Le Principesse Disney come non le avete mai viste: sono sovrappeso, in carne, belle formose e in salute, e le illustrazioni del disegnatore dell’Huffington Post UK stanno già facendo il giro del web.
Ora le Principesse Disney hanno fianchi normali, gambe muscolose e petto prosperoso. Niente più corsetti, mini-vite e magrezza imbarazzante. Sono le storie più amate dai bambini (e dalle bambine) e questo è davvero un messaggio importante per tutti gli amanti dei cartoni animati. L’idea è arrivata direttamente dal sito di informazione inglese in seguito alle numerose polemiche sul nuovo film di Cenerentola.
In tantissime altre occasioni le Principesse Disney si sono prestate a campagne di sensibilizzazione, per lanciare forti messaggi e pubblicità progresso ad ogni fascia d’età. Contro la violenza sulle donne e sui minori, contro il razzismo e le discriminazioni, contro l’omofobia e mille altre ancora. Arrivare anche ai bambini più piccoli è importante per portare a tutti spot e segnali importanti come questo.
Un po’ di diversità e originalità che fa sorridere ma soprattutto riflettere: le Principesse Disney diventano plus-size, ma a noi piacciono davvero anche così. Anzi, forse molto di più.
Forse un giorno vedremo un’eroina Disney che assomiglia di più a queste signore.
Com’era New York negli anni ’60? La Grande Mela, il cui fascino e il mito di “meta e viaggio di speranza” hanno caratterizzato da sempre la sua storia, soprattutto nella nostra cultura italiana, ha ospitato tantissime delle manifestazioni e evoluzioni della società nelle sue tappe più salienti.
Contestazioni studentesche, rivoluzione e senso di libertà, apertura ai grandi scenari della seconda metà di secolo, novità nel mondo della letteratura, della musica e del cinema. New York è stata questo e molto altro ancora, ma descriverla tutta a parole sarebbe impossibile, tanto quanto insufficiente.
[WOMAN IN BLACK WITH NECKLACE AND BUTTON]
[MAN IN STRIPED SHIRT SHOWING TATTOO]
Wall st.
Tompkins Sq Park
Tompkins Sq. Park
42 st.
E. 3 st.
[WOMAN IN FRONT OF HAT DISPLAY]
5th Ave.
st. Marks Pl.
st. Marks Pl.
Waverly Place
Tompkins Sq. Park
Tompkins Sq. Park
E. 8th st.
Washington Sq. P.
E. River
[WOMAN AND WINDOW DISPLAY]
St. Marks Place
James Jowers, nato nel 1938, ha studiato fotografia e tecniche della camera oscura mentre prestava servizio nella United States Army. Alla New School nel 1965 il celebre fotografo Lisette Model divenne il suo mentore.
Il turno di notte come facchino presso l’Ospedale St. Luke lo trascorreva per le strade del suo quartiere, il famoso Lower East Side, e amava, inoltre, girovagare per tutto il resto di Manhattan: questo gli permetteva di avere una visione un po’ “diversa” sul mondo che frequentava e con il quale aveva modo di rapportarsi, catturando una vista grintosa, divertente e idiosincratica della città. Tale da portarlo a scattare migliaia di foto di singoli eventi, incontri, espressione dei volti, sorrisi e lacrime.
Le sue foto, a tutt’oggi, hanno fatto il giro del mondo.
Scheletro di un bambino vampiro ritrovato in Polonia: nel mese di Halloween questa scoperta sembra assolutamente calzante.
Ma sarà verità o un fake? Sembrerebbe attendibile. Il ritrovamento è stato fatto nei dintorni del villaggio di Pien, in Polonia, mentre gli archeologi scavavano in una necropoli.
Ma perché hanno pensato subito ai vampiri? Perchè le circostanze in cui è stato sepolto sono molto oscure.
Chi è il bambino vampiro della Polonia?
Si stima che lo scheletro sia di un bambino morto fra i 5 ed i 7 anni del XVII secolo. Il modo in cui è stato seppellito desta non pochi sospetti: chi l’ha sepolto credeva che fosse una creatura maligna che sarebbe tornata in vita?
Il bambino è stata tumulato con il volto rivolto al suolo e in un piede ha un lucchetto. Perchè proprio un lucchetto?
L’archeologo Dariusz Polinski, dell’Università Nicolaus Copernicus ha spiegato: “Il lucchetto simboleggia la chiusura di una fase della vita e ha lo scopo di proteggere dal ritorno del defunto, che probabilmente era temuto. Tali pratiche hanno origine in credenze popolari e talvolta sono descritte come anti-vampiriche”.
Nei pressi sarebbe stato rinvenuto anche il corpo della presunta madre, che sebbene paia la tomba di una persona di rango, è stata sepolta come se temessero che sarebbe tornata in vita, anche lei infatti aveva un lucchetto in un piede. Non solo: aveva una falce posizionata poco sopra il collo, probabilmente per tagliarle il collo qualora avesse cercato di alzarsi. Il che ci fa pensare che fosse molto temuta.
Come venivano seppelliti i vampiri?
C’è stata una epoca remota in cui si credeva, in varie parti del mondo, che i morti potessero tornare in vita come vampiri. Queste persone ritenute pericolose venivano sepolte con molte precauzioni: si ponevano delle pietre pesanti su di loro, oppure paletti e cocci in modo che si infilzassero da soli se avessero tentato di uscire dalla tomba. I paletti generalmente si piantavano nel cuore, da qui la credenza che è così che si uccidono i vampiri. In alcuni Paesi i presunti vampiri venivano legato e incatenati, ed anche la loro sepoltura in molti casi era ricoperta da una grata di ferro con lucchetti. In alcune sepolture sono stati rivenuti scheletri con la testa mozzata, con pietre e mattoni in bocca o con gli arti inchiodati al suolo.
Questi morti così pericolosi chiaramente non potevano essere seppelliti in un cimitero cristianoo di altre religioni, e proprio questo indizio ci rivela che questo bambino non faceva parte dei vampiri.
Sepolture ebraiche: perchè i lucchetti?
Il bambino, e la presunta madre, sono stati trovati con dei lucchetti nei piedi, una tradizione ebraica per evitare che i morti raccontassero di questo mondo nell’aldilà o parlassero male dei vivi, una tradizione che sembra proprio specifica delle comunità ebraiche in Polonia.
In questa storia però c’è un “ma”: il bambino e la donna non erano sepolti in un cimitero ebraico.
Nei periodi della caccia ai vampiri, i suicidi, le persone che morivano in modo sospetto o che erano soggetti sospetti da vivi si seppellivano in fosse comuni o in luoghi isolati poiché non potevano essere ammessi in terra consacrata.
Ma perché la donna era sepolta con una falce intorno al collo? Si ipotizza che la donna possa essersi suicidata, magari in preda ad un malessere mentale, e che i suoi gesti in vita (il fatto che avesse dei canini lunghi ed appuntiti non aiutava) e la sua dipartita sia stata invece interpretata come un segno di vampirismo. È altresì vero però che secondo alcune teorie, la falce veniva posta nelle tumulazioni delle donne in gravidanza per proteggerle. Ma non sembra essere questo il caso, visto il modo in cui la falce è disposta.
I Diddl, chi se li ricorda? Tutto è nato 1990 dalla matita del disegnatore tedesco Thomas Goletz. Diddl è un topolino bianco, dalle guance rosa e dai piedi enormi, con grandi orecchie e una coda sottile, vestito sempre con una salopette colorata.
Originariamente doveva essere un canguro. Poi è diventato il topolino più tenero e amato dalle bambine, fino a qualche anno fa: tantissime erano le famose cartoline, messaggi e biglietti d’auguri con il topolone stampato a grandi caratteri. Da lì è nato un merchandise grandissimo di portachiavi, vestiti, accessori, oggettistica, tazze, penne e matite a volontà. Vignette e fumetti a perdita d’occhio, un fenomeno mondiale vero e proprio che impazzava sulle bocche e tra le mani dei più piccoli. Sono nate mille storie d’amore, tutte grazie alla tenerezza e ai colori tenui di Diddl insieme alla sua Diddlina, una fidanzata perfetta.
Ma da un po’ di tempo non se ne sente parlare più. Esistono ancora in commercio, ma è possibile trovarli nel 90% dei casi solo su siti di vendita online o sul sito ufficiale del brand più famoso degli ultimi 10 anni.
Ma che fino hanno fatto i Diddl? Come tutte le cose, sono destinati a scomparire per sempre. Come gli scoubidou, le fate incantante e i giocattolini che sembrano essere sulla cresta dell’onda, ma dopo un paio di mesi svaniscono nel nulla. Non ci sono più, ma rimarranno sempre, e per sempre, nel cuore di chi li ha comprati, regalati, desiderati, amati.