venerdì, 19 Aprile 2024

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Capodanno 2017: le mete perfette per i single

Credits photo: www.capodannosingle.com

Cosa fai a Capodanno?” è la domanda che fa più paura di tutte, insieme a “Ma il fidanzatino?“. Se poi le si mettono insieme il risultato è davvero strabiliante, da far venire la pelle d’oca anche ai meno romantici e più incasinati nel mondo. Sarà che tutti si immaginano l’ultimo dell’anno innamorati tra le braccia del partner?

Se non è così, però, non c’è da disperarsi. Passare un capodanno da single non è poi così male, se si pensa ad una serata con gli amici di sempre, magari a casa di qualcuno, in un locale o – perché no – in un posto diverso dal solito, lontano dalla solita routine.

SpeedVacanze, il tour operator che ha inventato la formula dei viaggi adatta ai single, ha stilato un elenco delle mete più gettonate per questo Capodanno 2017. Curiosi di sapere quali sono le 7 più “in”? Ecco la lista.

1. Canarie
2. Kenya, con Safari Africano allo Tsavo e visita alla spiaggia di Watamu
3. Thailandia, da Bangkok alle spiagge di Phuket
4. Rio de Janeiro
5. Pacchetti Crociera, con Capodanno a Dubai o in Florida, con annessa crociera alle Bahamas, Antille e Porto Rico
6. Capitali europee – Praga, Lisbona e Budapest tra le più prenotate
7. Italia – sulla neve a Canazei, relax sul Lago di Garda, in Villa in Toscana o Gala a Roma e Milano tra le preferite

Queste le destinazioni più quotate tra i giovani single che vedono il capodanno come “un’esperienza da vivere più che un viaggio mirabolante verso luoghi lontani“, come ha dichiarato Giuseppe Gambardella, ideatore di SpeedVacanze.it e di SpeedDate.it.

Viaggiare da soli: vantaggi, sfide e suggerimenti per i viaggiatori singoli

Immaginatevi di organizzare un viaggio con degli amici: avete pianificato tutto con cura, avete prenotato il volo da Milano e persino trovato un parcheggio Malpensa perfetto, in ottima posizione ed economico.

Tuttavia, proprio quando ormai è tutto pronto, un imprevisto costringe i vostri amici ad annullare il viaggio, lasciandovi soli. L’istinto iniziale potrebbe essere quello di rinunciare all’avventura, ma se invece decideste di non farlo, di partire lo stesso, potreste scoprire che questa inattesa solitudine si può rivelare invece una preziosa opportunità.

Viaggio in solitaria: pro e contro

Viaggiare da soli è un’esperienza che può essere incredibilmente gratificante e rivelarsi in grado di farvi vivere emozioni uniche, ma è importante essere consapevoli di tutti i suoi aspetti, sia positivi che negativi.

Sicuramente, uno dei principali vantaggi di un viaggio in solitaria è la libertà totale di scegliere. Senza condizionamenti, potete pianificare il vostro itinerario come desiderate, esplorare le mete che volete e rimanere il tempo che preferite in un luogo, anche se significa trascorrere l’intera giornata in un museo.

Inoltre, viaggiare da soli è un ottimo modo per riuscire a riscoprire se stessi. Questo tipo di viaggio, infatti, è in grado di mettervi in contatto con i vostri limiti e le vostre paure, affrontarle, diventando così un momento di crescita personale e di introspezione.

Inoltre, viaggiare da soli ci costringe a uscire dalla nostra cerchia e doverci obbligatoriamente interfacciare con il mondo circostante di persona. Questo può tradursi in un’ottima opportunità per fare nuove amicizie.

Fino ad ora può sembrare che viaggiare da soli sia qualcosa da fare assolutamente almeno una volta nella vita, e forse è proprio così, ma è importante conoscere anche alcuni svantaggi e problemi che potrebbero presentarsi.

La solitudine, infatti, non è per tutti: se si è abituati a condividere le esperienze con altri, la mancanza di quel legame speciale condiviso con amici o familiari può rendere alcune situazioni tristi o sconfortanti.

Inoltre, l’aspetto primario riguarda la sicurezza. Essere da soli in luoghi sconosciuti comporta un maggiore rischio, sia per quanto riguarda la sicurezza personale che il rischio di furto. È fondamentale, perciò, adottare precauzioni aggiuntive per proteggere se stessi e i propri beni.

Qualche consiglio per un viaggio da soli che sia perfetto

Alla luce di quanto abbiamo esaminato, il consiglio più prezioso per un viaggio in solitaria indimenticabile è quindi la meticolosa organizzazione. Quando si viaggia da soli, si diventa il solo responsabile dell’intero itinerario, dalla pianificazione degli spostamenti all’alloggio.

La gestione di imprevisti o situazioni di emergenza potrebbe richiedere decisioni difficili senza l’aiuto di compagni di viaggio, e il segreto per riuscire a farvi fronte è appunto sempre quello dell’organizzazione.

Inizia ad esempio prenotando hotel solo da siti e piattaforme conosciute e sicure, per non correre il rischio di restare coinvolto in qualche spiacevole inconveniente una volta che sarai arrivato sul posto.

Per quanto riguarda i trasporti, valuta le opzioni disponibili e prenota voli, treni, autobus o noleggio auto in anticipo per accedere a tariffe convenienti e soprattutto per avere ben chiaro di quale sarà l’itinerario.

Se deciderete di partire in aereo, preoccupatevi di trovare con anticipo il posto dove lasciare l’auto vicino all’aeroporto di partenza. Ad esempio se parti da Milano cercando online parcheggio Orio al Serio, se questo è il tuo aeroporto di partenza, troverai ottime opzioni di parcheggi vicino all’aeroporto che ti offriranno comodità e vantaggiose offerte: informandovi per tempo avrete modo di risparmiare e saprete di aver lasciato l’auto in un luogo affidabile. Infine, tenete sempre a portata di mano il cellulare e assicuratevi che sia carico e che permetta le telefonate anche da dove andrete. Non dimenticatevi, inoltre, di comunicare l’itinerario deciso a qualche amico e parente e tenerlo sempre aggiornato sui vostri spostamenti, così che in caso di necessità sappiano dove trovarvi.

Table Babel: imparare le lingue a cena

Credits photo: tablebabel.com/about

Si può imparare una lingua mentre si cena? Da oggi sì grazie a Table Babel, la nuova start up che permette di partecipare o organizzare cene in lingue straniere. Scopriamo insieme tutti i dettagli.

Si chiama Table Babel ed è una piattaforma online nata nel luglio 2014 quando un gruppo di ragazzi, amanti del cibo, delle lingue e dei viaggi hanno deciso di creare uno spazio in cui sia gli ideatori ma anche persone esterne potessero organizzare una cena o un aperitivo per imparare le lingue.

Ma andiamo per ordine. I creatori sono Helena Geraci, 29 anni, di Catania, Ceo; Andrea Bonanno, 29 anni, catanese, Sviluppatore e responsabile IT; Martina Ricci Gori, 28 anni, di Milano, Business Development e Account; Sarah Geraci, 27 anni, catanese di istanza a Londra, Online Marketing e Social Media.

Come si legge anche sul sito Table Babel ognuno dei ragazzi ha scelto percorsi diversi in Comunicazione, Management, Ingegneria o Economia, alternando la formazione in Italia a quella all’estero per poi porsi l’ambizioso obiettivo di creare un nuovo business.

Così è nata Table Babel, una community on line gratuita che permette a chiunque di invitare ospiti desiderosi di praticare una lingua straniera gratuitamente o con la richiesta di un contribuito che mediamente varia tra i 10 e i 20€. Il numero minimo o massimo varia a seconda dell’evento, così come il livello di conoscenza della lingua, generalmente principiante o intermedio.

Tutto ciò diviene però possibile anche grazie ai diversi ambassadors, giovani collaboratori che pubblicizzano e supportano la start up e spesso offrono aiuto con le traduzioni o con l’organizzazione delle cene in diverse città italiane. Lo scorso anno ci sono stati incontri a Bologna, Milano, Roma, Firenze, Catania e in tante altre cittadine di provincia.

Quest’anno si riparte con i primi due eventi per chi volesse migliorare l’inglese nel catanese o il cinese a Palermo. Gli startupper ricevono un minimo contributo grazie alla partnership commerciali con ristoranti e locali che sperano col tempo di aumentare progressivamente. Lo scopo principale rimane comunque quello di unire le persone attraverso i propri gusti culinari e aiutarle ad avere un approccio sempre più naturale con la lingua.

Non occorre essere residenti in una determinata città per partecipare, basta trovarsi al posto giusto nel momento giusto per cogliere un’opportunità che potrebbe farvi incontrare persone strabilianti e passare una serata diversa dal solito. Oppure se siete stanchi della monotonia della città grazie a Table Babel riuscirete a sentirvi “in viaggio” anche senza percorrere chilometri.

Airbnb: affitta alloggi da host locali (FOTO)

Credits photo: youtube.com

Airbnb è come una scuola divertente, dove per di più ti pagano: è quanto ha affermato Joe Gebbia, uno dei 3 fondatori della società Airbnb, che permette a viaggiatori e proprietari di loft, case private, alloggi vacanze, barche etc. di entrare in contatto tra loro. I privati possono affittare posti extra e, allo stesso tempo, i turisti hanno la possibilità di alloggiare con la popolazione locale. Ecco come funziona.

Nato nel 2007 col nome airbedandbreakfast, il portale, che ha accorciato il nome in Airbnb successivamente, porta le firme di Joe Gebbia, Brian Chescky e Nathan Blecharczyk: l’idea iniziale si deve a Joe e Brian che, non avendo più alcun soldo per pagare l’affitto del loro loft a San Francisco, hanno deciso di mettere a disposizione alcune stanze in cambio di una piccola somma in denaro.

Così, la loro capacità di problem solving (trovare soluzioni ai loro problemi) li ha portati a creare un’azienda sorretta da un sito in cui tutti potessero iscriversi da host e dare la possibilità agli ospiti di stare presso le loro case piuttosto che nei soliti alberghi. Non solo. La loro filosofia, basata su un forte senso di ospitalità, rispetta appieno i principi della sharing economy.

Gli stessi ideatori, forti del successo ottenuto, hanno trasformato il loro loft nell’ufficio dell’azienda, in modo che anche a lavoro si sentissero come a casa.

Credits photo: metropolismag.com
Credits photo: metropolismag.com

Col tempo si è passati da piccoli spazi a vere e proprie case vacanze, barche etc, tutti luoghi in cui i benefici dei viaggiatori stanno soprattutto nella faciilità di incontro con popolazioni della cultura locale, ma che spesso e volentieri tradiscono la filosofia iniziale di condivisione.

Pare infatti che molte aziende ma soprattutto privati utilizzino questa attivatà secondaria come fonte primaria di guadagno. Lo rivela un’inchiesta condotta sul giornale francese “Le temps”, che individua le insidie di questo business. Si tratta soprattutto di aziende immobiliari che si spacciano per privati e che sperano probabilmente in questo modo di abbattere la concorrenza.

Ma tra i più di 800.000 alloggi in 190 paesi c’è anche chi opera nel rispetto della sharing economy, dimostrando apertura mentale, curiosità e interesse nei confronti del diverso e garantendo ai viaggiatori in vacanza per brevi periodi il vantaggio di sentirsi a casa anche in una città in una parte remota del mondo.