavorate come i salumi e gli insaccati, se consumate in quantità smodate, possono provocare il cancro. Le più pericolose per la Iarc (l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sui Tumori dell’Organizzazione Mondiale della Sanità), a quanto pare, sono proprio le carni sottoposte a procedimenti di salatura e affumicatura, come prosciutti, pancette, salsicce, carni inscatolate: consumarne 50 grammi al giorno, infatti, aumenterebbe il rischio di sviluppare tumori del 18%. La carne rossa, invece, è stata classificata come ‘probabilmente pericolosa’: una porzione quotidiana di carne rossa da 100 grammi potrebbe far aumentare le possibilità di contrarre il cancro (a colon, pancreas, prostata) del 17%.

Delle informazioni sconcertanti soprattutto se incrociate con i dati della FAO, secondo i quali il consumo di carni nel mondo, lungi dal ridursi al di sotto della soglia massima consigliata di 300 grammi alla settimana, è andato a incrementarsi al livello internazionale, con Sudamerica, Africa settentrionale e orientale e Asia orientale in vetta alla classifica dei più carnivori del mondo: soltanto in Asia orientale, nel 2015 i chili di carne consumati pro capite sono passati da 8,7 che erano negli anni ’70 a ben 50. E la media complessiva nel mondo non è di certo rassicurante: sono stati stimati, infatti, oltre 41 chili di carne pro capite consumati ogni anno.

I meno carnivori, invece, sono i Paesi in via di sviluppo come Ghana, Mozambico, Tanzania e Zambia, insieme con India, Bangladesh ed Etiopia dove, per ragioni legate a cultura e religione locali, non si superano i 4 chili di carne pro capite nell’arco di un anno. Seguono l’Argentina con 86,6 chili, gli Stati Uniti con 90 chili e l’Australia con 90,2 chili. In Europa, invece, la media è di 64,8 chili di carne all’anno.

E in Italia? La situazione non è di certo rassicurante: secondo i dati raccolti dal Wwf, il consumo di carne sarebbe aumentato di più del 190%, gli italiani sarebbero passati, cioè, dai 31 chili consumati negli anni ’60 ai 190 chili procapite nel 2011. La carne è diventata, perciò, la fonte di oltre il 40% delle proteine assunte dai nostri conterranei. E a fronte di una richiesta così ingente, anche la produzione mondiale di carne è aumentata a dismisura: i capi allevati, tra suini, bovini, ovini, pollame, ecc., sono all’oggi quasi 27 miliardi.

Frattanto, la Coldiretti si è prodigata nel tentativo di difendere le carni italiane, specificando quanto esse siano più sane delle altre perché non trattate con ormoni come nel resto del mondo: la prova, dicono, sta tutta nella longevità della popolazione italiana che in genere supera l’ottantina d’anni. Inoltre, proseguono, non si tiene conto del fatto che la maggioranza dei prodotti sotto accusa sono pietanze che, come hot dog e bacon, non fanno parte dell’alimentazione italiana. E come potrebbe un etto di crudo di Parma corrispondere a una quarantina di sigarette?