martedì, 22 Ottobre 2024

Salute

Home Salute
Notizie sulla salute, sugli stili di vita, scoperte mediche, farmaci, diete, fitness

L’ossitocina, ormone dell’amore, utile contro l’anoressia

L’ossitocina, ormone che viene rilasciato dall’ipofisi durante le attività che presuppongono un legame umano e intimo, come il parto o il sesso, potrebbe aiutare ad attenuare le ossessioni legate a cibo e obesità nelle persone affette da anoressia, e inoltre può essere collegato, con forme artificiali di ossitocina, all’abbassamento dell’ansia nelle persone affette da autismo.

Quest’ormone chiamato anche “l’ormone dell’amore“, è collegato a sentimenti positivi. Questo è quanto suggerisce uno studio preliminare, comparso sulla rivista Psychoneuroendocrinology.

ossitocina prmone dell'amore

I pazienti affetti da anoressia hanno una serie di difficoltà sociali, che spesso iniziano nell’adolescenza prima della comparsa della malattia“, afferma l’autore senior dello studio Janet Treasure, dell’Istituto di Psichiatria del King’s College di Londra. “Questi problemi sociali, che possono avere come risultato l’isolamento – aggiunge – possono essere importanti per comprendere sia l’insorgenza che il perdurare dell’anoressia. Utilizzando l’ossitocina come potenziale trattamento per l’anoressia ci stiamo concentrando su alcuni di questi problemi di fondo che vediamo nei pazienti“.

Sono stati pubblicati due studi su Psychoneuroendocrinology. Nel primo, i ricercatori hanno analizzato 31 pazienti anoressici e 33 pazienti sani di controllo. I partecipanti sono stati invitati a guardare immagini di cibi ad alto e basso contenuto calorico, le forme del corpo grasse e magre, pesi e bilance. Hanno poi ricevuto una dose di ossitocina o un placebo tramite uno spray nasale e dopo gli è stato chiesto di guardare nuovamente le immagini. Lo scopo dell’esperimento era di misurare la velocità con cui i partecipanti identificavano le immagini.

Dopo aver assunto l’ossitocina, i pazienti anoressici sembrano essere meno ossessionati dalle immagini di cibo e obesità, hanno sostenuto i ricercatori. Invece, in precedenza, i pazienti anoressici erano concentrati maggiormente sulle immagini “negative”, come ad es. i cibi ipercalorici o le forme del corpo grasse. Quindi l’ossitocina ha ridotto la loro “attenzione polarizzazione“, portandoli a concentrarsi meno su quelle immagini.

Il secondo studio, pubblicato su PLoS ONE, aveva mostrato come gli stessi partecipanti a cui era stato dato lo stesso farmaco, e lo stesso placebo, avessero cambiato espressioni facciali: da rabbia e disgusto erano più propense verso le espressioni che mostravano felicità.

La nostra ricerca dimostra che l’ossitocina riduce tendenze inconsce dei pazienti di concentrarsi sul cibo, forma del corpo, e le emozioni negative come il disgusto” ha detto l’autore di entrambi gli studi, il Professor Youl -Ri Kim, dalla Inje University di Seoul, in Corea del Sud. “C’è attualmente una mancanza di trattamenti farmacologici efficaci per l’anoressia. La nostra ricerca suggerisce l’avvento di una nuova opzione di trattamento innovativo per i pazienti con anoressia“.

Lo studio non ha dimostrato un legame di causa-effetto tra l’ossitocina e la diminuzione di questi sentimenti ossessivi. “Si tratta di una ricerca in fase iniziale con un piccolo numero di partecipanti, ma è estremamente emozionante vedere il potenziale che questo trattamento potrebbe avere. Abbiamo bisogno di studi molto più numerosi su diverse popolazioni prima di poter iniziare a differenziare nel modo in cui i pazienti sono trattati“, ha concluso Treasure.

L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare che colpisce milioni di persone in tutto il mondo e solo in Italia i dati sono allarmanti. Oltre due milioni di ragazze soffrono di un disturbo alimentare grave. La maggior parte soffre di bulimia, circa 1,45 milioni, mentre una percentuale più ridotta soffre di anoressia, circa 750mila donne.

anoressia

Quindi, questi studi pongono le basi per un approccio nuovo e innovativo,che, nel tempo, potrà aiutare molte ragazze a risolvere questo genere di disturbi alimentari molto rischiosi per la salute e la vita di chi ne è colpito.

La Giornata Mondiale della Sindrome di Down è informazione (VIDEO)

www.gizmodo.com

Trisomia 21, o meglio conosciuta come Sindrome di Down.
Si tratta di un anomalia cromosomica – la più frequente nell’essere umano – che colpisce un nato su settecento che vivrà all’insegna della diversità.

Oggi, venerdì 21 marzo 2014, si celebra la Giornata Mondiale della Sindrome di Down.
L’obbiettivo è quello di diffondere una maggiore informazione e sensibilizzazione, nei confronti di una condizione psicofisica verso la quale la nostra cultura necessita di aprire gli orizzonti. E la nostra società necessita di essere educata.

Una persona affetta dalla Sindrome di Down non è un limite per la società.
Merita di ricevere un posto all’interno di essa, avendo la possibilità di lottare ogni giorno per il raggiungimento di quest’ultimo. Solo attraverso mezzi e modi differenti. E in quanto ad adattamento, avremmo davvero tanto da imparare.

A dimostrazione di quanto possano insegnarci, in occasione di questa giornata speciale, è stato realizzato un video i cui protagonisti sono tutti attori con la Sindrome di Down.

“Cara futura mamma..”

“Cara futura mamma” intende rassicurare tutte le mamme che aspettano la nascita del loro figlio Down, e hanno paura.
Il compito di ogni genitore è quello di preoccuparsi per il proprio figlio. Desiderare che questo cresca sano e forte. Felice e rispettoso. Sperare che ogni suo sogno o progetto venga realizzato. Ecco, cara futura mamma, nella Giornata Mondiale della Sindrome di Down hai appreso che tutto questo è possibile.

Perché si nasce portatori di handicap?

Contrariamente a quanto si possa immaginare, le persone che nascono affette dalla Sindrome di Down nascono avendo qualcosa in più: un cromosoma.
Scientificamente accade che nella coppia cromosomica n.21 all’interno delle nostre cellule, vi sono tre cromosomi invece che due.
Il numero 21 è diventato così una costante. L’ONU, infatti, ha battezzato che proprio il 21 del terzo mese dell’anno venisse celebrata la World Down Sindrome Day.

Fare il ‘pisolino’ è salutare

Stando alle parole di Manolis Kallistratos, cardiologo greco all’Asklepieion Voula General Hospital di Atene, non c’è niente di meglio di un pisolino al giorno per prendersi cura di sé. La sua nuova ricerca, presentata alla conferenza dell’European Society of Cardiology di quest’anno, infatti, appoggia in via definitiva chi non riesce a privarsi dell’abitudine di schiacciare il classico pisolino dopo pranzo: secondo l’autore dello studio, addormentarsi a metà giornata per circa un’ora aiuterebbe a monitorare i livelli della pressione e a mantenere ‘pulite’ arterie e cuore.

Durante la ricerca, gli esperti hanno tenuto sotto controllo gli effetti dei pisolini sui livelli di pressione arteriosa di 368 pazienti ipertensivi, di un’età media di 61 anni all’incirca. Dallo studio è emerso che i livelli medi di pressione di quanti avevano l’abitudine di addormentarsi erano inferiori del 5% rispetto a quelli di chi non l’aveva mai fatto. “Nonostante sembri un’inezia – dice l’autore della ricerca – anche un abbassamento di soltanto 2 mmHg di pressione sistolica può arrivare a ridurre del 10% il rischio di soffrire di disturbi cardiovascolari, di andare incontro ad infarto o ictus“.

Nonostante il poeta William Blake fosse convinto che bisognasse pensare al mattino, agire a mezzogiorno, mangiare la sera e dormire la notte, i pisolini a metà giornata sembrano avere davvero dei benefici. Due importanti politici inglesi erano grandi fan del pisolino. Winston Churchill diceva sempre che bisogna dormire un po’ tra il pranzo e la cena. Mentre Margaret Thatcher non voleva essere disturbata intorno alle 3 del pomeriggio. Secondo la nostra ricerca, entrambi avevano ragione: il pisolino a metà giornata riesce ad abbassare la pressione, agendo come un antipertensivo naturale“, ha proseguito il Dottor Kallistratos.

Salutare, certo, ma solo se dura almeno un’ora, sostengono gli studiosi: un lasso di tempo che non tutti, però, riescono a ritagliarsi, come anche il professore ha notato. “Il sonnellino ai giorni nostri è un privilegio di pochi, a causa della giornata lavorativa che in genere va dalle 9 di mattina alle 5 del pomeriggio“.

Come prendersi cura degli occhi durante l’estate

Couple on a beach

Arriva l’estate e pensiamo a proteggere la pelle dal maggiore irraggiamento solare. Devono farlo in particolare coloro che hanno una pelle sensibile e gli occhi chiari, dato che il sole può essere dannoso anche per la vista. Infatti il sole emana i raggi UV che possono provocare danni e invecchiamento precoce.

La tecnologia oftalmica è dalla nostra parte: in questi anni ha fatto passi da gigante scoprendo nuovi filtri adattabili a qualsiasi tipo di lente correttiva oltre che agli occhiali da sole. La ricerca ha permesso di scoprire nuove fonti dannose per l’occhio che conoscerai leggendo i consigli dedicati al come prendersi cura degli occhi durante l’estate.

 

Come proteggere gli occhi dai raggi Ultravioletti

I raggi ultravioletti (UV) emessi dal sole sono concausa dell’invecchiamento precoce della vista e una delle cause che porta alla cataratta. Proteggere gli occhi è possibile indossando occhiali da sole con filtro UV400 che offrono la protezione migliore bloccando l’intera gamma di radiazioni UV.

I filtri UV sono applicabili sulla lente a contatto e, naturalmente, sulle lenti tradizionali. Bisogna fare una esplicita richiesta al nostro ottico di fiducia, chiedendo di aggiungere questo filtro in fase di produzione delle lenti.

 

Proteggere gli occhi dalla Luce Blu-Violetta

Da alcuni anni a questa parte l’oftalmologia ha scoperto i danni provocati da una particolare luce blu-violetta, causa di affaticamento visivo, invecchiamento cellulare precoce e alterazione delle fasi di sonno veglia dell’organismo.

La luce blu dannosa è emessa alla frequenza di 420 nm e, a differenza di quanto si possa pensare, non è irradiata solo dagli schermi dei dispositivi digitali o dalla luce artificiale. La prima fonte di tale luce blu-violetta resta il sole. In commercio esistono lenti specificamente progettate con questo filtro e anche online si trovano offerte di lenti a contatto con filtro per luce blu-violetta.

Come pulire le lenti in spiaggia

La pulizia delle lenti in spiaggia è un affare delicato, grani di sabbia potrebbero essersi depositati sulle lenti. L’uso di tessuti non adeguati potrebbe graffiare irreparabilmente la lente. Perciò è bene procedere alla pulizia mettendosi al riparo dal vento di mare, avere le mani pulite e prive di granelli di sabbia ed usare salviette detergenti umidificate. I panni in microfibra asciutti in questo caso potrebbero rigare la superficie della lente; in alternativa è possibile usare un pennello per ottiche o una pompetta ad aria.

Al termine dell’estate e dopo tante giornate rilassanti passate al mare, sarà opportuno fare una pulizia agli ultrasuoni per eliminare ogni residuo di sabbia. L’attrezzatura è disponibile presso i negozi di ottica.

 

Lenti a contatto al mare

Le lenti a contatto al mare meritano un paragrafo dedicato. Dato che sono maggiormente esposte al fenomeno della disidratazione a causa del vento, della salsedine e della sabbia, gli esperti consigliano di comprare lenti a contatto morbide giornaliere con filtro protettivo UV, costruite con materiale a elevato bilanciamento idrico.

La lente adatta da sola non basta, bisogna ricordarsi di applicare abbondanti quantità di lacrime artificiali, o, in alternativa, usare un vaporizzatore oculare ai liposomi che si spruzza sull’occhio chiuso.