venerdì, 11 Ottobre 2024

Curiosità dal mondo

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Una breve guida alle pipette da laboratorio

Esistono talmente tanti modelli di pipette da laboratorio al mondo che non è sempre semplice scegliere quello che più si addice al compito che ci si appresta a svolgere. Certo, tutti questi strumenti hanno un aspetto simile e permettono di prelevare sostanze liquide.

Nella realtà dei fatti, però, è importante ricordare che alcune offrono una precisione migliore rispetto alle altre. Inoltre, non tutte le pipette hanno una scala graduata che consente di leggere il volume di liquido recuperato. Insomma, a seconda delle loro caratteristiche, cambiano i compiti che sono più adatte a svolgere.

Lo scopo di questa piccola guida è proprio quello di illustrare i vari usi dei principali modelli di pipetta disponibili sul mercato, in modo da ridurre al minimo gli errori e ottenere risultati migliori durante le operazioni di laboratorio.

Farmacia, Farmacista, Chimico, Alchimia

Pipette volumetriche

Tra tutte le pipette che si trovano dei laboratori, quelle volumetriche sono in assoluto le più precise. In generale, queste vengono utilizzate da coloro che studiano le proprietà chimiche e analizzano le reazioni e si possono quindi trovare nella maggior parte delle scuole, delle università e dei laboratori professionali. 

Questi strumenti sono conosciuti anche con il nome di pipette “a bulbo” o “a campana” perché presentano un rigonfiamento nella parte centrale del tubicino di vetro.

Come già accennato in precedenza, le pipette volumetriche sono famose per la loro precisione in quanto riescono a misurare fino a quattro cifre significative. Inoltre, sono disponibili in una vasta gamma di dimensioni e volumi che variano da 1 ml, 10 ml, 25 ml e fino a 50 ml.

Pipette graduate

Le pipette graduate sono meno precise delle volumetriche, ma presentano anch’esse una scala stampata o incisa sulla parete esterna del loro tubo.

Alcune presentano alla loro estremità un bulbo, altre uno stantuffo. In entrambi i casi, questo dispositivo serve per essere premuto e rilasciato in modo da permettere al liquido di penetrare all’interno del beccuccio appuntito e, da lì, nel tubo graduato della pipetta.

Modelli elettronici

Esistono modelli elettronici sia graduati che volumetrici. Si tratta di strumenti tecnologici in cui le funzioni vengono svolte automaticamente dai componenti interni al dispositivo. Chi le usa deve solo immergerle nella sostanza e azionare premendo un pulsante posto nella parte superiore.

La grande maggioranza di questi dispositivi è dotata di un display digitale su cui è possibile leggere il volume di sostanza prelevato. 

Le pipette elettroniche stanno guadagnando popolarità in tutti i settori perché sono più veloci e meno faticose da usare, soprattutto durante lo svolgimento di compiti ripetitivi. Inoltre, la presenza del display diminuisce di molto la possibilità di errori di lettura.

Micropipette

Le micropipette consentono a scienziati e tecnici di ottenere misurazioni molto accurate di volumi piccolissimi di sostanza e vengono usate anche per trasferire piccole o piccolissime quantità di liquidi, nell’ordine dei microlitri (μL). Proprio per questa loro caratteristica, sono impiegate soprattutto nei laboratori di microbiologia, cioè lo studio di batteri e altri microorganismi.

Questi strumenti sono molto delicati e devono essere calibrati regolarmente, almeno una volta ogni 3-6 mesi. 

Pipette Pasteur

Solitamente, le pipette Pasteur non sono né calibrate, né tanto meno graduate; potremmo definirle come un antenato dell’attuale contagocce per liquidi che si usa per le medicine in boccetta di vetro.

Questi strumenti presentano un bulbo nella parte superiore, come abbiamo già visto per le pipette graduate. Non sono affatto precise e vengono usate nei laboratori di biologia, piuttosto che di chimica, come mezzo per trasferire soluzioni acquose da un contenitore all’altro. Prendendo il nome dal medico francese Louis Pasteur, considerato il primo microbiologo della storia nonché l’inventore di questo strumento. Solitamente, vengono smaltite dopo l’uso.

Halloween: da Buckingham Palace a Windsor, tutti i castelli reali infestati

Come di consuetudine per Halloween si raccontano storie di case infestate.

Se per lunedi avete previsto qualche party o qualche serata fra amici, ecco uno spunto di conversazione: tutte le residenze reali inglesi infestate.

Oggi andiamo alla scoperta dei fantasmi che popolano i famosi castelli reali.

Halloween: la regina non ci credeva ma Buckingham Palace è infestata

La regina Elisabetta ignorava Halloween, non credeva nei fantasmi e non le interessavano, né ha mai permesso tour del genere.

Ma Buckingham Palace è infestata.

Una delle presenze che più sembra esser stata avvistata è quella di un monaco che ha in mano una catena. Il castello infatti sorge sulle rovine di un monastero dove si trovava anche una cella per le punizioni.

Lo staff sostiene di sentire di tanto in tanto un colpo di arma da fuoco, quello con cui si sarebbe ucciso John Gwyne, il segretario privato di Edoardo VII.

Halloween: tutti i fantasmi dei castelli reali

Quale migliore occasione se non Halloween per parlare di castelli infestati?

A Sandringham, dove la regina trascorreva il Natale, c’è chi giura di aver visto il fantasma di Giorgio VI, che qui è morto. Sempre in questo castello sarebbe stato avvistato il fantasma agitato di Lady Diana. Addirittura in questo caso fu fatta una benedizione per allontanare il fantasma della principessa triste, è riportato nei diari di Kenneth Rose che ne parla nel 2001, il fatto accadde 4 anni dopo la morte di Lady D.

Mentre invece Giorgio III sarebbe stato avvistato a Windsor, sarebbe stato visto affacciarsi da una finestra.

A Kensington Palace, dove vivono William e Kate, sarebbe stato avvistato il fantasma di Giorgio II. Lo staff lo avrebbe visto nella stanza dei bimbi che invece non hanno mai riferito nulla di strano.

A Windsor uno dei fantasmi più avvistati è quello di Anna Bolena, che viene visto vagare spesso anche nella Torre di Londra. Sembra che a Windsor si senta spesso una donna piangere e che si tratti di lei. Pare sia stata vista anche da Elisabetta II e da Margaret, sua sorella ma non ne abbiamo la certezza. Giorgio VI rivelò di averla vista per otto notti consecutive prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale. Sarebbe stato avvistato anche Enrico VIII, che camminava trascinando la gamba malata.

A Balmoral è stato avvistato John Brown, il servo della regina Vittoria e lei stessa.

A Holyroodhouse accadono cose strane: compaiono macchie di sangue che apparterrebbero a Davide Rizzio, il musico e confidente, di Mary, Queen of Scots e assassinato nel 1566 e pare si aggiri lo spettro di una donna nuda, Agnes Simpson, accusata di stregoneria, torturata e uccisa nel 1592.

Ad Hampton Court sarebbe stata avvistata Catherine Howard, moglie di Enrico VIII e Sybil Penn, serva di diversi monarchi tra cui Elisabetta I, morta di vaiolo nel 1562.

Come vengono realizzate le maschere veneziane? Le origini fino ad oggi

Curate nei minimi particolari, affascinanti ed enigmatiche le maschere veneziane rappresentano la magnifica laguna Veneziana. Oltre alla loro bellezza possiedono origini molto antiche con significati differenti, ma come vengono realizzate le maschere veneziane?

La storia delle maschere veneziane affonda le sua radici più o meno nel 1200, venivano sfoggiate con particolari restrizioni e leggi a regolarle nel famoso Carnevale di Venezia, evento unico e accattivante in cui si godeva la libertà di vestirsi e festeggiare, tagliando fuori ceto sociale, età e sesso. Nella cultura veneziana il termine “maschera” simboleggia l’azione di mettersi barba e baffi finti ed era anche il soprannome dato alle donne che si travestivano da uomini e viceversa. Indossando la maschera infatti, si cela la propria identità, così da potersi lasciar andare liberamente, divertendosi e magari atteggiarsi in base al costume che si è scelto. Le maschere quindi, simboleggiano la laguna di Venezia sotto un aspetto folcloristico ma anche misterioso, affascinante e ricco di bellezza. Scopriamo come vengono realizzate.

Come vengono create le maschere veneziane?

Le maschere veneziane vengono realizzate con gli stessi materiali con cui venivano create all’epoca, ovvero: cartapesta, terra, argilla (ceramica/gesso), stracci, tessuti, pizzo, nastri e pelli. Ai tempi gli artigiani che fabbricavano le maschere erano chiamati “maschereri”, la produzione si allargò fino a rendere possibile l’apertura di molte botteghe e dare così lavoro a parecchie persone. La tecnica antica per realizzare le maschere, è apparentemente semplice ma si porta dietro anni di tradizione, si utilizzano solo le mani e pochi materiali.

Come prima cosa bisogna scolpire una massa di creta, che a poco a poco prende forma con le caratteristiche che si voglio dare, questa è la parte più creativa e la tempistica può variare e durare giorni o diverse settimane.

Successivamente si mescola della polvere di gesso alabastro con dell’acqua e si versa sulla scultura appena scolpita. Il gesso inizialmente è molto liquido, questo permetterà che scivoli e penetri bene sulla scultura inserendosi negli interstizi. Passati alcuni minuti comincerà ad addensarsi.

Lo stampo è pronto ed il gesso ben indurito dopo 90 minuti, quest’ultimo rappresenta il prototipo della scultura originale. Successivamente lo stampo va liberato dalla scultura in creta che purtroppo viene perduta perché estratta a pezzi. Adesso è arrivato il momento di ungere lo stampo con la vaselina e riempirlo di diversi strati di carta assorbente intrisa di acqua e colla.

La maschera sarà completamente asciutta dopo circa 24 ore, ed è pronta per essere estratta dallo stampo.

Come decorare una maschera veneziana

Le maschere possono essere decorate con ogni tipo di tecnica, materiali e colori, senza porre limiti alla creatività: oro, argento, merletti, gemme, nastri, tessuti di qualsiasi genere e pizzo, proprio quest’ultimo conferisce un tocco di eleganza e classe molto apprezzato. Le maschere di carnevale di pizzo si presentano raffinate ma elaborate allo stesso tempo, e possono avere diverse forme, che ricoprono l’intero viso o soltanto gli occhi. In ogni caso ogni maschera ha una storia a sé e un significato proprio che porta dietro, tradizione, bellezza e libertà d’espressione

Hogwarts Legacy: 5 curiosità inedite

Siete pronti per Hogwarts Legacy?

La nuova avventura dell’universo di Harry Potter arriverà entro quest’anno e ci sono tante buone premesse.

Abbiamo raccolto 5 curiosità nell’attesa che il gioco venga ufficialmente presentato.

J. K. Rowling non ha partecipato ad Hogwarts Legacy

E’ una domanda che si sono fatti un po’ tutti: J. K. Rowling ha avuto qualche ruolo nella lavorazione di Hogwarts Legacy?

E’ arrivata la risposta definitiva: no.

Warner Bros. aveva in passato detto che la Rowling non sarebbe stata coinvolta direttamente nella produzione del game player è ciò è stato confermato dal sito ufficiale del gioco che afferma che “la storia presentata nel gioco non è stata ideata da J.K. Rowling”.

Ciò non toglie che comunque sarà tutto fedele al mondo creato dalla scrittrice.

Chi saranno i cattivi in Hogwarts Legacy?

Hogwarts Legacy, ambientato nell’universo di Harry Potter, avrà una sua storia e personaggi nuovi, fra questi anche dei cattivi.

Uno dei primi cattivi che s’incontreranno sarà Ranrok, un goblin che vuole guidare una rivolta. Questo sarebbe un riferimento a dei fatti antecedenti a quelli di Harry Potter, pare infatti che ci furono ribellioni simili nel 1612.

Ranrok ha scoperto una fonte di magia di cui pare voglia a tutti i costi impadronirsi.

Un altro cattivo sarà Victor Rookwood: si sospetta che possa essere un parente di Augustus Rookwood, un mago oscuro che fu un Mangiamorte, seguace di Voldemort. Grazie a questo dettaglio in molti sospettano che la trama del gioco sarà ambientata nel 1800 circa.

Cosa manca in Hogwarts Legacy?

Sarebbe emersa una cattiva notizia fra le indiscrezioni su Hogwarts Legacy: manca qualcosa.

La presentazione al State of Play di Playstation ha mostrato il prodotto su cui Avalanche Studio sta lavorando evidenziando una mancanza che è una cattiva notizia per tutti i fan.

Non ci sarà il Quidditch.

I fan sono rimasti spiazzati, nelle FAQ ufficiali del gioco, il Quidditch non viene mai menzionato. Leggiamo: “La scopa è un mezzo di trasporto per esplorare e viaggiare in Hogwarts Legacy, inoltre sono presenti anche gare con le scope. I giocatori possono frequentare le Lezioni di Volo per imparare a padroneggiare l’arte del volo su scopa”.

Sembra proprio che il famoso gioco sarà escluso.

Hogwarts Legacy ed il bug misterioso

Pare che si sia riusciti a risolvere un misterioso bug che si presentava in Hogwarts Legacy.

In un video diffuso da Avalanche Software, si vede ad un certo punto un personaggi che inizia a muovere gli arti a caso. Risolto velocemente ma anche divertente, per questo è stato condiviso.

Hogwarts Legacy: la stanza delle necessità e gli elfi

E’ prevista in Hogwarts Legacy la Stanza delle Necessità che si potrà curare e ampliare, ci si potranno coltivare piante e preparare pozioni.

Ci sarà anche un elfo di nome Deek che ci accompagnerà e ci aiuterà nella nostra avventura.