venerdì, 22 Settembre 2023

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E se i cartoni animati parlassero il dialetto romano? (INTERVISTA)

Credits: Facebook

Immaginate Holly e Benji, Lady Oscar e Frozen catapultati nella Roma di oggi, alle prese con code sul Raccordo, con il traffico quotidiano o semplicemente con lo stress cittadino che ogni giorno si respira nella Capitale. Ci hanno pensato Andrea, Cristina, Simone e Valerio a trovare la soluzione. Il risultato è una pagina divertentissima su Facebook dal titolo “Cartoni animati alla romana”, che vede protagonisti i nostri personaggi dell’infanzia trasformati nei più espliciti romani ‘de Roma’.

Noi Blog di Lifestyle abbiamo intervistato questi simpatici quatto amministratori che ci hanno svelato qualche curiosità sulla pagina dei record che in pochi giorni ha raggiunto i 30 mila ‘mi piace’, raccontandoci nostalgie di quei mitici cartoni animati con cui tutti siamo cresciuti.

Ciao ragazzi, vi presentate ai lettori di Blog di Lifestyle?
Ciao a tutti i lettori di “Blog di LifeStyle”! Siamo Andrea, Cristina, Simone e Valerio, quattro bei trentenni brizzolati (ovviamente tranne Cristina) di Roma, amministratori e ideatori della pagina FB “Cartoni Animati alla Romana”.

Come è nata l’idea di creare questa pagina che fonde il dialetto romano con i cartoni animati?
L’idea è nata durante una cena a trastevere tra un bicchiere di vino e una carbonara. Nel bel mezzo della cena ci sono tornati in mente i meravigliosi anni ’80 e tutti i vari cartoni che hanno accompagnato la nostra infanzia. È proprio a questo punto che, ricordando le mitiche e interminabili “sgroppate” di Holly e Benji, abbiamo pensato di associare il dialetto romano ai cartoni animati. Così il giorno successivo è nata la pagina Facebook.

Le cifre parlano chiaro: siete attivi da poco e avete raggiunto già quota 48 mila like su Facebook. Qual è il segreto del vostro successo?
Ci teniamo a precisare che è assolutamente un successo inaspettato, la pagina in pochi giorni ha raggiunto 30.000 fans e per noi è stato un risultato incredibile. Alla base c’è sicuramente la nostra spontaneità associata al dialetto e ai luoghi comuni della vita quotidiana.

Non tutti i fan della vostra pagina sono romani di Roma. Vi è capitato di dover spiegare le vostre divertenti parodie alle persone che non riuscivano a capire le parole?
Qualcuno si. Ad esempio in una vignetta abbiamo inserito la parola “pipinara” la quale ha suscitato dubbi e perplessità in alcuni dei nostri sostenitori. Fortunatamente però abbiamo dei fans molto attivi che interagiscono tra di loro e sono riusciti a spiegare il significato italiano della parola! Per chi non lo sapesse “pipinara” vuol dire caos/confusione!

C’è anche un po’ di nostalgia rivedendo questi cartoni animati anni ’80 nella vostra pagina. Avete qualche ricordo particolare legato a un personaggio della vostra infanzia?
Assolutamente. Per noi ragazzi c’è forte nostalgia dei mitici “Holly e Benji”, dove per vedere la fine di una partita dovevi aspettare almeno dodici puntate! Per Cristina invece, “L’incantevole Creamy” con il suo parimpampum, Georgie e quel bonazzo di suo fratello.

Secondo voi, cosa accadrebbe se nella realtà i personaggi dei cartoni si trovassero tutti i giorni a dover far fronte al caos cittadino di Roma?
Bella domanda! Gli vogliamo proprio male a questi poveri cartoni! Comunque diventerebbero sicuramente come noi, brizzolati a 30 anni, arrabbiati e soprattutto imparerebbero le parolacce in dialetto romano!

Salutateci con qualche parola in dialetto romano (ovviamente!).
Prima di salutare vogliamo ringraziare tutti i nostri fans che ci inviano messaggi stupendi tutti i giorni, grazie davvero di cuore a tutti! per concludere, come direbbe la nostra amata Biancaneve alla Romana, “Ciaone a tutti” e mi raccomando veniteci a trovare numerosi sulla nostra pagina FB “Cartoni animati alla Romana”! Bella pe tutti!

Credits photos: pagina Facebook ‘Cartoni Animati alla Romana’

Le trentenni più famose del web: “Ai nostri coetanei diciamo di seguire l’istinto” (INTERVISTA)

Silvia, Stefania e Ilaria sono delle trentenni con passioni e tanta voglia di mettersi alla prova. Così un giorno hanno deciso di raccontare se stesse e tutto il mondo che le circondava: quello dei trentenni.

Credits photo: itrentenni.com
Credits photo: itrentenni.com

Il nuovo libro, I trentenni, e il lavoro di promozione le ha tenute occupate per un po’ ma Silvia, Stefania e Ilaria, hanno comunque trovato il tempo per rispondere alle domande di Blog di Lifestyle, dando qualche interessante chicca sul loro mondo e piccoli consigli anche per i ventenni.

Ciao Silvia, Stefania e Ilaria, come prima cosa vi ringrazio per la vostra disponibilità per questa intervista e per il tempo che ci dedicherete.
Ho seguito il vostro blog, la pagina e ho avuto la possibilità di guardare anche i vostri video su you tube e lo ammetto, mi sono divertita.
Com’è nata la vostra idea di creare una pagina per “I trentenni” e a seguire i vostri sketch su you tube?

Da un’intuizione di Ilaria Sirena che una sera sui Navigli dopo l’ennesima fantozzata vissuta mi guarda (Silvia Rossi) e mi dice: “Silvia perché non raccontiamo i Trentenni? Ti metti davanti alla web cam e racconti la nostra generazione. Tutto quello che viviamo: gioie, dolori, sfighe e soddisfazioni, matrimoni, lavoro, figli, ingiustizie. Tutto. Ovviamente facendo ridere, altrimenti che palle”. L’indomani davanti al pc ho fatto una ricerca e mi sono accorta che non c’era un punto di riferimento per noi trentenni, dove poter condividere le nostre storie, paura, risate, perplessità. E ho aperto il blog, comprato il dominio e iniziato a scrivere.
Stefania Rubino è stata travolta dall’entusiasmo e ha iniziato a scrivere e ha sposato il progetto in tutte le sue parti. È suo il post Trentenni single vs Trentenni sposati che ha mandato in crash il sito. Da lì sempre più trentenni ci hanno scritto. Poi raccolte un po’ di storie e scritte le sceneggiature con il nostro video maker Luca Catasta, i nostri amici attori e autori Fabrizio Arhold e Elisabetta Fulcheri abbiamo iniziato a girare i video.

Per molti ventenni arrivare ai trent’anni significa raggiungere il momento d’oro della propria vita: ci si conosce bene e ci si accetta per i propri pregi e difetti, si è maturi e responsabili ma non troppo per potersi ancora divertire, insomma il periodo che tutti desidererebbero.
Ma, alla luce delle vostre esperienze, è davvero così?

Sì è così. I trent’anni sono un limbo. Una tua amica passa le notti insonni con il suo primo figlio che non ne vuole sapere di dormire, l’altra perché fa i bagordi in discoteca. La cosa bella dei 30 è la consapevolezza. Non hai più gli alibi dei 20, l’innocenza e l’inesperienza, ma ogni tua scelta è fatta con cognizione di causa, sapendo magari come andrà a finire e volendo rispondere con un “ma sì chi se ne frega!”

Ventenni vs trentenni. Quando avevate vent’anni vi sarà capitato spesso di pensare alle vostre vite tra dieci anni e poi boom, sono arrivati.
Probabilmente, anche voi avevate un modello di trentenne alla Carrie o Samantha di Sex and the city.
Quanto la vostra vita le assomiglia ora e quanto ci si allontana?

Ci assomiglia nell’amicizia che avevano loro. Anche noi crediamo fortemente nell’amicizia, quella vera, quella dei sacrifici, dei litigi e della condivisione dei successi. E PURTROPPO si allontana parecchio dal punto di vista glamour. Nessuna di noi ha una armadio come quello di Carrie Bradshow!!!

Tra i vostri post c’è una frase che colpisce e appare come un monito per i ventenni di oggi: “Andate in Erasmus. Gli amici vi verranno a trovare e i fidanzati capiranno. E se non capiranno fregatevene, perché tanto vi lascerete comunque e per giunta non saprete parlare l’inglese!”
Quanto credete che esperienze di questo tipo possano influenzare la vita in futuro e che ne pensate voi, a trent’anni, dell’amore?

Crediamo che esperienze all’estero formino un ventenne, e servano ad aprire la mente e a trovare più vie di realizzazione. Per quanto riguarda l’amore pensiamo che sia l’unica cosa fondamentale nella vita di ognuno di noi, è linfa vitale per sopravvivere, l’amore per se stessi, per la famiglia, per le amicizie, per quello che fai. Senza amore è una noia mortale.

Avete parlato spesso di “toy boy”, ma se il boy non fosse toy e fosse più paragonabile al protagonista di 50 sfumature di grigio, potrebbe comunque rientrare nella categoria di possibile fidanzato?

Beh……….. SI. Ma quella è finzione. Christian Grey non esiste, Christian Grey non esiste, Christian Grey non esiste….!

Raccogliete spesso storie di trentenni che si sono trasferiti/e all’estero, ce n’è qualcuna che vi ha colpito più di altre? E perché?

Il coraggio e la voglia di fare e realizzarsi, il mollare tutto e ricominciare di Claudia a Sidney. Ha scritto un bellissimo capitolo del nostro libro I Trentenni (Historica).

“A trent’anni si può fare tutto o quasi” è il vostro slogan. Quali sono secondo voi tre cose che a trent’anni non si possono più fare?

In realtà a trent’anni è il momento in cui si può fare tutto e si deve fare tutto. Certo che però le serate pazze fino alle 4 del mattino in settimana non sono più possibili!!!

Ad un trentenne alle prese con i dubbi esistenziali, cosa consigliereste?
E cosa ad un ventenne che pensa al suo futuro?

Ai trentenni consiglieremmo di seguire il proprio istinto e di ragionare a volte con la “pancia” e non solo con la testa. Viviamo in una società che molto spesso tende a scoraggiarci, bisogna andare contro corrente e coltivare i propri sogni anche quando tutti ti urlano contro che non ce la farai! Ai ventenni di non dare nulla per scontato, non “aspettate” il futuro, cominciate a costruirlo passo dopo passo.

Per concludere, un sito, un blog, video su you tube e un libro in uscita, il titolo multitasking sembra fatto apposta per voi. Che cosa vi aspettate dall’uscita del vostro primo libro e quali altri progetti avete in mente?

Dal libro ci aspettiamo sempre più condivisione e voglia di raccontare storie. Adesso stiamo girando un po’ l’Italia per presentarlo in modo non convenzionale: si legge, si recita e si vedono video alle nostre presentazioni! Anzi se ci sono librerie o localini interessati a ospitarci contattateci!
Il libro racchiude veramente tutti i sentimenti di noi trentenni: dal lavoro all’amore, dalla famiglia alla sessualità.
Poi abbiamo creato una capsule collection di magliette con i nostri miti degli anni ’90, i protagonisti di Beverly Hills e una che ci descrive al meglio: Kid of 90s! Le stiamo testando e sta andando benissimo. E poi ci sono i video realizzati dal nostro videomaker Luca Catasta che sono il nostro miglior modo di comunicare e farci conoscere.

Se il @DIavolo avesse Twitter? (INTERVISTA)

Credit Photo: www.meltybuzz.it

Se il @DIavolo avesse Twitter deciderebbe di mantenere nascosta la sua identità. Sfrutterebbe una buona dose di ironia per apparire più simpatico ai nostri occhi e avrebbe più di 100 mila follower.
Quello che è dato sapere lo ha svelato in un’intervista a Blog di Lifestyle.

Premettendo che a chi punta ad essere una divinità scesa in terra preferisco le divinità 2.0, raccontaci: chi il @DIavolo?

Il mio Dlavolo è come io vedo il Diavolo. Colui che ha liberato Adamo ed Eva da quel giardino zoologico chiamato Eden. Quello che ha aggiunto una coppia di zanzare sull’arca perché Noè aveva dimenticato di farle salire a bordo. Il mio Diavolo è quello che quando perdi i chili per colpa di una dieta è talmente onesto che li ritrova e te li riporta fino all’ultimo grammo. Il mio Diavolo è quello che raccoglie rifiuti umani e li butta nelle bolge, in pratica il Diavolo è colui che ha inventato la raccolta differenziata. Il mio Diavolo ha organizzato l’Inferno in gironi per illudere i tifosi di calcio che ci siano partite anche all’inferno.

Creare un profilo social ad un personaggio inventato ti ha mai fatto sentire nella posizione di poter dire cose che altrimenti non diresti mai?

No assolutamente. Del mio profilo solo il nome e l’immagine sono inventati, tutto il resto sono io. Nella vita privata sono esattamente come sono su Twitter. Mi ritengo una persona abbastanza irriverente e dissacrante che dice sempre ciò che pensa e, spesso, mi faccio odiare proprio per questo. Credo di aver mantenuto lo stesso atteggiamento sui social.

Di fatti non hai mai svelato la tua vera identità in rete. Si è mai creata una situazione in cui avresti voluto dire: “Il Diavolo sono io”?

Sono contento di aver tenuto celata la mia vera identità. Mi piace usare il mio profilo. Mostrarmi lo rovinerebbe perché in fondo è bello poterlo immaginare come più si desidera.

Del resto hai un successo su Twitter da oltre 100 mila follower. Altro che diavolo, il dio dei social verrebbe da dire (se non ci fosse già pure lui su Twitter!). Qual’è la tua chiave vincente?

Ti sembrerà strano, ma un paio di anni fa, quando avevo molti meno follower, mi divertivo di più. Spesso mi sento chiamare Tweetstar e subito mi sento associato ad un dissociato. È un termine che faccio fatica a digerire. All’inizio, quando mi sono iscritto, mai avrei immaginato che qualcuno avrebbe riso ad una mia battuta. Ora le cose sono 2: o a volte sono divertente o su Twitter c’è gente che non sta tanto bene. A parte gli scherzi credo che tanti follower siano dovuti un po’ al nome e un po’, come detto qualche riga più su, al mio modo di essere dissacrante.

“All’inferno il Diavolo è un eroe positivo” (S.L).
Sui social? Come viene vista questa tua interpretazione del Signore del male?

Più che una interpretazione la considero una reinterpretazione. Mi sono divertito a prendere un personaggio notoriamente cattivo e ho tentato di renderlo simpatico, spero di esserci in parte riuscito.

Saluti i nostri lettori con il tuo Tweet preferito?

Tra quelli che ho scritto questo è quello che più mi piace:

Un saluto e grazie.