giovedì, 28 Marzo 2024

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Animalismo, anticapitalismo o salutismo? Cosa si nasconde dietro alla scelta di astenersi dal consumo della carne? Lo scopriamo insieme con loVeg, la rubrica dedicata ai vegetariani e ai vegani, ma anche ai curiosi che, forse, lo saranno un domani

Vegani: sono davvero più bravi a letto? (IoVeg)

Credits: PETA

La PETA sta facendo scalpore per la nuova pubblicità che ha realizzato, pubblicità in cui si afferma che i vegani tra le lenzuola sono i migliori. Il video è stato ritenuto troppo osé per essere mandato in onda durante il Super Bowl, ma questo non ha impedito a milioni di persone di andare a guardarlo su YouTube. La premessa dello spot è molto semplice: mettendo a confronto le due situazioni ‘di letto’, l’una di un carnivoro e l’altra di un vegano, il vegano risulta ‘durare’ di più (ma davvero un sacco di più). Una trovata dell’ufficio stampa della PETA, questa, per mettere in luce quanto la dieta vegana prevenga il rischio di sviluppare problemi di colesterolo, obesità, diabete, prostata, cancro e disfunzione erettile. Ma in tutto ciò, i dati scientifici dove sono?

È evidente, a questo punto, che mangiar sano, dormire, fare attività fisica e saper gestire lo stress sono accorgimenti che influenzano i nostri livelli di energia, la nostra forma fisica e il nostro desiderio sessuale, stando alle parole della ricercatrice e terapista di coppia Kat Van Kirk: “La vostra vita sessuale ne risentirà se conducete uno stile di vita poco sano“. Ma ‘sano’ non significa necessariamente vegano. È vero che il consumo di carne rossa è stato collegato all’aumento di infiammazioni dell’organismo che possono andare a colpire la circolazione e, talvolta, la funzionalità erettile maschile, ma “le persone che mangiano quantità ridotte di carne non sembrano avere di questi problemi”. In altre parole: a meno che non mangiate hamburger a colazione, pranzo e cena, non c’è molto da allarmarsi.

La PETA menziona, tra le altre cose, anche uno studio secondo cui esisterebbe un nesso tra una dieta ricca di flavonoidi (sostanze nutritive presenti nelle fragole, nei mirtilli e nelle mele) e il minore rischio di sviluppare disfunzioni erettili. Eppure, per quanto la ricerca sia più che attendibile e degna di merito, mangiare grandi quantitativi di frutta ed essere vegani non sono esattamente la stessa cosa: “Si può essere tranquillamente dei carnivori in salute, facendo regolare esercizio e seguendo una dieta ricca di flavonoidi, così come si può non esserlo“, sostiene la sessuologa ricercatrice Jessica O’Reilly.

Per quanto riguarda gli altri alimenti previsti dalla dieta vegana, la Van Kirk afferma che non esiste nessuno studio scientifico che colleghi i prodotti di derivazione animale, come uova e caseari, a performance sessuali deludenti. Peraltro, si utilizza l’espressione ‘performance sessuale’, ma si tratta di qualcosa che potrebbe significare tutto e niente: dalla durevolezza al raggiungere l’orgasmo o al sentire il piacere. Inoltre, secondo le esperte, durare di più non è tutto a letto: “Non c’è nessun premio per chi dura di più a letto – dice la O’ Reilly – il numero di ‘spinte constanti’ che si riescono a ‘offrire’ alla propria partner non può rappresentare un reale metro di giudizio per stabilire quanto lei sia effettivamente soddisfatta“. La ‘durevolezza’ maschile, così come l’eccitazione femminile, secondo la Van Kirk, sono spesso influenzate da ciò che ci passa per la testa, da quanto ci sentiamo intimiditi o complessati, per esempio, circa il nostro corpo.

Perciò, secondo le esperte, lo slogan “Last longer. Go Vegan” (“Dura di più. Diventa vegano”) non sarebbe troppo accurato. Eppure, resta il fatto che il messaggio di base è molto chiaro: lo stile di vita che conduciamo va a influenzare inevitabilmente la nostra vita sessuale. Ma questo i vegani lo sapevano già e nessuno di loro ha di che preoccuparsi.

Jared Leto non rinuncia al veganismo (loVeg)

Jared Leto, celebrità risaputamente vegana, si appresta a interpretare Joker nella prossima pellicola firmata Warner Bros., “The Suicide Squad”. Tuttavia, il contratto firmato con la produzione cinematografica gli impone di prendere peso e irrobustirsi rapidamente per interpretare questo ruolo: cosa non facile per un vegano convinto che non ha intenzione di abbandonare il suo regime alimentare. Per giunta, Leto è reduce da un’altra interpretazione che è andata a influenzare la sua forma fisica, quella della trans sieropositiva in “Dallas Buyers Club” che gli è valsa l’Oscar nel 2013, personaggio per il quale era dovuto dimagrire ben 30 chili.

Quel che sto facendo per riuscire a prendere peso velocemente – ha dichiarato la star del grande schermo – è mangiare ogni due ore, ma per me è difficile mangiare così tanto. Non intendo cambiare il mio stile di vita e la mia dieta per ingrassare“. Benché non abbia voluto rivelare il suo attuale programma alimentare, Jared ha pubblicato qualche fotografia dei cambiamenti fisici in corso, affermando di aver ingurgitato quantità industriali di frittelle vegane.

Una scelta vegana che, nel caso di Leto, deriva certo da ragioni etiche, ma che giova anche in maniera evidente alla sua salute e al suo appeal: la celebrità, difatti, pur avendo 43 anni, ha l’aspetto di un trentenne. “Il merito – dice Jared – va tutto alla mia dieta e alla cura che ho di me stesso. Il bisogno di sottoporre il proprio corpo a svariate trasformazioni per lavoro può diventare qualcosa di pericoloso, ma può dare anche grandi soddisfazioni se lo fai in modo appropriato“.

Attore e cantante di fama internazionale, Leto aveva già raccontato a GQ l’anno scorso di avere ancora molti vizi, ma non quello dell’alcol. Pertanto, evitare il consumo di alcolici, dormire a sufficienza e – soprattutto – un regime alimentare prima vegetariano e poi vegano stoicamente portato avanti da più di vent’anni: questi i punti chiave di uno stile di vita che, nel suo caso, hanno decisamente aiutato il suo processo di “preservazione”.

Ma il salutismo non è l’unico interesse dell’attore e frontman dei 30 Seconds to Mars: nel 2013, infatti, Jared Leto è stato anche nominato anche nuovo ambasciatore dal WWF. In quell’occasione, visitò diverse aree del continente africano per constatare di persona le condizioni di vita degli animali selvatici a rischio di estinzione, tra cui in particolare i rinoceronti. “Ritrovarsi in una natura così incontaminata – spiegò all’epoca Leto – mi ha confermato quanto sia indispensabile difendere tutto questo con impegno e passione tanto attraverso l’alimentazione quanto attraverso iniziative eccezionali come quelle del WWF”.

James Cameron: “Ecco perché sono vegano” (loVeg)

Nell’ultimo numero del magazine Men’s Journal, il pluri-premiato regista hollywoodiano James Cameron rivela con dovizia di particolari le ragioni per le quali, da quattro anni a questa parte, ha deciso di intraprendere una dieta vegana, riuscendo a non venire mai meno alla sua scelta.

Numero uno: il cambiamento climatico. È stata questa una delle principali micce ad aver innescato in Cameron il drastico cambiamento alimentare. Eppure, come ha ben presto avuto modo di scoprire, il lifestyle vegano ha apportato molti altri benefici alla sua vita.

La vera grandezza del veganesimo inteso quale soluzione per il cambiamento climatico – che è giusto una di tutte le soluzioni di cui avremmo bisogno – è che non c’è davvero nulla da pedere, ma soltanto da vincere”, scrive il regista, “Si diventa più sani, si vive di più, si ha un aspetto migliore, molta meno acne. Si dimagrisce e si inizia a sprigionare salute da tutti i pori. Persino la tua vita sessuale ne risente in maniera positiva. È questo ciò a cui si va incontro quando si eliminano carne e prodotti caseari dalla propria dieta“.

Cameron menziona, inoltre, le “Blue Zones Solution”, cinque regioni tra Europa, America Latina, Asia e Stati Uniti in cui i ricercatori hanno individuato la più alta concentrazione di centenari al mondo, proprio perché in quei luoghi la dieta è prevalentemente a base di vegetali e legumi.

Persone di culture completamente diverse risultano in qualche modo legate fra loro: ciò che hanno in comune è il consumo minimo che fanno di carne e il fatto di seguire un regime alimentare quasi esclusivamente a base di verdure” dice Cameron “Perciò, ci sono sicuramente un’infinità di cose che possono farci vivere cent’anni in queste ‘Blue Zones’, ma l’elemento determinante è senz’altro la prevalenza nella loro dieta di prodotti vegetali, cosa che da più di tre anni e mezzo a questa parte ho preso a cuore, diventando vegano al 100%“.

Personaggi veg: come li rappresentano in TV (IoVeg)

Credit: The Simpsons

Chiunque abbia familiarità con la serie TV ‘Friends’ saprà che essere vegetariana è una delle principali peculiarità di Phoebe Buffay. Le scelte alimentari di Phoebe ricevono nell’arco del telefilm regolare attenzione, del resto. E, da vegani o da vegetariani che si possa essere, alle sue battute è impossibile non ridere.

Eppure, non si può fare a meno di farsi delle domande un po’ più approfondite in certi momenti, come ad esempio come quando Phoebe spiega al ristorante il fatto che non mangi carne al padre di Rachel o quando rifiuta di mangiare una pizza, soltanto perché consegnata assieme ad altre i cui ingredienti contemplano la carne.

Si tratta di piccoli momenti che diventano routine quotidiana per chi non mangia carne, ma ci fanno anche riflettere: come viene mostrata la quotidianità di un vegano o di un vegetariano in televisione?

Stando a una lista compilata dall’Animal Liberation Front, è stato Spock di Star Trek il primo personaggio vegetariano registrato nella storia della televisione. Star Treck fu mandato in onda nel 1966: una data che può lasciare sorpresi, anche se va detto che, in ogni caso, Spock era un alieno.

Sempre secondo questa stessa lista, esistono almeno 13 telefilm americani che, tra il 1951 e il 1991, hanno fatto in qualche modo allusione al veganismo o al vegetarianismo. Buffy L’ammazza-vampiri, per esempio, è stato uno tra i primi a citare la parola “vegano”.

Dal 1994 al 2000 ci sono stati almeno 16 serie TV con menzioni esplicite che si riferivano al vegetarianismo o al veganismo, tra cui anche i celebri Simpson.

Da obiettare, in effetti, ci sarebbe il fatto che i personaggi vegetariani in generale sono sempre oggetto di scherzo. Il vegetarianismo è dipinto sempre come qualcosa di estremo o inusuale. Basta prendere a esempio proprio Phoebe: lei non è solo vegetariana, è anche un individuo davvero bizzarro, e non a caso crede che lo spirito della sua defunta madre viva nel corpo del suo gatto. Il suo personaggio è ritratto proprio in base alle sua eccentricità, tra cui rientrano anche le sue scelte alimentari.

Personaggi come Phoebe, però, sono fatti proprio per ridere, intento per il quale sono state ideate serie del genere. Tuttavia, nel pubblico veg ciò che salta all’occhio è proprio la banalità di questo tipo di personaggi.

E, in effetti, occorrerebbe proprio ridurre la stigmatizzazione di certi personaggi che vengono definiti proprio in base al fatto di essere vegetariani o vegani: bisognerebbe cominciare a mostrare che le scelte alimentari non sono qualcosa di così stravagante, ma sono semplicemente una minima parte dell’infinità di aspetti che la vita di un essere umano possiede.

E, poi, ci avete davvero fatto caso alla quantità di personaggi veg che esistono nel mondo del cinema? Lexy di ‘Jurassic Park’, Ian Miller di ‘Il mio grasso grosso matrimonio greco’, Elle Woods di ‘Legally Blonde’ sono tutti esempi di personaggi vegetariani o vegani, ma le loro scelte alimentari non sono la caratteristica in base alla quale ci ricordiamo di loro.

Perciò, dato che la rappresentazione mediatica influenza inevitabilmente il pensiero delle persone, un ritratto positivo di vegani e vegetariani sarebbe l’ideale per diffondere il concetto che esserlo potrebbe diventare estremamente comune un domani. Per il momento, però, possiamo anche continuare a ridere assieme a Phoebe.