Epidemia influenza giapponese: dopo un’impennata precoce dei casi che ha superato le soglie previste per questa stagione, il Giappone ha recentemente alzato il livello d’allerta sanitaria dichiarando uno stato di epidemia influenzale.
Le autorità segnalano oltre 6.000 pazienti provenienti da circa 3.000 centri clinici designati, con una media di 2 casi per struttura, valore che ha superato il limite epidemico nazionale.
Già durante le prime settimane d’epidemia, più di 100 scuole, asili e strutture per l’infanzia sono state chiuse in varie prefetture, in particolare Tokyo, Okinawa e Kagoshima, per contenere la diffusione del virus.
Cosa sapere sul virus H3N2
Il ceppo dominante è il virus Influenza A H3N2, noto per la sua capacità di evolversi rapidamente tramite mutazioni antigeniche (drift), il che può ridurre l’efficacia della risposta immunitaria generata dalle vaccinazioni precedenti.
Storicamente, il ceppo H3N2 è associato a stagioni influenzali con maggior tasso di ospedalizzazione rispetto ad altri sottotipi, in particolare tra gli anziani e i soggetti con malattie croniche.
Uno degli aspetti critici è che regioni dell’Asia orientale spesso fungono da “focolai originali” da cui le varianti virali possono propagarsi verso altre aree del mondo. Secondo modelli epidemiologici, le varianti più aggressive di H3N2 tendono ad emergere da Asia dell’est, poi migrare verso Europa e Americhe.
Le contromisure adottate in Giappone
Per contrastare la rapida diffusione del virus, il governo nipponico ha attivato diverse strategie.
Innanzitutto la chiusura temporanea delle scuole in zone colpite per ridurre i contatti tra bambini, che spesso fungono da amplificatori della trasmissione virale.
In parallelo, il Ministero della Salute giapponese ha intensificato la sorveglianza virologica e genetica, con raccolta e sequenziamento dei campioni virus per intercettare eventuali mutazioni emergenti che possano sfuggire all’immunità vaccinale.
Viene inoltre ribadita l’importanza della vaccinazione antinfluenzale, in particolare per le fasce più vulnerabili (anziani, bambini, soggetti con patologie croniche). Sebbene in stagioni con mutazioni antigeniche il vaccino possa essere meno efficace contro nuovi ceppi, rimane lo strumento centrale per ridurre gravità, complicazioni e pressione sugli ospedali.
Altre misure consigliate includono l’uso di mascherine in ambienti affollati, l’igiene mani e l’autoisolamento in caso di sintomi influenzali per evitare l’ulteriore diffusione. Le autorità giapponesi hanno inoltre invitato i malati a contattare i servizi medici fin dai primi sintomi, anziché attendere che la malattia peggiori.
Cosa significa per l’Europa
L’epidemia giapponese rappresenta un segnale d’allarme per i paesi europei che si preparano all’inverno. Il clima e la mobilità internazionale potrebbero favorire l’arrivo o l’amplificazione di varianti H3N2. Studi epidemiologici sottolineano che le finestre stagionali di migrazione virale sono caratteristiche del ciclo globale dell’influenza.
Per l’Italia e gli altri paesi europei, la raccomandazione è di rafforzare la campagna vaccinale, potenziare i sistemi di sorveglianza respiratoria e preparare i reparti ospedalieri per un eventuale aumento dei casi.
Incoraggiare comportamenti preventivi in popolazione (uso mascherine, igiene, consulto tempestivo).



