giovedì, 21 Novembre 2024

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Alla scoperta della porfiria, la malattia del vampiro

Si dice che tutte le leggende abbiano un fondo di verità e probabilmente è questo il caso della porfiria e dei vampiri.
Questa particolare malattia si trova sotto la luce dei riflettori a causa della scoperta di una giovane mamma.
I vampiri esistono e sono fra noi
, ma non sono gli esseri orrorifici con i denti a punta ed il mantello, sono persone affette da porfirismo.


Phoenix Nightingale scopre di essere affetta da porfiria


Finalmente dopo 32 anni, Phoenix Nightingale, ha scoperto qual è la causa del suo stare continuamente male.
Questa donna del Minnesota, madre di due bimbi, è sempre stata affetta da dolori atroci con crisi neurologiche. Dopo 30 anni le è stato diagnosticata la porfiria intermittente acuta.
Essendo allergica allo zolfo se mangia l’aglio ha gravi complicazioni, vi ricorda nulla?


Phoenix una volta fatta la terribile scoperta ha dovuto rivoluzionare la sua vita: “Faccio molta attenzione a ciò che mangio. Evito tantissimi alimenti. Non posso nemmeno assumere la maggioranza dei farmaci. Non ho mangiato aglio da quando mi è stata diagnosticata la malattia. Quando esco a cena, a meno che non sia un posto che conosco, guardo il menù e piango perché non so cosa posso mangiare e preferisco attenermi ai miei cibi sicuri”.
Phoenix ha deciso di raccontare al New York Post la sua storia per portare alla luce questa malattia poco nota.


Che cos’è la malattia del vampiro?


La porfiria è una patologia rara, una malattia metabolica, causata dal “deficit degli enzimi coinvolti nella produzione dell’eme”, un componente essenziale dell’emoglobina.

Colpisce molto le donne e causa dolore addominale e sintomi neurologici, dolori alla schiena, vomito, debolezza di braccia o gambe e sintomi di salute mentale.
Ci sono però diversi tipi di porfirie, ad esempio la protoporfiria eritropoietica (EPP): chi ne è affetto accusa una fotosensibilità cutanea dolorosa, quindi deve stare alla larga dal sole.


Secondo le leggende Vlad III era affetto da porfirismo e questo avrebbe influenzato le dicerie secondo cui fosse un vampiro e che tutti i vampiri temessero il sole e l’aglio.
C’è poi il fatto che i pazienti con porfirismo sono generalmente anemici e devono ricorrere alle trasfusioni di sangue, ai tempi di Vlad III chiaramente non esisteva tale pratica e si pensa che un tempo i porfirici si nutrissero di sangue animale. E forse non solo di quello.

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Le proprietà nutrizionali delle castagne ed i rimedi naturali

Oggi parliamo delle proprietà nutrizionali delle castagne e dei rimedi naturali in cui si possono impiegare.

La castagne anticamente erano il cibo dei poveri: molto versatili e molto energiche, insieme alle ghiande per un lungo periodo era il cibo che maggiormente si trovava sulle tavole di chi non poteva permettersi il pane, la carne etc.

Vediamo un riepilogo delle principali proprietà nutrizionali.

Le proprietà nutrizionali delle castagne

Il contenuto calorico è di circa 170 calorie per 100 g.

Forniscono molta energia per via dei 36 g di carboidrati per 100 g, la maggior parte dei quali sono carboidrati complessi, ideali per un rilascio energetico sostenuto.

Sono inoltre ricche di fibre alimentari (8 g per 100 g), utili per la salute intestinale e per favorire la digestione.

Anche se non sono una fonte principale di proteine, contribuiscono al fabbisogno proteico complessivo (2 g per 100 g).

In pochi sanno che contengono 30 mg di vitamina C per 100 g, importante per il sistema immunitario e la salute della pelle.

Contengono inoltre vitamine del gruppo B: B1 (tiamina), B2 (riboflavina), B3 (niacina) e B6, che supportano il metabolismo energetico.

Inoltre contengono:

  • Potassio, circa 500 mg per 100 g, utile per la regolazione della pressione sanguigna e la salute cardiaca.
  • Magnesio, circa 30 mg per 100 g, importante per la funzione muscolare e nervosa.
  • Ferro, circa 0.5 mg per 100 g, essenziale per il trasporto dell’ossigeno nel sangue.

Infine le castagne contengono antiossidanti, come i polifenoli, che possono contribuire a proteggere le cellule dai danni dei radicali liberi e sono senza glutine.

I rimedi naturali con le castagne

Le castagne non sono solo buone da mangiare, sono utili per aiutarci contro alcuni fastidi.

Le foglie di castagno sono ricche di antiossidanti e possono avere effetti antinfiammatori. Un infuso con le foglie essiccate bollite in acqua calda, aiuta ad alleviare disturbi digestivi e supporta il sistema immunitario.

Il decotto di castagne può essere utile contro la tosse e per alleviare i sintomi del raffreddore. Fai bollire le castagne in acqua per circa 30 minuti, poi filtra e bevi il liquido. Puoi addolcirlo con miele.

La polpa delle castagne cotta e schiacciata è un cataplasma contro infiammazioni e dolori muscolari.

Per un bagno rilassante e tonificante per la pelle, aggiungi castagne cotte all’acqua del bagno per un effetto lenitivo e nutriente.

Chi non deve usare questi rimedi:

  • le persone con allergie alle castagne o ad altri frutti a guscio;
  • chi ha disturbi gastrointestinali come sindrome dell’intestino irritabile (IBS) o colite;
  • le persone diabetiche devono consumarle con cautela;
  • le castagne contengono vitamina K, che può interferire con i farmaci anticoagulanti, consultare il medico;
  • le donne in gravidanza o in allattamento devono consultare il proprio medico prima di usare rimedi con le castagne;
  • non somministrare rimedi con le castagne ai bambini soprattutto ai bambini piccoli.

La nomofobia dilaga, ecco come non rimanerne vittime

Sono in aumento i casi di nomofobia, che qualcuno ormai definisce la fobia del nostro secolo.

Perchè c’è un’impennata di casi? Di cosa si tratta? Come si affronta?

Che cos’è la nomofobia?

Il termine “nomofobia” deriva dall’inglese “no mobile phone phobia”. È un fenomeno recente, emerso con l’aumento dell’uso degli smartphone e della connettività continua. Questa fobia è associata all’ansia che si prova quando si teme di non poter comunicare, accedere a informazioni o rimanere connessi con gli altri.

Si manifesta con ansia o irritabilità quando il telefono è scarico o non disponibile, che possono essere seguite da palpitazioni. Si manifesta anche con comportamenti compulsivi, come controllare continuamente il telefono per notifiche o messaggi.

Questa fobia può influenzare negativamente le relazioni personali e professionali. Le persone possono diventare eccessivamente dipendenti dai dispositivi digitali, trascurando interazioni faccia a faccia o attività offline. Inoltre, può interferire con la concentrazione e la produttività.

Chi sono le vittime di questa fobia?

Sembra che la “no mobile phone phobia” colpisca soprattutto gli adolescenti che vedo il cellulare come parte essenziale della vita quotidiana e sociale. Essendo un oggetto che li tiene connessi con la rete sociale, ha assunto per loro un valore affettivo, soprattutto nel momento in cui vi sono delle lacune emotive.

In generale tendono a sviluppare questa dipendenza  le persone che non riescono a gestire la solitudine.

Cosa fare per contrastarla?

In primo luogo occorre capire cosa genera l’ansia di rimanere sempre connessi. Se ci sono delle lacune emotive, se si soffre della paura della solitudine e dell’abbandono è necessario rivolgersi ad un terapeuta.

È necessario imparare a coltivare degli spazi per se stessi, con i propri interessi che non comprendano il telefono. Altrettanto importante è l’analisi introspettiva di se stessi, che aiuta a comprendere quali sono i motivi dell’ansia e la paura della solitudine.

Bisogna imparare progressivamente a distaccarsi dal telefono, a non usarlo a tavola o mentre si è con altre persone o in momenti in cui si necessita di concentrazione, come ad esempio durante lo studio ed il lavoro.

Fobia sociale: cos’è e come affrontarla

La fobia sociale è molto comune e si manifesta come una paura intensa e persistente delle situazioni sociali, in cui la persona teme di essere giudicata o di comportarsi in modo imbarazzante.

Vediamo cosa la causa e come curarla.

Quali sono le caratteristiche della fobia sociale?

Le persone che soffrono di questa fobia temono di essere osservate e criticate dagli altri.

Possono evitare eventi come feste, incontri o anche semplici interazioni quotidiane.

Questa fobia può interferire significativamente con la vita lavorativa e personale, portando a isolamento e difficoltà nelle relazioni.

Che cosa causa l’ansia sociale e quali sono i sintomi?

Le cause di questa fobia sociale possono essere multifattoriali, può esserci una predisposizione familiare ma solitamente è imputabile ad eventi traumatici o imbarazzanti durante l’infanzia possono contribuire allo sviluppo della fobia.

Le dinamiche familiari, come l’iper-protezione o l’assenza di supporto emotivo, e le pressioni sociali, inoltre, possono influenzare l’insorgenza della fobia.

Caratteristiche di personalità come l’autocritica e la tendenza all’ansia possono predisporre una persona al disturbo.

I sintomi principali del disturbo d’ansia sociale includono:

  • Paura intensa di situazioni sociali o di performance
  • Preoccupazione eccessiva riguardo a come si verrà giudicati dagli altri
  • Sentimenti di imbarazzo o di umiliazione anticipati
  • Sudorazione eccessiva
  • Tremori o scosse
  • Battito cardiaco accelerato
  • Nausea o malessere gastrointestinale
  • Difficoltà a respirare o sensazione di soffocamento

Come si cura la fobia sociale?

Il trattamento del disturbo d’ansia sociale può includere diverse strategie, a seconda della gravità dei sintomi e delle preferenze individuali.

La Terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è molto efficace e si concentra sulla ristrutturazione dei pensieri negativi e sull’apprendimento di abilità sociali. Aiuta a identificare e modificare schemi di pensiero disfunzionali.

È molto comune l’uso della Terapia di esposizione, consiste nell’affrontare gradualmente le situazioni temute in un ambiente controllato, per ridurre l’ansia associata.

Partecipare a gruppi di supporto può fornire un senso di appartenenza e la possibilità di condividere esperienze con persone che affrontano difficoltà simili.

Pratiche come la meditazione, il mindfulness e la respirazione profonda possono aiutare a gestire l’ansia e migliorare il benessere generale.

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