giovedì, 18 Aprile 2024

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Proposte dal mondo del cibo: ristorazione, dieta, ricette e cucina

La bevanda per recuperare le energie e depurarsi (RICETTA)

Spesso ricorriamo ad integratori alimentari per recuperare le energie in periodi particolarmente stressanti, ma non prestiamo attenzione agli alimenti che contengono le stesse energie, e molte molte altre proprietà. È il caso dell’ananas e lo zenzero, due alimenti ricchi di benefici e privi di controindicazioni. L’ananas facilità le funzioni digestive, e secondo alcuni studi è anche in grado di facilitare il metabolismo dei grassi e, in effetti, le fibre contenute nella polpa del frutto sono in grado, a livello intestinale, di contrastare l’assorbimento dei lipidi. È in grado di ridurre l’artrite, l’ipertensione e rafforzare le ossa, migliora anche la salute dei nostri denti e degli occhi ed è un perfetto alleato contro raffreddore e tosse.

Lo zenzero a sua volta ha gli stessi benefici dell’ananas ma in più contrasta il diabete e la nausea, e per le donne sofferenti durante il ciclo, lo questo può essere un valido rimedia naturale.

Ecco perché una bevanda a base di ananas e zenzero è un vero e proprio toccasana da non perdere per recuperare le energie, depurarsi dalle tossini e riprendere a pieno ritmo la vostra quotidianità più forti che mai.

Ingredienti

1/2 ananas matura
4 fette i zenzero fresco
3 lime
sciroppo di agave o miele di acacia o stevia
foglie di menta per guarnire
ghiaccio a piacere

Procedimento

Private la mezza ananas completamente dalla buccia cercando di eliminare tutti gli “occhietti”.
Tagliatela a pezzi e inseritela nella centrifuga. Tagliate e sbucciate lo zenzero a questo punto, per inserire anche questo nella centrifuga.
Tagliate a metà e spremete i tre lime ed aggiungeteli al resto del succo.
Dolcificate il vostro succo con dello sciroppo di agave, del miele oppure se avete a disposizione della stevia.
Decorate il tuo succo con foglioline di menta e servite con qualche cubetto di ghiaccio.

Perfetto per una bevanda fresca nei pomeriggi afosi d’estate ma anche come bevanda depurativa a prima mattina per iniziare la giornata con lo sprint giusto. Provare per credere.

Dinner in the sky: a Londra si cena tra le nuvole

È prevista per il 21 settembre l’apertura del nuovo Dinner in the sky a Londra, ristorante dell’omonima catena d’origine belga che ospita i suoi clienti letteralmente en plein air: sedute a un grande tavolo sospeso in aria a 30 metri d’altezza grazie a una gru, le persone potranno godersi il panorama londinese da una prospettiva decisamente eccitante – a meno che non soffrano di vertigini, ovviamente.

Il tavolo per i commensali è circondato da seggiolini simili a quelli da montagne russe e al centro dispone di una piattaforma su cui è adagiato un forno. I tre camerieri e la chef, Anna Hansen, si prenderanno cura della propria clientela in imbracature di sicurezza su di una struttura del peso approssimativo di sette tonnellate il cui unico riparo dalle intemperie sarà un sottile tettuccio in plastica trasparente.

Il ristorante sospeso in aria, nato in Belgio all’incirca dieci anni fa, era apparso già in Gran Bretagna ma solo in occasione di particolari manifestazioni: questa è la prima volta che apre effettivamente al pubblico, che dovrà sborsare più di 310 euro per poter consumare una cena di appena un’ora, sebbene preparata da grandi talenti culinari come Atul Kochhar e Alyn Williams. E nonostante le svariate scomodità, pare proprio che sia già tutto prenotato.

È fatto, inoltre, divieto assoluto di indossare scarpe slacciate e alle donne incinte non è permesso di salire a bordo: ogni cena consumata sul Dinner in the sky, del resto, è coperta da un’assicurazione di responsabilità pubblica di oltre 12 milioni e mezzo di euro.

Situato nella zona est di Londra, il ristorante “volante” offrirà ai suoi clienti la visione impressionante del complesso dei Docklands, dell’O2 Arena, delle navi attraccate a Greenwich: eppure, mentre si sta seduti sospesi nel vuoto quanto sarà naturale potersi godere il pasto? Per quanto salmone affumicato al tè con salsa yuzu hollandaise potranno servirci siamo proprio sicuri che la digestione non ne avrà a risentire? Un’esperienza da provare di sicuro, ma solo per impavidi stomaci amanti delle altezze.

Il vero gelato artigianale

credits: www.nonsprecare.it

Durante la bella stagione, il gelato è uno dei cibi più apprezzati, grazie a quella sensazione di freschezza e sollievo che ci dà rispetto le alte temperature che caratterizzano l’estate.
Non sempre però il gelato che ci vendono nei bar e nelle gelaterie corrisponde al vero gelato artigianale, quello lavorato personalmente con l’utilizzo di materie prime di qualità.

Secondo un’indagine telefonica condotta da Periscope per Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari) riguardo il gelato artigianale, che ha coinvolto gelatai in ogni angolo d’Italia, il 65% di loro ha ammesso di utilizzare basi per gelato: un mix composto da emulsionanti e stabilizzanti che servono per garantire la consistenza cremosa e non farlo sciogliere subito.

Occorre però distinguere i casi, tutto infatti è relativo e dipende dalla composizione di queste basi e dalla grammatura: più semplice e bassa è, migliore è la qualità del gelato. Nel dettaglio, nel caso di basi a bassa grammatura è il gelataio ad aggiungere la maggior parte degli ingredienti facendo la differenza anche nella scelta di questi ultimi, prediligendo quelli freschi come il latte per esempio, al posto di quello UHT, la panna o le uova; il gelato ha un gusto migliore.
Le basi ad alta grammatura invece sono praticamente un gelato semipronto, al quale il gelataio deve solo aggiungere acqua e il gioco è fatto.

Normalmente le basi compongono circa il 10% di un gelato fresco. Il resto ce lo mette il gelatiere” ha spiegato al National Geographic Fabrizio Osti, tecnologo alimentare e presidente di Aiipa gruppo prodotti per gelato. “Molti gelatieri si fanno preparare dalle industrie (che sono quasi sempre piccole-medie imprese) delle basi personalizzate, fornendo loro precise ricette da eseguire“.

Come fare allora per riconoscere un vero gelato artigianale?

1. Gelato troppo lucido

Un gelato troppo lucido contiene un eccesso di grassi e/o zuccheri. I grassi in particolare, hanno un potere anticongelante quindi tendono a sciogliere il gelato in superficie conferendogli eccessiva lucidità.

2. Ruvidità

Il buon gelato artigianale deve incamerare aria perché l’aria dona cremosità all’impasto. Una trama ruvida è segnale di presenza di una buona quantità di aria nel gelato quindi va bene.

3. Onde enormi di gelato

credits: www.ilfattoalimentare.it
credits: www.ilfattoalimentare.it

Le grandiose onde di gelato, che si innalzano nelle vetrine, enormi e immobili, sono totalmente innaturali, sarà sicuramente gelato chimico; un gelato artigianale vero, infatti, non potrebbe tenere questa forma sopra la linea del freddo (la vaschetta) senza sciogliersi; richiede dunque un uso massiccio di addensanti chimici.

4. La sete

Un buon gelato non deve stimolare un’immediata sensazione di sete, altrimenti significa che contiene una eccessiva dose di grassi o zuccheri, responsabili della sensazione di sete. I grassi in particolare stimolano il desiderio di bibite gasate, per la sensazione sgrassante delle bollicine.

5. Frammenti di ghiaccio

I frammenti di ghiaccio indicano un gelato vecchio, non ben conservato, riutilizzato, ri-mantecato, non abbattuto correttamente.

Ritorno al futuro day: per l’occasione arriva la Pepsi Perfect

photo credits: wired

Sono passati trent’anni dal 1985, anno in cui nelle sale usciva il primo film di una saga che ha appassionato generazioni. Una saga che ha saputo unire comicità e fantascienza ottenendo un successo inaspettato e senza tempo.
La trilogia che ha unito i gusti di genitori e figli è ricca di curiosità, chicche e particolarità che la rendono unica agli occhi di appassionati e non.

Chi conosce scene e battute dei tre film a memoria, ricorderà che il 21 ottobre del 2015 è un giorno di fondamentale importanza per la trama generale di Ritorno al Futuro.
In questa data, sempre cinematograficamente parlando, il goffo e sfigato Marty atterra in quello che, all’epoca, era il futuro. Affamato e assetato entra in un pub per ordinare qualcosa e in mezzo a tutto quel guazzabuglio moderno, riesce ad ordinare solo una Pepsi.
La Pepsi che si vede servire da un tavolo del locale in maniera robotica, però, ha una forma particolare e futuristica.
La struttura della bottiglia, infatti, è allungata e il logo cerca di rappresentare il più possibile una grafica in stile 2000. Il risultato è chiaramente anni 80, tuttavia trent’anni fa risultava nuovo e premonitore.

redit: monkeysfightingrobots.com
redit: monkeysfightingrobots.com

A poche ore dal tanto atteso 21 ottobre 2015, scopriamo che la compagnia della bevanda Pepsi ha deciso di vendere davvero la versione del futuro della famosa bibita.
Da domani, infatti, sul sito internet della Pepsi Cola saranno disponibili 6500 pezzi della Pepsi servita a Marty McFly, al prezzo di 20,15 dollari.

E voi, aspetterete la mezzanotte incollati al pc per comperare un esemplare di Pepsi Perfect e festeggiare così il Ritorno al Futuro Day?