venerdì, 5 Dicembre 2025

Curiosità dal mondo

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Uno sconosciuto in casa: Tatsuko Horikawa viveva nell’armadio

Si può vivere con uno sconosciuto in casa e non saperlo? A quanto pare sì.

Di solito si guarda sotto il letto, per vedere che non ci sia effettivamente qualcosa che ci possa afferrare per un piede nel cuore della notte.

Ma voi guardate anche negli armadi? Forse non ci saranno fantasmi o baubau, ma persone vere sì.

Si può vivere con uno sconosciuto in casa senza accorgersene?

In Giappone, un uomo va a lavorare come ogni giorno ma tornato a casa fa una scoperta interessante. Manca del cibo nel frigo.

Molto strano visto che l’uomo vive da solo. Inizialmente l’uomo, ultracinquantenne pensa di essere sonnambulo o semplicemente che lo stress gli faccia scordare le cose.

Ma le sparizioni senza spiegazione continuano. Allora l’uomo pensa che si tratti di spiriti inquieti ma piuttosto affamati.

Decide quindi di controllare la casa ma non c’è nulla e non ci sono segni di effrazione. Eppure c’è qualcosa di strano. Decide di installare delle videocamere.

Una volta installate delle telecamere, perché convinto che dei ladri si introducessero in casa sua, fa una scoperta che è stata di gran lunga peggiore.

Le telecamere installate mandano i video sul suo cellulare e così scopre che non era affatto solo in casa. Decide di chiamare la polizia.

Tatsuko Horikawa: la donna che viveva nell’armadio

L’uomo allerta la polizia che arriva velocemente in casa sua e la rivolta come un calzino. Infine trovano Tatsuko Horikawa, una donna di 58 anni, che viveva in un armadio nella casa dell’uomo.

Si nascondeva nella parte superiore di questo armadio a muro progettato per riporre i letti e i materassi. Dormiva su un futon, stretta come una sardina nell’angusto spazio. Quando l’uomo usciva per andare a lavoro, lei lasciava il suo nascondiglio e vagava per casa, mangiando il cibo che trovava in frigo, guardando la tv e poi ripulendo tutte le tracce.

La donna ha spiegato alla polizia che era una senza tetto e che un anno prima che l’uomo si accorgesse delle sparizioni era riuscita ad entrargli in casa approfittando di un giorno in cui era uscito di casa scordandosi di chiudere a chiave la porta.

Tatsuko Horikawa ha confessato di aver abitato altre case, all’insaputa dei proprietari.

La prossima volta che sparisce qualcosa o che qualcosa è fuori posto, date un’occhiata negli armadi, nella cantina o in soffitta potreste anche voi fare una sgradita scoperta.

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Bambino vampiro ritrovato a Pien: sepolto a faccia in giù e con un lucchetto

Scheletro di un bambino vampiro ritrovato in Polonia: nel mese di Halloween questa scoperta sembra assolutamente calzante.

Ma sarà verità o un fake? Sembrerebbe attendibile. Il ritrovamento è stato fatto nei dintorni del villaggio di Pien, in Polonia, mentre gli archeologi scavavano in una necropoli.

Ma perché hanno pensato subito ai vampiri? Perchè le circostanze in cui è stato sepolto sono molto oscure.

Chi è il bambino vampiro della Polonia?

Si stima che lo scheletro sia di un bambino morto fra i 5 ed i 7 anni del XVII secolo. Il modo in cui è stato seppellito desta non pochi sospetti: chi l’ha sepolto credeva che fosse una creatura maligna che sarebbe tornata in vita?

Il bambino è stata tumulato con il volto rivolto al suolo e in un piede ha un lucchetto. Perchè proprio un lucchetto?

L’archeologo Dariusz Polinski, dell’Università Nicolaus Copernicus ha spiegato: “Il lucchetto simboleggia la chiusura di una fase della vita e ha lo scopo di proteggere dal ritorno del defunto, che probabilmente era temuto. Tali pratiche hanno origine in credenze popolari e talvolta sono descritte come anti-vampiriche”.

Nei pressi sarebbe stato rinvenuto anche il corpo della presunta madre, che sebbene paia la tomba di una persona di rango, è stata sepolta come se temessero che sarebbe tornata in vita, anche lei infatti aveva un lucchetto in un piede. Non solo: aveva una falce posizionata poco sopra il collo, probabilmente per tagliarle il collo qualora avesse cercato di alzarsi. Il che ci fa pensare che fosse molto temuta.

Come venivano seppelliti i vampiri?

C’è stata una epoca remota in cui si credeva, in varie parti del mondo, che i morti potessero tornare in vita come vampiri. Queste persone ritenute pericolose venivano sepolte con molte precauzioni: si ponevano delle pietre pesanti su di loro, oppure paletti e cocci in modo che si infilzassero da soli se avessero tentato di uscire dalla tomba. I paletti generalmente si piantavano nel cuore, da qui la credenza che è così che si uccidono i vampiri. In alcuni Paesi i presunti vampiri venivano legato e incatenati, ed anche la loro sepoltura in molti casi era ricoperta da una grata di ferro con lucchetti. In alcune sepolture sono stati rivenuti scheletri con la testa mozzata, con pietre e mattoni in bocca o con gli arti inchiodati al suolo.

Questi morti così pericolosi chiaramente non potevano essere seppelliti in un cimitero cristiano o di altre religioni, e proprio questo indizio ci rivela che questo bambino non faceva parte dei vampiri.

Sepolture ebraiche: perchè i lucchetti?

Il bambino, e la presunta madre, sono stati trovati con dei lucchetti nei piedi, una tradizione ebraica per evitare che i morti raccontassero di questo mondo nell’aldilà o parlassero male dei vivi, una tradizione che sembra proprio specifica delle comunità ebraiche in Polonia.

In questa storia però c’è un “ma”: il bambino e la donna non erano sepolti in un cimitero ebraico.

Nei periodi della caccia ai vampiri, i suicidi, le persone che morivano in modo sospetto o che erano soggetti sospetti da vivi si seppellivano in fosse comuni o in luoghi isolati poiché non potevano essere ammessi in terra consacrata.

Ma perché la donna era sepolta con una falce intorno al collo? Si ipotizza che la donna possa essersi suicidata, magari in preda ad un malessere mentale, e che i suoi gesti in vita (il fatto che avesse dei canini lunghi ed appuntiti non aiutava) e la sua dipartita sia stata invece interpretata come un segno di vampirismo. È altresì vero però che secondo alcune teorie, la falce veniva posta nelle tumulazioni delle donne in gravidanza per proteggerle. Ma non sembra essere questo il caso, visto il modo in cui la falce è disposta.

E voi cosa ne pensate?

Kamala Harris: il primo presidente donna USA


Sarà davvero Kamala Harris il primo presidente donna USA?

È stata ufficializzata la ritirata di Biden, che decisamente non è in grado di sfidare Trump.
Il nome di Kamala in queste ore sta agitando le acque, lei sembra pronta a scendere in campo.


Chi è Kamala Harris e perché vuole battere Trump

Kamala è nata il 20 ottobre 1964 a Oakland, in California e quindi ha 59 anni. È stata senatrice della California dal 2017 al 2021 ed è attualmente la vicepresidente degli Stati Uniti, prima donna afroamericana a ricoprire la carica.


Prima della politica, ha lavorato come procuratore distrettuale di San Francisco (2004-2011) e procuratore generale della California (2011-2017).
Durante la sua campagna presidenziale nel 2019, ha portato avanti piattaforme incentrate su temi come giustizia razziale, riforma della giustizia penale e politiche a favore della classe media.


Kamala non è ancora ufficialmente candidata, ma ha già raccolto 46,7 milioni di dollari in donazioni per la sua campagna. Mercoledì il Comitato democratico determinerà le regole per la nomination.
La nuova potenziale candidata potrebbe essere una degna avversaria di Trump.

Cosa dice Trump e cosa dicono i sondaggi


Trump l’ha buttata giù pesante da quello spaccone che è, accogliendo la nuova rivale con commenti del tipo “è più facile da battere”, in riferimento a Biden.
“La chiamo “Laughing Kamala”, avete mai visto come ride? È pazza. Sapete, una risata può dire molto. No, sul serio, lei è fuori di testa. Non è pazza quanto Nancy Pelosi” i commenti al veleno di Trump si sprecano.
I sondaggi dicono che attualmente Trump è avanti di 1.9 punti percentuali rispetto a Harris.


Secondo il sito Fivethirtyeight, Harris ha ottenuto l’approvazione del 38.6% degli americani, contro il 50.4% di disapprovazione, mentre Trump ha visto la sua popolarità crescere a seguito dell’attentato recente. Nonostante il sostegno dei Clinton per la Harris si prospetta una dura lotta.

Curiosità su Hayao Miyazaki e sui suoi film più famosi

Quante curiosità su Hayao Miyazaki conoscete? E sui suoi film più famosi?

Siamo qui per saziare la vostra sete di curiosità. Dopo Il ragazzo e l’airone, pare che ci saranno altri film, il maestro non si ferma.

In attesa del prossimo perché non fare un rewatch di tutte le sue meravigliose opere?

Curiosità su Hayao Miyazaki: 7 cose che non sapevi

Siete sicuri di sapere tutto sul celebre Hayao Miyazaki?

  1. Infanzia travagliata: Miyazaki ha avuto un’infanzia difficile, segnata dalla Seconda Guerra Mondiale. Sua madre era spesso malata e lontana, tema ricorrente nelle sue opere.
  2. Rifiuto dell’animazione tradizionale: Miyazaki non è sempre stato un grande fan dell’animazione tradizionale. All’inizio della sua carriera, preferiva i film live-action.
  3. Ossessione per i dettagli: il mastro è noto per la sua ossessione maniacale per i dettagli. Arriva a disegnare personalmente ogni singolo fotogramma dei suoi film per assicurarne la qualità.
  4. Fumettista: inizialmente Miyazaki lavorava come fumettista, per testate come “Patlabor” e “Nausicaä della Valle del Vento”.
  5. No tecnologia: il maestro ha sempre espresso un certo rifiuto e sospetto nei confronti delle nuove tecnologie, preferendo l’approccio artigianale.
  6. Riconoscimenti Internazionali: I film di Miyazaki hanno ottenuto numerosissimi riconoscimenti, tra cui l’Oscar per il Miglior Film d’Animazione nel 2003 per “La città incantata”.
  7. I viaggi e la natura: il maestro da un grande significato ai viaggi, per questo ce ne sono sempre nelle sue opere. Inoltre l’amore e il rispetto per la natura sono temi centrali nei suoi film.

Curiosità sui principali film del maestro dello Studio Ghibli

Ora vediamo nel dettaglio alcune curiosità sui suoi film più famosi:

Ne Il Mio Vicino Totoro (1988) la creatura protagonista, prende il nome da una parola giapponese che significa “grossa cosa pelosa”. Miyazaki ha affermato che Totoro rappresenta l’innocenza e la magia dell’infanzia.

In Kiki – Consegne a Domicilio (1989), il personaggio di Kiki è stato ispirato dall’esperienza di Miyazaki quando sua figlia era adolescente.

Nella Principessa Mononoke (1997), Miyazaki ha dichiarato che questo film rappresenta il suo messaggio più forte sull’importanza dell’equilibrio tra umanità e natura.

Nel film Il Castello Errante di Howl (2004), il castello mobile è stato ispirato da un’antica fortezza galleggiante sul lago di Biwa in Giappone. Il maestro ha affermato che questo film parla di come affrontare le proprie paure e accettarsi per quello che si è.

La Città Incantata (2001) è forse il suo film più famoso. Miyazaki ha dichiarato che Chihiro, la protagonista, rappresenta la forza e la resilienza delle donne. Il film è una critica allegorica del consumismo e della globalizzazione nella società giapponese.