domenica, 22 Dicembre 2024

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Curiosità su Hayao Miyazaki e sui suoi film più famosi

Quante curiosità su Hayao Miyazaki conoscete? E sui suoi film più famosi?

Siamo qui per saziare la vostra sete di curiosità. Dopo Il ragazzo e l’airone, pare che ci saranno altri film, il maestro non si ferma.

In attesa del prossimo perché non fare un rewatch di tutte le sue meravigliose opere?

Curiosità su Hayao Miyazaki: 7 cose che non sapevi

Siete sicuri di sapere tutto sul celebre Hayao Miyazaki?

  1. Infanzia travagliata: Miyazaki ha avuto un’infanzia difficile, segnata dalla Seconda Guerra Mondiale. Sua madre era spesso malata e lontana, tema ricorrente nelle sue opere.
  2. Rifiuto dell’animazione tradizionale: Miyazaki non è sempre stato un grande fan dell’animazione tradizionale. All’inizio della sua carriera, preferiva i film live-action.
  3. Ossessione per i dettagli: il mastro è noto per la sua ossessione maniacale per i dettagli. Arriva a disegnare personalmente ogni singolo fotogramma dei suoi film per assicurarne la qualità.
  4. Fumettista: inizialmente Miyazaki lavorava come fumettista, per testate come “Patlabor” e “Nausicaä della Valle del Vento”.
  5. No tecnologia: il maestro ha sempre espresso un certo rifiuto e sospetto nei confronti delle nuove tecnologie, preferendo l’approccio artigianale.
  6. Riconoscimenti Internazionali: I film di Miyazaki hanno ottenuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui l’Oscar per il Miglior Film d’Animazione nel 2003 per “La città incantata”.
  7. I viaggi e la natura: il maestro da un grande significato ai viaggi, per questo ce ne sono sempre nelle sue opere. Inoltre l’amore e il rispetto per la natura sono temi centrali nei suoi film.

Curiosità sui principali film del maestro dello Studio Ghibli

Ora vediamo nel dettaglio alcune curiosità sui suoi film più famosi:

Ne Il Mio Vicino Totoro (1988) la creatura protagonista, prende il nome da una parola giapponese che significa “grossa cosa pelosa”. Miyazaki ha affermato che Totoro rappresenta l’innocenza e la magia dell’infanzia.

In Kiki – Consegne a Domicilio (1989), il personaggio di Kiki è stato ispirato dall’esperienza di Miyazaki quando sua figlia era adolescente.

Nella Principessa Mononoke (1997), Miyazaki ha dichiarato che questo film rappresenta il suo messaggio più forte sull’importanza dell’equilibrio tra umanità e natura.

Nel film Il Castello Errante di Howl (2004), il castello mobile è stato ispirato da un’antica fortezza galleggiante sul lago di Biwa in Giappone. Il maestro ha affermato che questo film parla di come affrontare le proprie paure e accettarsi per quello che si è.

La Città Incantata (2001) è forse il suo film più famoso. Miyazaki ha dichiarato che Chihiro, la protagonista, rappresenta la forza e la resilienza delle donne. Il film è una critica allegorica del consumismo e della globalizzazione nella società giapponese.

Cosa si mangia a Praga: i piatti tipici

Cosa si mangia a Praga? La capitale della Repubblica Ceca, offre una vasta gamma di delizie culinarie che riflettono la sua ricca storia e cultura.

Vediamo insieme alcuni piatti tipici.

Cosa si mangia a Praga?

Cosa si mangia a Praga? È ovvio porsi questa domanda se ci troviamo a visitare questa splendida città.

Vediamo dunque qualche piatto tipico:

  • Goulash: questo piatto a base di carne è una specialità molto diffusa in tutta l’Europa centrale. Si tratta di un gustoso stufato di carne di manzo o maiale, preparato con cipolle, paprika e spezie. Viene generalmente servito con del pane o con i tradizionali knedlíky (gnocchi cotti al vapore).
  • Svíčková: consiste in una carne di manzo arrosto, marinata in una salsa cremosa a base di panna acida, verdure e spezie. Viene solitamente accompagnato da knedlíky e viene guarnito con una fetta di limone, panna acida e prezzemolo.
  • Trdelník: è un dolce molto popolare a Praga. Il trdelník è un rotolo dolce di pasta lievitata, arrotolato attorno a un bastoncino di legno e cotto alla griglia. Viene spesso spolverato con zucchero, cannella o noci tritate e può essere servito da solo o con una crema al cioccolato o alla vaniglia.
  • Chlebíčky: sono piccoli panini aperti ricoperti di vari ingredienti come salumi, formaggi, uova sode, cetrioli, pomodori e insalata. Sono molto comuni nei bar e nei caffè di Praga.
  • Palačinky: sono simili alle crepes o alle frittelle sottili. Sono realizzati con una pastella leggera a base di uova, farina e latte, che viene poi cotta in una padella. Possono essere serviti con una vasta gamma di ripieni, come marmellata, cioccolato, frutta o panna montata.

Quali sono le bevande tipiche di Praga?

Ne vediamo alcune:

  • Birra ceca: Praga offre una vasta selezione di birre locali. Alcune delle marche di birra più popolari sono Pilsner Urquell, Budweiser Budvar, Staropramen e Kozel. Le birre ceche sono famose per la loro alta qualità e il loro sapore ricco. Puoi gustarle nei numerosi pub e birrerie della città.
  • Becherovka: è un liquore tradizionale ceco, prodotto a Karlovy Vary, una città termale nella Repubblica Ceca. È fatto con una miscela segreta di erbe, spezie e radici che gli conferiscono un sapore unico e leggermente amaro. Viene spesso servito come digestivo o mescolato con acqua tonica come aperitivo.
  • Slivovice: è un’acquavite di prugne molto popolare nella Repubblica Ceca. È un’alcolica molto forte, con un sapore fruttato e un caratteristico aroma di prugne. Può essere bevuto puro o usato come base per cocktail.
  • Medovina: è un vino di miele tradizionale ceco. È fatto con miele puro fermentato e può variare dal dolce al secco. La medovina è conosciuta per il suo sapore ricco e aromatico e viene spesso servita come bevanda calda durante i mesi invernali.

In che ordine leggere i libri di Stephen King e curiosità

In che ordine leggere i libri di Stephen King? È una domanda che mi fanno in tanti, perché io sono una fan del re dell’horror e son molti anni che lo leggo.

In realtà non c’è un ordine preciso per leggere i libri di King, a meno che non si voglia seguire un ordine cronologico che non metterò qui perché troppo lungo, vediamo però alcune informazioni utili.

In che ordine leggere i libri di Stephen King?

In che ordine leggere i libri di Stephen King? Vediamone alcuni.

Possiamo partire con “Carrie” (1974), il primo romanzo pubblicato da Stephen King, Inizialmente non gli piaceva, lo scrisse ispirandosi ad una compagna di liceo, fu sua moglie ad insistere perché lo pubblicasse.

“The Shining” (1977) è il romanzo iconico che ha ispirato il famoso film diretto da Stanley Kubrick ma non a tutti piace, esiste un seguito “Doctor Sleep”.

“Christine” (1983) che ha per protagonista una macchina posseduta.

“The Institute” (2019) e “The Fairy Tale” (2022) sono due ottimi romanzi per chi non ha mai letto King ma non vuol cominciare con qualcosa di pesante.

“It” (1986) è un romanzo mastodontico, da leggere ma non lo consiglierei per primo.

“Misery” (1987) è un thriller psicologico che segue le disavventure di uno scrittore intrappolato da una fan ossessionata, ispirato da un incidente di cui King è stato vittima.

“Pet Sematary” (1983), un romanzo inquietante sulla morte e sulla resurrezione di esseri amati.

Prima di leggere “The Dark Tower” (1982-2004), ovvero la serie della Torre Nera consiglio di leggere “Cuori in Atlantide” (1999) e “Insomnia” (1994).

Molto belli anche “Joyland” (2013) con il suo luna park infestato, “Il Miglio Verde” (1996) su cui è stato girato un bellissimo film e “Later” (2021).

10 curiosità su Stephen King

Stephen King ha utilizzato diversi pseudonimi nel corso della sua carriera. Uno dei più noti è Richard Bachman, sotto il quale ha pubblicato diversi romanzi come “The Running Man” e “Thinner”, ma quando lavorava come giornalista sportivo si faceva chiamare John Swithen.

Ha diverse fobie: ascensori e topi. Dopo un’esperienza spiacevole in un ascensore, preferisce evitare di usarli mentre la fobia dei topi ce l’ha sin da piccolo.

Rock Bottom Remainders: King è membro della band Rock Bottom Remainders, composta da scrittori famosi che suonano insieme per beneficenza. Nonostante King non sia un musicista professionista, suona la chitarra e partecipa alle loro esibizioni.

Abitudine di scrivere in un posto particolare: King ha l’abitudine di scrivere nei suoi uffici, ma uno dei suoi posti preferiti per scrivere è la sua cantina.

Collezione di smontagomme: King ha una passione insolita per la collezione di smontagomme, ha persino scritto un racconto intitolato “L’Artiglio del Diavolo” incentrato su uno smontagomme.

Superstizione sulla scrittura delle prime bozze: King crede fermamente che le prime bozze di un romanzo debbano essere scritte a mano, invece di utilizzare un computer.

Una breve guida alle pipette da laboratorio

Esistono talmente tanti modelli di pipette da laboratorio al mondo che non è sempre semplice scegliere quello che più si addice al compito che ci si appresta a svolgere. Certo, tutti questi strumenti hanno un aspetto simile e permettono di prelevare sostanze liquide.

Nella realtà dei fatti, però, è importante ricordare che alcune offrono una precisione migliore rispetto alle altre. Inoltre, non tutte le pipette hanno una scala graduata che consente di leggere il volume di liquido recuperato. Insomma, a seconda delle loro caratteristiche, cambiano i compiti che sono più adatte a svolgere.

Lo scopo di questa piccola guida è proprio quello di illustrare i vari usi dei principali modelli di pipetta disponibili sul mercato, in modo da ridurre al minimo gli errori e ottenere risultati migliori durante le operazioni di laboratorio.

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Pipette volumetriche

Tra tutte le pipette che si trovano dei laboratori, quelle volumetriche sono in assoluto le più precise. In generale, queste vengono utilizzate da coloro che studiano le proprietà chimiche e analizzano le reazioni e si possono quindi trovare nella maggior parte delle scuole, delle università e dei laboratori professionali. 

Questi strumenti sono conosciuti anche con il nome di pipette “a bulbo” o “a campana” perché presentano un rigonfiamento nella parte centrale del tubicino di vetro.

Come già accennato in precedenza, le pipette volumetriche sono famose per la loro precisione in quanto riescono a misurare fino a quattro cifre significative. Inoltre, sono disponibili in una vasta gamma di dimensioni e volumi che variano da 1 ml, 10 ml, 25 ml e fino a 50 ml.

Pipette graduate

Le pipette graduate sono meno precise delle volumetriche, ma presentano anch’esse una scala stampata o incisa sulla parete esterna del loro tubo.

Alcune presentano alla loro estremità un bulbo, altre uno stantuffo. In entrambi i casi, questo dispositivo serve per essere premuto e rilasciato in modo da permettere al liquido di penetrare all’interno del beccuccio appuntito e, da lì, nel tubo graduato della pipetta.

Modelli elettronici

Esistono modelli elettronici sia graduati che volumetrici. Si tratta di strumenti tecnologici in cui le funzioni vengono svolte automaticamente dai componenti interni al dispositivo. Chi le usa deve solo immergerle nella sostanza e azionare premendo un pulsante posto nella parte superiore.

La grande maggioranza di questi dispositivi è dotata di un display digitale su cui è possibile leggere il volume di sostanza prelevato. 

Le pipette elettroniche stanno guadagnando popolarità in tutti i settori perché sono più veloci e meno faticose da usare, soprattutto durante lo svolgimento di compiti ripetitivi. Inoltre, la presenza del display diminuisce di molto la possibilità di errori di lettura.

Micropipette

Le micropipette consentono a scienziati e tecnici di ottenere misurazioni molto accurate di volumi piccolissimi di sostanza e vengono usate anche per trasferire piccole o piccolissime quantità di liquidi, nell’ordine dei microlitri (μL). Proprio per questa loro caratteristica, sono impiegate soprattutto nei laboratori di microbiologia, cioè lo studio di batteri e altri microorganismi.

Questi strumenti sono molto delicati e devono essere calibrati regolarmente, almeno una volta ogni 3-6 mesi. 

Pipette Pasteur

Solitamente, le pipette Pasteur non sono né calibrate, né tanto meno graduate; potremmo definirle come un antenato dell’attuale contagocce per liquidi che si usa per le medicine in boccetta di vetro.

Questi strumenti presentano un bulbo nella parte superiore, come abbiamo già visto per le pipette graduate. Non sono affatto precise e vengono usate nei laboratori di biologia, piuttosto che di chimica, come mezzo per trasferire soluzioni acquose da un contenitore all’altro. Prendendo il nome dal medico francese Louis Pasteur, considerato il primo microbiologo della storia nonché l’inventore di questo strumento. Solitamente, vengono smaltite dopo l’uso.