sabato, 7 Settembre 2024

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Semplici regole per prevenire le punture di zanzare e le malattie

Le zanzare sono insetti ematofagi, ossia si nutrono del sangue di altri animali, incluso l’uomo. Oltre ad essere fastidiose a causa delle loro punture, le zanzare possono veicolare e trasmettere diverse malattie, alcune delle quali possono essere gravi per la salute umana. Ecco alcune delle principali malattie trasmesse dalle zanzare.

Quali sono queste malattie? Come ci difendiamo?

Quali malattie trasmettono le zanzare?

Vediamo le principali malattie trasmesse da questi noiosi insetti:

  • Malaria: causata da un parassita del genere Plasmodium, che viene inoculato attraverso la puntura dell’Anopheles. La malaria può provocare febbre, brividi, affaticamento e, se non trattata, può portare a complicazioni gravi e potenzialmente mortali.
  • Dengue: viene trasmessa dalla zanzara tigre (Aedes aegypti e Aedes albopictus). I sintomi includono febbre, mal di testa, dolori muscolari e articolari, eruzioni cutanee e in alcuni casi emorragie. Può evolvere in forme gravi.
  • Chikungunya: anche questo trasmesso dalla zanzara tigre. Causa sintomi simili alla dengue, come febbre, dolori articolari e muscolari.
  • Zika: anche in questo caso zanzara tigre. Può causare sintomi lievi come febbre, eruzione cutanea, congiuntivite e dolori articolari. Particolarmente pericoloso per le donne in gravidanza, in quanto può provocare gravi malformazioni fetali.
  • Virus del Nilo Occidentale: trasmesso principalmente dalla zanzara del genere Culex, può causare febbre, mal di testa, debolezza muscolare e, in casi gravi, encefalite o meningite.
  • Filariasi linfatica: malattia causata da vermi parassiti trasmessi da zanzare del genere Culex, Anopheles e Aedes. Può portare a gravi complicazioni come elefantiasi.

Semplici regole per prevenire le punture della zanzara e le possibili malattie

Seguire poche e semplici regole, in Italia e fuori, è necessario per evitare di ammalarsi e per evitare il diffondersi di epidemie:

  • Usare repellenti per insetti: applicare regolarmente un repellente per insetti contenente ingredienti attivi come DEET, icaridina o olio di eucalipto. Seguire attentamente le istruzioni sull’etichetta per l’applicazione.
  • Coprirsi adeguatamente: indossare abiti a maniche lunghe e pantaloni lunghi, specialmente all’aperto durante le ore in cui le zanzare sono più attive, come al tramonto e all’alba, soprattutto nei paesi stranieri.
  • Utilizzare candele alla citronella: posizionare candele o torce alla citronella all’aperto per aiutare a tenere lontane le zanzare.
  • Evitare l’esposizione al tramonto: limitare al minimo le attività all’aperto durante le ore del tramonto e dell’alba, quando le zanzare sono generalmente più attive.

Cosa fare in casa e in giardino:

  • Mantenere puliti gli spazi verdi: tagliare regolarmente l’erba e potare arbusti e piante per evitare che diventino rifugi per le zanzare.
  • Eliminare ristagni d’acqua: controllare regolarmente il proprio giardino e rimuovere qualsiasi fonte di acqua stagnante, come barili, bidoni, fontane ornamentali, ecc. Queste sono aree ideali per la riproduzione delle zanzare.
  • Usare zanzariere: installare zanzariere alle finestre e porte per impedire alle zanzare di entrare in casa.
  • Pulizia: mantenere puliti i tombini, le grondaie e i canali di scolo, in modo che non si formino ristagni.
  • Trattare i ristagni con prodotti larvicidi: applicare prodotti a base di Bacillus thuringiensis israelensis (Bti) o di methoprene, insetticidi specifici per il controllo delle larve di zanzara. Questi prodotti possono essere utilizzati nelle aree in cui non è possibile eliminare completamente i ristagni d’acqua.

Emergenza West Nile: nuovi casi in Italia, ecco come difendersi

Nuovi e vecchi virus bussano alla porta: è il turno di West Nile.

Si tratta di un arbovirus che viene prevalentemente trasmesso dalle zanzare.

È stato identificato per la prima volta nel 1937 in Uganda e da allora si è diffuso in molte parti del mondo, compresa l’Europa e il Nord America.

Si sono attualmente registrati nuovi casi anche in Italia.

Emergenza West Nile: nuovi casi in Italia

Il virus del Nilo continua a rappresentare un problema di sanità pubblica in molte regioni del mondo, con focolai epidemici ricorrenti.

Negli Stati Uniti, dal 1999 al 2018 sono stati segnalati oltre 50.000 casi umani confermati, con più di 2.300 decessi.

Solo in Italia, quest’anno, sono stati registrati 13 casi con anche una morte segnalata.

Di questi 13, sette si sono manifestati nella forma neuroinvasiva. Le regioni colpite sono: Puglia, Friuli, Lombardia, Abruzzo ed Emilia. Il virus sarebbe arrivato sia dagli USA che dal Marocco, che dall’Oman.

I dati sul virus Wnv segnalano “una problematica che sta diventando sempre più importante, considerando che la circolazione interessa ben 6 regioni d’Italia” (fonte Iss).

“C’è un’esigenza di sorveglianza per queste malattie trasmesse dalle zanzare. Già si fa su diversi elementi, ma è una necessità che diventa sempre più stringente” evidenzia l’Adnkronos Salute.

Che cos’è il virus West Nile: sintomi e come difendersi

È un virus che appartiene al genere Flavivirus, che comprende anche altri virus come quelli della febbre gialla, della dengue e dell’encefalite giapponese

Si trasmette principalmente attraverso la puntura di zanzare infette, in particolare della specie Culex. Le zanzare si infettano quando si alimentano su uccelli portatori del virus.

Gli esseri umani e altri mammiferi, come cavalli, possono essere infettati dal virus ma non svolgono un ruolo nella trasmissione, in quanto non producono sufficienti particelle virali per infettare altre zanzare.

I sintomi sono:

  • febbre anche molto alta,
  • nausea,
  • vomito,
  • linfonodi ingrossati e sfoghi cutanei.
  • mal di testa,
  • debolezza muscolare,
  • disorientamento,
  • tremori,
  • disturbi visivi,
  • convulsioni

Non esiste un vaccino autorizzato per l’uomo, quindi la prevenzione si basa principalmente sul controllo delle zanzare e sulla protezione personale contro le punture.

Febbre Oropouche nuovi casi: cos’è, sintomi e come si contagia


È arrivata la notizia di due nuovi casi di febbre Oropouche riscontrati in Italia.
Che cos’è questa nuova potenziale epidemia che potrebbe diffondersi? Che sintomi da? Come si contagia?


Due casi nuovi di febbre Oropouche in Italia


Non si era mai verificata la presenza di questa febbre in Europa, di recente si sono verificati i primi due casi in Italia.
Uno è stato riscontrato in Veneto, a Giugno, su un viaggiatore di meno di 30 anni. Successivamente ne è stato identificato un altro nell’ospedale di Forlì.
I due nuovi sono stati isolati in Lombardia, identificati grazie a un test innovativo messo a punto dall’unità di bioemergenze dell’Asst Fatebenefratelli Sacco di Milano.
Il virus Oropouche viene identificato per la prima volta nel 1955 nel villaggio di Oropouche in Brasile, da cui prende il nome.
Il virus è endemico nella regione amazzonica del Brasile, diffuso in particolare negli stati del Pará, Amapá e Amazonas.


Febbre Oropouche: come si manifesta e come si contagia


Il virus Oropouche è trasmesso principalmente dalla puntura di zanzare infette appartenenti alla specie Culex quinquefasciatus che non è però presente in Europa.
Il virus può anche essere trasmesso da persona a persona, attraverso il contatto diretto con fluidi corporei infetti.

Il virus Oropouche causa febbre improvvisa molto alta, mal di testa, rush cutaneo, dolori muscolari, artralgie, nausea e vomito.
Nella maggior parte dei casi i sintomi sono lievi e la malattia si risolve in 3-5 giorni, ma in alcuni casi possono manifestarsi complicazioni come meningite e encefalite.


Non esiste un vaccino disponibile per prevenire la febbre Oropouche.
Il trattamento è principalmente sintomatico, con riposo, idratazione e antinfiammatori per alleviare i sintomi.
Chi effettua viaggi in Sudamerica, se riscontra i sintomi, dovrebbe recarsi presso uno dei centri di riferimento per le arbovirosi, in modo che si possa controllare e monitorare il virus.
Ricordiamo che la diagnosi tempestiva è fondamentale per prevenire potenziali focolai.

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Peste bubbonica: un caso in USA, come si trasmette e sintomi

La peste bubbonica ha abbandonato l’Europa tantissimi anni fa, ma a quanto pare esiste ancora nel resto del mondo.

Si è registrato qualche caso, troppo presto per creare un allarme, anche se i titoli che si leggono in giro non sono rassicuranti.

È stato registrato un nuovo caso negli USA, senza scatenare il panico spiegheremo oggi cos’è la peste umana, come si diffonde e come riconoscerla.

Peste bubbonica: un nuovo caso in USA, precedenti in Cina

In un paese del Colorado, Pueblo, si è registrato un caso di peste umana. Il Dipartimento di Salute Pubblica e Ambiente di Pueblo ha indicato che il soggetto riferiva dolori muscolari, nausea e vomito. Si tratterebbe di una dorma che ha dato luogo ad una dozzina di casi all’anno negli Stati Uniti. Nell’Oregon un uomo ha iniziato a manifestare i sintomi dopo che un gatto lo ha graffiato.

I casi di peste si sono riscontrati anche in Sud America, Africa e Asia.

Nel 2019 si è riscontrato un caso anche nelle province interne della Mongolia.

Come si trasmette e che sintomi da la peste umana

Fermo restando che non ci sono stati casi di peste umana in Italia ed in Europa, approfondiamo cos’è la peste umana.

La peste umana è causata dal batterio Yersinia pestis, e può manifestarsi come peste bubbonica, peste polmonare primaria, peste setticemica e secondaria e peste minore.

Nel caso della prima abbiamo linfonodi ingrossati, infiammati e dolenti; nel secondo caso si ha un’ infezione dell’apparato respiratorio profondo ed il contagio avviene tramite droplet e aerosol; nella peste setticemica abbiamo un’invasione batterica del sangue ed infine nella peste minore, si ha una sintomatologia lieve ma è comunque pericolosa.

La peste umana inizialmente mostra i sintomi aspecifici simili a quelli di una sindrome influenzale, tra i quali figurano febbre improvvisa e alta, malessere generalizzato, brividi, mal di testa, affaticamento, tachicardia e pressione bassa.
Si trasmette principalmente attraverso il morso della pulce dello Yersinia pestis, che possono trovarsi su gatti, ratti, scoiattoli etc.

La malattia si può anche contagiare attraverso i droplet di persone ammalate o animali infetti.