giovedì, 25 Aprile 2024

Le studentesse universitarie

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Sessione d’esame: guida alla sopravvivenza

credits photo: oltreuomo.com

La sessione d’esame, il periodo di fuoco e panico, quello più temuto da tutti gli studenti universitari è arrivato. Se siete matricole ve lo state chiedendo: si può sopravvivere? Se siete immatricolati già da un po’ la risposta la conoscete bene. Si sopravvive. Con acciacchi e traumi psicologici, ma si sopravvive. E per farlo nel migliore dei modi possibili basta prendere alcuni accorgimenti.

Programma

Dirlo è quasi un obbligo. Un buon programma di studio aiuta ad arrivare all’esame nel migliore dei modi e con meno ansia possibile. Il difficile arriva quando dobbiamo rispettarlo: l’esame sembra lontano, il computer e le serie tv invece sono a portata di mano. Inutile dire che ve ne pentirete e le nottate in bianco non fanno bene a nessuno. Provate quindi a crearvi una tabella di marcia che non sia impossibile da rispettare e vedrete che le cose miglioreranno.

Hobby

Non abbandonate i vostri hobby e ciò che vi fa stare bene. Lettura, palestra, decoupage, bricolage, serie tv. Insomma, prendete quello che più vi rilassa e dedicateci almeno un’ora alla settimana. Giornalmente, invece, ritagliate almeno trenta minuti per voi.

Persone

Evitate le persone ansiose, quelle che continuano a ripetervi ogni parte del programma quando a voi manca ancora un libro intero e quelle che pretendono continuamente la vostra attenzione. Evitatele, ora più che mai.

Pause

Cercate di mantenere un buon equilibrio. Fate colazione, pranzate, cenate senza avere libri davanti e in quei momenti tentate di togliervi l’esame dalla testa. Cercate anche di evitare le nottate e le alzatacce e optate, invece, per un buon sonno ristoratore.

Mantenete la calma

Durante la sessione d’esame sembrerete perennemente in piena sindrome mestruale, anche se siete uomini. Nervosismo e irritazione vi faranno apparire come un chihuahua arrabbiato con il mondo, sempre intento a ringhiare. Respirate e calmatevi o dopo gli esami avrete più nemici che amici, o comunque amici arrabbiati pronti a vendicarsi.

Relax

Nel giorno che precede l’esame chiudete tutto e fermatevi. Fatevi un bagno caldo, cucinate un dolce, ascoltate musica, bevete una tisana. E se avete l’impressione di non ricordare niente state tranquilli, è una sensazione che stanno provando tutti i vostri colleghi, anche quelli che prenderanno 30 con lode e bacio accademico.

Ricordare

Tenete a mente sempre una cosa. Dopo una sessione d’esame ce ne sarà sempre un’altra. Poco importa se sarà all’università o nella vita: gli esami non finiscono mai.

Vita universitaria: è tutta questione di sopravvivenza (FOTO)

Chi pensa che l’Università sia solo lezioni ed esami evidentemente non ha mai vissuto fuori sede. Lì, dove la mamma non c’è, lì dove i vestiti non si lavano e stirano da soli, lì dove se lasciamo un piatto nel lavandino quanto torniamo a casa, la sera, lo troviamo sempre lì. Lì, dove ci rendiamo conto che vivere da sole non è bello come credevamo, che siamo delle schiappe in cucina, che non sappiamo stirare come mamma e che i soldi sono sempre, maledettamente pochi.

Però, in realtà sono proprio queste difficoltà quotidiane che mantengono attivo il nostro ingegno e lo fanno sviluppare a tal punto da improvvisarci idraulici, ingegneri, falegnami e cuochi all’occorrenza.
Chi pensa che vivere fuori sia solo libertà h24, festini, alcool a fiumi, discoteche e rimorchio costante non sa davvero di cosa parla. Si, certo anche queste fanno parte della classica vita universitaria, però insomma, non è tutto.

Ecco infatti, che Blog di Lifestyle ha raccolto una serie di foto che testimoniamo quel che si può e si deve vivere per sopravvivere alla feroce vita universitaria.

Riscaldare un pezzo di pizza quando non si ha un fornello

Niente di più facile, ferro da stiro sotto, phon sopra.

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Voglia di dolce?

E che problema c’è? Il trapano serve a questo.

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Uno scolapasta alternativo

Un’idea geniale, non negatelo.

scolapasta

Fare i Noodles in casa, nel bollitore

Bisogna pur mangiare, no?

Musica

La musica è una parte fondamentale della vita universitaria. Che festa sarebbe senza?

Doccia

Si è rotta la doccia. Papà non c’è.

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Birra fresca

Se nevica e si muore di freddo, almeno che si sfrutti la situazione. E gli universitari sono maestri nel farlo.

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Grigliata tra amici

Un carrello della spesa è molto più facile da trovare di una griglia, non credete anche voi?

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Specchietto rotto?

Non si può mica andare in giro senza specchietto retrovisore. E poi la spazzola serve serve, a noi ragazze. Così ce l’abbiamo a portata di….macchina.

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Divano rotto

Di comprare un altro divano non se ne parla. E poi, almeno così ha qualcosa di diverso dagli altri, è alternativo e a noi piace distinguerci dalla massa. Abbasso il consumismo, il capitalismo e pace e amore.

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Piatti sporchi

Ci abbiamo provato, abbiamo mangiato nei piatti, normalmente, ma poi, questi sono rimasti sporchi nel lavandino per giorni, nessuno che veniva a casa nostra a pulirli. No, non deve più ripetersi.

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Economia domestica

Non avere soldi per comprare dei bicchieri fa sviluppare l’ingegno più di ogni altra cosa. E poi, dai sono anche riciclati. Noi ci teniamo all’ambiente.

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Bidone spazzatura

Serve il bidone della spazzatura? No problem. Compriamo uno sgabello.

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Mamma mi rammendi il calzino?

“Ah, dici che non ti fai 400 km solo per rammendarmi il calzino? E io che pensavo di essere tuo figlio!”

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“Andiamo a comandare” diventa una versione di latino

Fonte immagine: huffingtonpost.it

Il rientro a scuola dalle vacanze si sa, non è tra i mometni preferiti degli adolescenti italiani. Ma un docente di una scuola superiore ha trovato un’idea piuttosto originale per accogliere i suoi alunni in questi primi giorni: una versione di latino. Detto così, pare non esserci nulla di interessante, anzi. Però le cose cambiano quando la versione è il testo della canzone più in dell’estate: “Andiamo a comandare”.

La trovata di tradurre la hit di Rovazzi che ha fatto ballare migliaia di giovani sulle spiaggie della nostra penisola è stata molto apprezzata dai liceali. “Ho appena finito di tradurre ‘Andiamo a Comandare’ dal latino all’italiano. Poi mi chiedono perché adoro il mio professore” – scrive una studentessa su twitter postando successivamente la foto della versione.

Il tweet era:
Ecco a voi “Andiamo a comandare” in latino, giusto perché il prof voleva farci riprendere a tradurre con simpatia pic.twitter.com/wu9SFWRcPD
— Nonna Carry (@urnotmydream) 13 settembre 2016

Ad apprezzare l’iniziativa è stato lo stesso Fabio Rovazzi che sul suo account social ha condiviso la versione latina del suo successo.

“Non prendete questa storia di laurearvi come se fosse lo scopo della vostra vita”

Credit: siderlandia.it

Capita spesso che uno studente universitario alle prese con la terribile sessione invernale passi pene peggiori di quelle dell’inferno dantesco. Mi riferisco a tutti coloro fatti solo di occhiaie e preoccupazione che perdono vita sociale in parecchi mesi dell’anno perché “devo assolutamente studiare”. Mi riferisco all’ansia, allo stress, alla stanchezza di tutti quei ragazzi che escono di casa solo se strettamente necessario, perché loro non hanno tempo da perdere, loro devono ripetere almeno 150 pagine al giorno per riuscire a realizzare l’obiettivo della giornata. Mi riferisco alle interminabili ore passate a studiare disperatamente su libri, dispense, appunti, slide. Di tutto pur di riuscire, e riuscire bene.

Questo anche perché quasi ci sentiamo obbligati a superare i nostri limiti per raggiungere i migliori risultati. Siamo cresciuti in una società in cui se non primeggi allora non sei nessuno. Una società che ci impone di raggiungere una serie di traguardi a prescindere da ciò che desideriamo veramente.

Non che ci sia qualcosa di sbagliato a voler primeggiare, a voler fare sempre meglio per raggiungere obiettivi sempre più alti. Anzi, è rispettabilissimo e un esempio per tutti colui che cerca di migliorarsi sempre. Il problema è che spesso per migliorarsi, per prendere un 30 in quell’esame difficilissimo, per alzare la media finale, si finisce per perdere la testa.

E allora mi sento in dovere di riportare qui un messaggio bellissimo scritto da un utente sconosciuto alla pagina “Lo studente di Giurisprudenza di Merda”. Queste parole faranno riflettere tutti quanti.

“Ragazzi, ve lo dico con una serenità che arriva da chissà dove. Non prendete questa storia di laurearvi come se fosse lo scopo della vostra vita. Io mi sono laureata due anni fa e, ormai, sto per finire la SSPL, per gli amici scuola di magistratura …. Ma ad un certo punto della mia vita credo di essermi dimenticata di vivere, facendo della laurea lo scopo ultimo, ignorando fosse il primo. Invero ( per usare terminologie che tanto amiamo ) davanti a voi ci sono strade lunghe ma percorribili, e non sarà un 18 o un 30 che deciderà le vostre sorti. Ho visto asini lodati e capacissimi 18, perché voi non siete un numero, né tantomeno il giudizio di un vecchio avvocato stanco del foro, no. Voi siete persone. Non soggetti giuridici, ma persone che a un certo punto dovranno decidere da quale parte stare, cosa e chi difendere; persone che capiranno che la Patria non vale la candela o, magari, che una famiglia o un qualsiasi sogno vale un titolo in meno. Datevi la possibilità di sbagliare. Perché fra qualche anno, molto prima di quanto immaginiate, dovrete decidere chi siete, perché vi renderete conto che non siete ne Pagliaro, ne Marrone e dovrete scegliere chi essere. E se avete dimenticato di imparare a conoscere voi e il mondo che avete attorno, fuori dai libri e al di là dei nomen juris, capirete improvvisamente di avere preso davvero un 18, ma con voi stessi. Il principio del neminem laedere applicatelo alla vita, il nulla paena sine culpa regalatelo agli amici o al vostro amore. Non fatevi scappare l’amore, qualunque sia la sua forma o colore, uscite a mangiare un gelato. Leggete un libro, ridete, ballate, scrivete un appunto e appuntatelo allo spacchino: sognare. È adesso che in voi si formerà la rabbia o l’amore per questo studio infinito ( perché rassegnatevi: fanno leggi nuove ogni 32h, non sarete mai al passo con la follia di questo Paese!), scegliete, sì, ma ricordatevi di scegliere voi stessi. Ce la farete anche se stasera uscite bere una Tennen’s con i vostri amici, o se fate una telefonata lunga due ore. Imparate a fregarvene. Voi non siete il diritto ma siete in diritto di essere persone. Non soggetti, lo ripeto. Non voti, né numeri di matricola che necessitano di approvazione. Siete Italia, eravate Repubblica, sarete ciò che verrà. Siate pronti, siate saggi: siate felici.
In fede, una Sgm mai pentita”.