giovedì, 25 Aprile 2024

La Love Blogger

Home La Love Blogger Pagina 4
Fosse per me passerei più tempo a fare l’amore che a scriverne. Ma, poi, qualcuno mi ha denominata La Love Blogger e da quel giorno faccio credere a tutti che io sia romantica a patto che tutti loro continuino a credere nell’amore.

Odio il rosa. E quando mi guardi così (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.theoldpinkroom.com

Se mi avessero detto che un giorno sarei stata quella che scrive d’amore avrei risposto che, piuttosto, sarei potuta essere detentrice di un loft in montagna dalle pareti rosa shocking, che avrei indossato solo abiti aderenti e total pink e che avrei guidato una berlina cabriolet dagli interni in pelle bianca e tutta, rigorosamente, rosa. Odio il rosa, se non s’era capito da subito. E, in ordine inverso, adoro i fuoristrada, i vestiti larghi e non ci sono io se non c’è il mare. Infine se ti raccontassi la mia idea di romanticismo sono certa che non ti piacerebbe. Comunque il rosa è il colore che non passa mai di moda. Il colore dell’apostrofo tra le parole t’amo. Dei cuori meno confidenziali (ma non troppo) tra quelli che ci propina emoji, quello per antonomasia delle donne e quello – tendenzialmente shocking – della mia faccia quando mi guardi così. In quel modo. Che non ho ancora capito se ti prenderei a sberle o ti riempirei di baci o se tutte e due le cose insieme, ma te ne prego: non smettere.

Ad ogni modo sono un disastro in amore e mi sembra giusto avvertirti.
Rovino sempre tutto. Accelero talmente tanto i tempi – come nel resto delle cose – che poi le mie storie finiscono quando io inizio ad innamorarmi per davvero. Inoltre non reggo troppo tutte quelle dinamiche della storia d’amore perfetta (secondo chi?) e tendenzialmente i rapporti a due mi fanno mancare l’aria invece che donarmela. Quindi – a occhio e croce – il problema sarei io. Io che non ho mai tempo. Che sono spesso nervosa e sotto pressione. Io che ho sempre bisogno dei miei spazi. Che riempio il bagno di mille creme profumate per il corpo. Che rido quando sono tesa e piango se sono felice. Che se mi dicono che sono bella potrei rispondere: “grazie, anche a te” perché non m’importa e mi distraggo. Ma se sono i tuoi occhi a parlare per te, mi sento bella, bellissima, la più bella di tutte anche se non è quello che conta.

Mi rendo conto, poi, che alla mia età è doveroso aver immaginato nei minimi dettagli il giorno di un presunto matrimonio. Io nemmeno il vestito. Nemmeno l’amore. E ho un ideale di fidanzato perfetto che stona con tutto quello che di norma si vuole: non ti chiederò mai di amarmi per tutta la vita. Non ti chiederò di avere una data nostra da festeggiare, ma festeggeremo tutte le volte che ci andrà e senza un reale motivo. Non ti terrò il muso se ci capiterà di stare lontani. Se hai un sogno più grande di te non ti fermerò mai (con me ci hanno provato, e se non so cos’è l’amore so che non è questo). Non ti dirò mai che ho mal di testa e non mi va di fare l’amore con te. Non ti chiederò di parlare di cose futili per ore, ma cercherò consenso nei tuoi occhi e, anzi, quando non lo troverò allora farò un passo indietro. Non ti chiederò di portarmi fuori a cena per trascorrere una serata diversa ma, lo so potrà sembrare strano, potrei chiederti di uscire per una passeggiata in piena notte e restare in silenzio tutto il tempo. Ecco, credo non ci sia cosa più romantica che condividere il silenzio, il momento forse più intimo. E non ti chiederò, soprattutto, quando è arrivato il momento di sposarci. Ma continua a guardarmi così e, ti giuro:

se invecchiamo insieme ti sposo.

Dall’amore, all’amante (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: rebubblica.altervista.org

Ad ogni storia d’amore finita, corrisponde un non ti amo più uguale e contrario.
Non è una regola generale, ma in genere ci azzecchi se – così, giusto perché a pensar male finisce che s’indovina – prendi in considerazione che il non ti amo più sopracitato ha due gambe e una quarta di reggiseno per lui, o è un portatore sano di ferormoni per lei. Ha qualcosa a che vedere con il principio della dinamica che, non a caso, Newton ha nominato terzo:

“Le forze si presentano sempre a coppie. Se un oggetto A esercita una forza F su un oggetto B, allora l’oggetto B eserciterà sull’oggetto A una forza -F uguale e contraria”

È interessante come affinché qualcosa si muova, debbano essere implicati due oggetti. La forza motrice è il terzo elemento: il tradimento in questo caso. No, non sono diventata matta, basta provare a pensare che quelli implicati sono due oggetti del desiderio, quello finito. Schiacciato dalla routine e morto in una di quelle sere in cui lui ha dormito da solo sul divano e tu da sola nel vostro letto. E il terzo elemento è quello che ti fa avere la nonchalance di affermare: non ti amo più, tra noi è finita. Così, come se stessi chiedendo due etti di prosciutto al salumiere, tagliato doppio per cortesia. Sono brutti momenti quelli. Torni a casa e scopri che il prosciutto l’ha tagliato come pareva a lui il salumiere, torni a casa e ti fai mille domande sul perché non riuscite mai a vedere le cose allo stesso modo. Sembrava andasse tutto bene ma, forse, andava bene solo per te.

A voi è mai capitato?
A me sì. Un giorno è tornato a casa e mi ha detto: “Tu lavori troppo, io mi sono sentito solo”.
Senza pensarci su due volte gli ho risposto: “Ok, come si chiama questa?”
Inutile dire che ha negato tutto, che io non stavo capendo quale fosse il problema. Ancora più inutile dire che io, il problema, l’avevo c’entrato in pieno.

Potrei raccontarvi di quanto io sia stata male.
Di come il mondo mi sia crollato addosso e della fatica che ho fatto per recuperare la voglia di credere ancora in me stessa e negli altri. Ma preferisco raccontarvi quello che ho imparato da questa storia: chi tradisce si sente forte. La mente di chi tradisce idealizza in quella terza persona l’emblema della sintesi perfetta dei sentimenti.
Quelli che ti stimolano mentalmente: giochi di sguardi, parole, frecciatine, il sapore piccante del rischio, della battuta in pubblico che ti mette a disagio, ma che, tanto, la capirete solo voi. L’amante è l’amore perfetto perché è quello che riesce a fare l’amore con la tua testa, prima che col tuo corpo. L’adrenalina s’impossessa del tuo corpo e ti sembra di poter andare avanti per il solo bisogno di lui, o di lei che sia.
Anche se non lo conosci. Anche se non è quella persona che divide con te gioie e dolori della vita. Al punto che ci sono persone pronte a giurare che il momento in cui hanno tradito è stato il momento più bello della loro storia. Quello più vivo e ricco di emozioni. E stanno parlando del momento in cui hanno distrutto una parte della loro vita per un’emozione senza ritorno.

Tra l’amante e l’amore c’è di mezzo il tradimento.
Ma il contrario non può mai succedere. La vera forza sta nel riuscire a vivere l’adrenalina, la complicità, la passione, e tutte le emozioni del tradimento ogni giorno con la stessa persona.

“Tradisci pure.
Se ti va di tradire fallo.
Per rabbia, perché ti senti solo, perché ti senti solo, perché non sai resistere alle tentazioni. Per quello che ti pare.
Ma ricorda: chi ama, non tradisce.”

La paura è il sale dell’amore (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: artmovestheworld.wordpress.com

Ci sono legami indissolubili.
Esattamente come la vita e il caffè, il sorriso e la pizza, un brutto momento e il gelato al cioccolato, l’amore e la paura. Cose che vanno di pari passo e, è inutile, non esisterebbe l’una senza l’altra. Quindi per una volta voglio essere breve ed andare subito al punto: in amore la paura non è la scusa, è la motivazione.

Ho avuto paura quando mi hai stretto le mani per la prima volta, sai?
Ne ho avuta tanta di più quando, per la prima volta, la tua telefonata ha tardato ad arrivare. Il cuore, poi, mi è arrivato dritto in gola quando i nostri corpi erano nudi uno di fianco all’altro. Ma mi sentivo comunque al sicuro. Io, in balìa di quelle emozioni così contrastanti tra loro e che nel mezzo avevano un unico punto d’incontro: la consapevolezza che lì, era proprio dove sarei dovuta essere. Con te. E, a dire il vero, da quando sei arrivato nella mia vita le paure che hai risvegliato in me sono davvero infinite. La paura di una nuova delusione, quella di essere illusa, tradita, quella di non essere abbastanza o, ancora, di commettere un grande errore. La paura di scegliere, di sceglierti. Quelle sensazioni che un po’ ti fanno tornare il bambino spaesato e fragile di un tempo. Ma con molta più paura di allora perché oggi hai acquisito un vocabolo in più nel tuo percorso di vita: il rischio.

“Ho visto gente di 50 anni innamorarsi e tornare letteralmente bambini.
E quelli, i bambini come gli innamorati, non badano mai ai rischi che potrebbero correre mentre scoprono il loro mondo”.

Allora ti svelo un segreto: chi ama rischia sempre un po’ e non può farne a meno.
Per chi è innamorato arriva un momento in cui deve lasciarsi andare, deve abbandonarsi all’altro senza riserve. È il momento in cui si raggiunge il picco massimo di piacere, per corpo e mente. È il rifugio di tutti i momenti altalenanti e di tutti i pezzi di te che hai affidato a qualcuno con il timore che questo chissà cosa ne avrebbe mai fatto. È il traguardo. Quel traguardo che senza le nostre paure insieme non avremmo mai raggiunto.

Ecco perché sorriderò sempre un po’ di fronte a coloro che si dicono timorosi di portare avanti una storia. Vorrei andargli vicino, prenderli per le spalle, scuoterli un po’ e dirgli: sveglia.
Non è la paura a fermarti, ma l’amore che manca.

Perché la paura è la motivazione e l’amore è il suo coraggio.

Se mi innamoro di te(sta)? (LA LOVE BLOGGER)

Credit Photo: www.lefreaks.com

Testa e cuore. Un duello continuo.
Se la testa poi è la mia succede che il campo di battaglia è simile a quello di una guerra greco-romana senza precedenti. Perché io appartengo a quel genere di donna che può essere definita una vera e propria volpe: in pratica vado in guerra senza nemmeno partire armata, se non altro mi porto dietro qualche proposito buono e mi ricordo di usarlo quando ormai è troppo tardi. Ti spiego: se hai una testa come la mia succede che non lo cerchi, ma ti si disegna un sorriso in viso – il più bello – al primo: “ciao, come stai?”. E come sto? Come vuoi che stia? Bene, prima. Prima di questo messaggio andava tutto per il verso giusto e a te nemmeno ci stavo pensando. Se la testa è come la mia succede che ti ricomponi subito dopo. Succede che ora non è mai il momento. Che le cose da fare sono tante e quelle a cui pensare almeno tante di più. Quindi ascolta me: parliamo, raccontiamoci, ma poi chiudiamola qui.

E così abbiamo fatto.
Abbiamo parlato. Abbiamo parlato senza accorgerci che, quindi, ci facevamo compagnia a lungo. Abbiamo parlato tanto e ci siamo persi in mille risa e altrettante parole. Che a tratti ci stavamo abbracciando, ad altri baciando e, ancora, finivamo improvvisamente nudi l’uno sull’altra. Ma stavamo solo parlando, sul serio. Le parole si possono trasformare in un abbraccio. Le parole possono entrarti perfino dentro. E se hai la mia stessa testa quando questo accade è il momento in cui sei fottuto. Letteralmente fottuto. Vorresti dire solo: “dai, avanti, se sei veramente bravo come sembra adesso rivestimi allo stesso modo”. Perché un po’ ti ci senti spoglia. Noi donne abbiamo uno strano rapporto con le parole: quando un uomo ci dice sei bella facciamo diventare specchio anche il retro di un rossetto per controllare che sia vero, quando ci dice ti amo travisiamo sempre e capiamo t-i-a-m-o. Quindi, adesso, mi sento confusa di fronte a tanta alchimia.

Allora chiamo la mia amica. Quella bionda, più o meno. Quella di cui mi fido.
Le dico che c’è confusione dappertutto e che così non va. Lascia il freno, mi risponde.
Stai entrando in un altro mondo. Quello dell’amore viscerale, a tratti ossessivo, che non si esaurisce in un momento di intimità, perché l’intimità è data da buongiorno e buonanotte, ogni giorno, ogni sera. È un amore che non conosce stanchezza, perché la testa raramente smette di amare.

Provare a separare due corpi che si attraggono è da incoscienti. Non si basteranno mai.
Ma provare a separare due menti in sintonia è pura follia, non smetteranno mai di amarsi.