sabato, 20 Aprile 2024

Ma cosa mangi?

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Gli alimenti non hanno più segreti: nella rubrica Ma cosa mangi la dott.ssa Fernanda Scala vi aiuta a scoprire cosa mangiate realmente

Dieta: non esistono più scuse

Credits photo: www.radianceproject.nz

Quando è necessario perdere qualche chilo di troppo, oppure se già si segue un percorso alimentare controllato, sono tante le scuse utilizzate per giustificare gli sgarri alimentari commessi. Ecco le più diffuse.

I miei figli non mangiano le merendine che compro per loro e quindi le devo consumare io

Spesso capita che si cerchi di giustificare gli sgarri alimentari commessi ponendo l’attenzione sull’ambiente familiare, ed in particolare sui bambini, per i quali si tende a riempire le dispense di merendine, cioccolato, dolci, patatine e snack salati.
Se stiamo seguendo un regime alimentare controllato, questi cibi sicuramente non contribuiscono a farci raggiungere l’obiettivo presupposto.
Dall’altra parte invece,con la determinazione e l’assunzione di coscienza che ci ha portato ad intraprendere un percorso volto al dimagrimento, questi non dovrebbero assolutamente rappresentare una tentazione.

Se poi veramente, tutti questi alimenti non sono neanche richiesti dai nostri figli tanto da essere “costretti” a mangiarli pur di consumarli, perché continuare a riempire la dispensa? Inoltre, per quanto riguarda i bambini, assistiamo ormai a fenomeni di obesità sempre più diffusi, dovuti principalmente alla qualità del cibo che arriva nelle nostre case.
Una scelta oculata degli alimenti da acquistare non solo farà bene alla nostra dieta, ma anche alla salute dei nostri figli.

La scusa più utilizzata dalle donne: era quel determinato periodo del mese e non riuscivo a resistere

Il ciclo mestruale può comportare una serie di disturbi affatto piacevoli, tra cui una voglia irrefrenabile e incontrollata di mangiare, di letteralmente “divorare” ingenti quantità di cibo, soprattutto dolci, mandando in fumo qualsiasi tentativo di seguire la dieta.
In realtà dovremmo considerare che tutti i cibi da cui ci si lascia tentare durante questo periodo, possono contribuire ad aumentare i disturbi fisici collegati a questa fase.
Infatti un eccessivo consumo di alimenti salati e dolci (come il cioccolato) contribuiscono ad aumentare lo stato di ritenzione idrica ed edema diffuso facendo aumentare la sensazione di gonfiore.
Non riusciamo a resistere agli attacchi di fame? Scegliamo alimenti sani, come cereali integrali, yogurt, frutta fresca, che non solo non metteranno a dura prova la nostra dieta, ma soprattutto aiuteranno ad alleviare i disturbi osservati.

Sono intollerante/allergico a qualche alimento per questo non perdo peso

Negli ultimi anni ci si nasconde sempre di più dietro la convinzione che eventuali intolleranze o allergie nei confronti di determinati aliment,i siano la causa principale per la quale non si riesce a perdere peso.

In realtà il meccanismo alla base di un’intolleranza o di un’allergia alimentare è ben diverso, dove gli effetti osservati non saranno rappresentati da un aumento della massa grassa.
Nel caso delle allergie alimentari si osserverà una reazione di difesa, da parte del sistema immunitario, in seguito all’assunzione di specifici alimenti che, normalmente, possono risultare innocui e tollerati dalla maggior parte della popolazione.
Questi alimenti, riconosciuti dall’organismo come sostanze estranee e pericolose, produrranno una risposta anticorpale specifica, con relativo rilascio di istamina, volta a neutralizzare la sostanza introdotta. Gonfiore, prurito, rossore, bollicine, difficoltà respiratoria, vomito, coliche: questi i sintomi più diffusi di un’allergia.

Se invece ci troviamo di fronte ad un’intolleranza alimentare, non avremo una risposta da parte del sistema immunitario, ma il coinvolgimento di un metabolismo specifico.
Sebbene la sintomatologia possa essere simile ad un’allergia, in questo caso il soggetto non riuscirà a digerire/metabolizzare in maniera corretta un alimento o un suo componente, come si osserva nel caso dell’intolleranza al lattosio in cui si osserva un deficit enzimatico che non permette di digerire e scomporre lo zucchero del latte (il lattosio).

Mangio spesso fuori casa e non riesco a seguire la dieta

Se non si riesce a seguire una dieta si tende sempre di più a giustificarsi ponendo l’accento sulle proprie abitudini, personali e/o lavorative, nonché sulla propria vita sociale.

In realtà, anche se siamo spesso fuori casa o se abbiamo una vita sociale molto intensa, è possibile ugualmente cercare di seguire un regime alimentare controllato.
Partendo infatti dalla considerazione che non si è mai “obbligati” a consumare un pasto completo, sia che ci troviamo al ristorante sia a casa di amici e parenti, imparare a capire quanto e cosa mangiare per restare in forma è di fondamentale importanza per mantenere anche un determinato stato di salute.

Inoltre se si è arrivati ad iniziare un percorso alimentare con convinzione e consapevolezza, allora non sembrerà poco cortese rinunciare a qualcosa, ridurre le porzioni, fermare nonni e parenti che continuano a riempirci il piatto o scegliere semplicemente una preparazione più leggera.
Del resto siete a dieta perché volete sentirvi meglio o migliorare il vostro aspetto fisico, e quindi non è necessario utilizzare scuse, rinunciare alla propria vista sociale o sentirsi a disagio.

Una buona alimentazione è amica della salute.

La dieta reducetariana, l’ultima moda del momento

Credits photo: www.pianetadonna.it

La dieta reducetariana nasce dal movimento alimentare lanciato da Brian Kateman, un giovane ricercatore dell’americana Columbia University del dipartimento di Ecologia e biologia ambientale, che ha come elemento chiave un consumo limitato di carne, una scelta a cui tutti possono facilmente aderire in quanto meno proibitiva rispetto ad altri regimi.

A differenza di regimi alimentari più proibitivi quali la dieta vegetariana, vegana, fruttariana, crudista, questo regime alimentare non bandisce in maniera drastica alcuni alimenti come la carne, ma consiglia di controllarne la quantità e la frequenza di assunzione, nonché la qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole. Fondamentale quindi acquistare prodotti di origine animale in cui il bestiame è nutrito al pascolo, e non in allevamenti intensivi.

Una vera e propria scelta etica che mira a sviluppare una maggiore consapevolezza verso l’ambiente e la salute.

Il movimento è diventato subito virale tanto che sui social è stato lanciato l’hashtag #lessmeat, ovvero meno carne da provare per un regime alimentare di almeno 30 giorni.

Sotto la lente d’ingrandimento non troviamo soltanto la tanto discussa ed incriminata carne rossa, ma tutte le carni compresi gli affettati.
In realtà le dosi ridotte da introdurre nella dieta quotidiana includono anche altre fonti proteiche di origine animale quali pesce, molluschi, uova, latte e derivati.

Via libera invece al consumo di legumi, cereali e verdure.

Come portare in tavola meno carne

Per limitare il consumo di carne un primo piccolo e semplice consiglio è quello di evitare di consumare nei due pasti principali questo alimento: se si è mangiata a pranzo sostituirla con un altro alimento la sera.

Necessario poi identificare all’interno della settimana una giornata in cui non vengano consumate proteine di origine animale, scegliendo ad esempio in alternativa i legumi, un alimento che nelle giuste quantità può completamente sostituite la carne fornendo tutti i fabbisogni nutrizionali necessari all’organismo.

Imparare a riproporzionare i nostri piatti, riducendo la quantità di carne consumata ed incrementando le porzioni di verdure e ortaggi.

Introdurre poi, al posto della carne, almeno 2-3 giorni in cui viene consumato preferibilmente il pesce, magari scegliendo la varietà azzurra ricca di acidi grassi essenziali, omega 3 ed omega 6, preziosissimi per il nostro organismo ed in grado di proteggere il sistema cardiovascolare.

Il parere dell’esperto

Ma siamo certi che la dieta reducetariana sia effettivamente un concetto nuovo?

Forse lo sarà in America o nei paesi anglosassoni che hanno fatto delle proteine animali il fulcro della loro dieta quotidiana, ma se noi italiani la analizziamo bene ci renderemo conto che non è altro che una rivisitazione della nostra e tanto preziosa dieta mediterranea.

Anche questa infatti pone alla sua base un consumo frequente di cereali, legumi e verdure, consigliando una bassa frequenza di assunzione per quanto riguarda le proteine animali.

Sicuramente questo nuovo regime alimentare pone un accento importante sulla qualità dei prodotti che vengono portati sulle nostre tavole, e che è sicuramente un aspetto fondamentale che non deve essere tralasciato dal consumatore.
Imparare a scegliere gli alimenti giusti, capire effettivamente la salubrità e la genuinità dei cibi che consumiamo, non lasciarci influenzare solo dalla denominazione “prodotto biologico” ma capire effettivamente la provenienza di questi, è importantissimo per riuscire a nutrirci in maniera corretta preservando il nostro stato di salute.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Le proprietà straordinarie dei semi di chia

Credits photo: www.viverezen.org

Ricavati dalla specie vegetale Salvia hispanica che cresce spontaneamente in Messico ed in Bolivia, i semi di chia presentano proprietà nutrizionali straordinarie.
Si presentano come dei piccoli semi la cui colorazione può variare dal grigio chiaro, fino al marrone.

Proprietà nutrizionali

Dal punto di vista nutrizionale sono estremamente ricchi in quanto presentano numerosi nutrienti essenziali quali sali minerali, acidi grassi, proteine, vitamine, antiossidanti e fibra alimentare.

Per quanto riguarda i sali minerali questi semi sono particolarmente ricchi in calcio.
100 grammi di prodotto infatti sono in grado di fornire circa 177 milligrammi di questo prezioso minerale, pari al 16% del fabbisogno giornaliero.

Presentano inoltre acidi grassi essenziali omega3 e omega6, fornendo circa 19 grammi di omega3, rendendoli la fonte vegetale più ricca di questi preziosi elementi.

Allo stesso modo forniscono un ottimo quantitativo di sali minerali quali potassio, selenio, zinco, magnesio, ferro, e di vitamina C.
Grazie al loro ricco contenuto in sali minerali rappresentano un ottimo coadiuvante per mantenere sotto controllo la pressione arteriosa, soprattutto nei soggetti ipertesi.

Per quanto riguarda invece la vitamina C, 100 grammi di prodotto è in grado di fornirne circa 5 milligrammi, un quantitativo nettamente superiore rispetto a quello presente all’interno delle arance.
Oltre alla vitamina del gruppo C ritroviamo anche quelle del gruppo A, E, B, tiamina, niacina e riboflavina.

Sono inoltre ricchi in aminoacidi essenziali quali cisteina, lisina e metionina, fondamentali per la formazione delle proteine, di sostanze antiossidanti quali la quercitina, il canferolo, l’acido caffeico e l’acido clorogenico, in grado di proteggere il nostro organismo dai danni cellulari causati dai radicali liberi, e rappresentano un’ottima fonte di fibra alimentare, principalmente insolubile.
Ricordiamo infatti che fornire il giusto apporto di fibra alimentare attraverso la dieta giornaliera è fondamentale per migliorare sia l’attività intestinale, sia per ridurre l’assorbimento di grassi e zuccheri a livello gastrico ed enterico.

Tra le altre proprietà si ritiene che questi piccoli ma preziosi semi riescano a svolgere un’azione di controllo sulla glicemia, il livello degli zuccheri nel sangue, a svolgere un’azione benefica a carico dell’apparato cardiovascolare, mantenendo sotto controllo i livelli del colesterolo e dei trigliceridi nel sangue, e di possedere una naturale attività antinfiammatoria.

Sono naturalmente privi di glutine, quindi possono essere introdotti tranquillamente nella dieta di chi soffre di celiachia, ma allo stesso modo non possono essere escluse invece intolleranze o reazioni di ipersensibilità individuali.

Come utilizzarli

Il modo più semplice per consumarli è utilizzarli crudi.
In questo modo possono essere impiegati in tantissime preparazioni culinarie.

Aggiunti allo yogurt per una prima colazione ricca di energia, o unendoli ad altri semi come quelli di lino o di zucca per uno spuntino nutriente e salutare.

Ancora possono essere utilizzati per arricchire insalate, piatti di cereali come pasta, riso, orzo, farro, aggiunti alle minestre di legumi e verdure, o utilizzati per creare delle nutrienti impanature per carni e pesce.

Anche nei frullati, nelle macedonie, nelle composte di frutta, nei dolci rappresentano un valido ingrediente in grado di arricchire le nostre preparazioni.

Inoltre per tutti coloro che seguono una dieta vegetariana, possono essere utilizzati come sostituto delle uova nella preparazione di dolci o biscotti.
Grazie infatti alla loro naturale proprietà idrofila, basterà lasciarli in ammollo in acqua a temperatura ambiente per qualche ora. In questo modo verrà prodotta una sorta di sostanza gelatinosa, gel, la cui consistenza sarà perfetta per sostituire le uova.

Attualmente è molto semplice riuscire ad acquistarli sia nei negozi specializzati in prodotti biologici o naturali, sia nei supermercati più forniti.

Una buona alimentazione è amica della salute.

Il caffè: pro e contro della bevanda più amata dagli italiani

Credits photo: www.nataliarocon.com

Come si può rinunciare ad una tazzina fumante ed aromatica di caffè? Soprattutto noi italiani difficilmente riusciamo a dire di no.
Ma quali sono i benefici e le controindicazioni che si nascondono dietro questa irresistibile bevanda?

I benefici

Allo stato di “chicco”, il caffè contiene diverse sostanze quali proteine, grassi, minerali, carboidrati che, in seguito al processo di tostatura, si riducono drasticamente.
Le sostanze che restano presentano, tuttavia, diverse proprietà molto utili al nostro organismo.

Per quanto riguarda il suo contenuto calorico, se lo scegliamo nella sua versione semplice, dovremo fare i conti con solo 6 calorie ogni 100mL, il che significa che una tazzina di caffè amaro conterrà solo 2 calorie.

La componente nutrizionale principale del caffè è la caffeina, un alcaloide naturale contenuto in diverse tipologie di piante, tra cui appunto quella di caffè.

La caffeina possiede interessanti e svariate proprietà quali:
effetto stimolatorio e tonico esercitato sia a livello cardiaco che nervoso. Essendo una sostanza psicoattiva migliora l’attività celebrale, favorendo il rilascio di specifici neurotrasmettitori che contribuiscono a migliorare l’umore, riduce il senso di fatica ed acuisce la concentrazione;
effetto stimolatorio a livello della secrezione gastrica. Non a caso dopo un pasto, specie se abbondante, una tazzina di caffè favorisce i processi digestivi;
– esercita un’azione dilatatrice a livello dei bronchi, il che potrebbe avere effetti interessanti soprattutto nei soggetti asmatici;
– favorisce la motilità intestinale contrastando la stipsi.

Ma la caffeina non è l’unica sostanza presente. Accanto a questa infatti, in quella piccola e fumante tazzina ritroviamo un mix di preziose sostanze quali bioflavonoidi, vitamine e sali minerali, che mostrano interessanti proprietà sia antinfiammatorie che antiossidanti.

Le controindicazioni

Come per tutti gli alimenti che presentano ottime proprietà nutrizionali, anche il caffè apporta benefici se assunto con moderazione.
Le principali ripercussioni che il caffè può avere sulla nostra salute sono principalmente legate alla dose dipendenza che può scaturire da un eccessivo utilizzo di questa bevanda.
Infatti quelle che normalmente rappresentano delle interessanti proprietà della caffeina, possono trasformarsi in pericolose controindicazioni per la nostra salute.

Il rischio maggiore legato ad un eccessivo consumo di caffè è infatti legato all’effetto stimolatore della caffeina a livello gastrico. Un eccessiva produzione di succhi gastrici infatti può portare nel tempo a condizioni patologiche dell’apparato digerente, quali ulcere e gastrite.

Non da sottovalutare gli effetti a livello cardiaco. La caffeina infatti aumenta la frequenza cardiaca e la forza di contrazione di questo muscolo, divenendo una sostanza che dovrà essere assolutamente esclusa dalla dieta di soggetti affetti da cardiopatie.

Assolutamente vietato il consumo di caffè anche nei soggetti che soffrono di reflusso gastro-esofageo, nei soggetti ipertesi o laddove si soffra di insonnia. In questi casi infatti sarà necessario escludere dalla propria dieta questa sostanza accontentandosi, anche se con malincuore ma per il benessere del nostro organismo, di un prodotto decaffeinato o una bevanda d’orzo.

Occhio allo zucchero: se infatti avete l’abitudine di zuccherare questa bevanda, un consumo elevato di caffè significherà anche un consumo eccessivo di zucchero.

E per chi non soffre di questi disturbi qual è la dose consigliata?
Diversi studi hanno ormai dimostrato che la dose da cui non eccedere è rappresentata da 2-3 tazzine al giorno, pari a 300mg di caffeina.

Attenzione: la caffeina non è solo contenuta nel caffè ma anche nel thè, in alcuni soft drink, bevande energetiche e nella cioccolata. Considerate quindi sempre l’effetto sinergico esistente tra i cibi e non solo il numero di tazzine di caffè, per evitare l’insorgenza di spiacevoli effetti collaterali.

Una buona alimentazione è amica della salute