lunedì, 15 Dicembre 2025

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Apigenina, un’alleata nella lotta contro il cancro

Quanto sedano mangiamo? Quanta camomilla beviamo? Con quanto prezzemolo condiamo le nostre pietanze?

Importa? Secondo uno studio finanziato dal National Cancer Institute e dalla National Natural Science Foundation of China, sì. In questi alimenti, infatti, si concentrerebbe un’alta percentuale di apigenina, sostanza utile nella lotta contro il cancro. Secondo la ricerca, il composto presente nel sedano, metterebbe in atto un’importante azione antitumorale, in particolare contro il cancro del pancreas, delle ovaie, della mammella e dei polmoni. L’apigenina è stata infatti somministrata ad alcuni ratti che avevano contratto tumori, rivelatisi resistenti alla chemioterapia. Il composto si è così dimostrato utile nel contrastare vari tipi di metastasi presenti nell’organismo degli animali.

Uno studio similare, condotto però in vitro, aveva dimostrato come la sostanza fosse in grado di bloccare la crescita delle cellule tumorali del pancreas. A conferma di questo studio è giunta poi la ricerca dell’Universita dell’Illinois, che ha sperimentato i benefici dell’apigenina e della luteolina (sostanza presente nei peperoni, nelle carote, nel finocchio) sul cancro, in particolare riuscendo a debellare le cellule metastatiche del tumore al pancreas.

Una scoperta che consentirebbe di fare prevenzione e cura del male del secolo, semplicemente ripartendo dall’alimentazione e da cose semplici come frutta e verdura. Un’informazione, adesso, che è importante avere per iniziare ad affilare le spade per la sfida più grande: quella con la nostra salute.

Bere latte non è innaturale, la ricerca scientifica conferma

Bere latte fa bene o male alla nostra salute? Da anni si sta dibattendo proprio su questo argomento, a colpi di articoli e ricerche più o meno fondate. Se da una parte c’è chi si oppone del tutto al consumo di latte e derivati, affermando che l’assunzione di questi prodotti potrebbe essere contro natura, in quanto nessun animale adulto beve latte, dall’altra c’è chi consiglia vivamente di aumentare il suo consumo, poiché non esistono motivi salutistici abbastanza radicati in grado di suggerire di rinunciare ai latticini. La prima ipotesi è inoltre confermata dalle numerose persone affette da intolleranze al lattosio, lo zucchero presente nel latte. Ma anche qui interviene la ricerca scientifica, che avanza la propria ipotesi, affermando che in realtà il consumo di latticini apporti soltanto vantaggi all’essere umano e che la presenza del latte nell’alimentazione quotidiana è fondamentale.

Analizzando l’intolleranza al latte, si è scoperto che questa si manifesta con sintomi ben specifici, ai quali si può rimediare portando avanti una dieta adatta, che eviti il consumo di alimenti contenenti lattosio, proteine del latte e derivati. Ma da cosa è determinata l’intolleranza? Tutti i mammiferi neonati, compreso l’uomo, possiedono un enzima, la lattasi, che ha il compito di scomporre il lattosio all’interno del duodeno e nell’intestino tenue. La produzione dell’enzima tende a calare nel tempo e cessa quasi del tutto tra i 5 e i 10 anni. Proprio per questo in molte persone adulte si manifesta l’intolleranza al latte. Questa regola non vale però per tutti, in quanto chi non produce l’enzima non sviluppa necessariamente dei problemi nel consumare il latte. Non solo. Alcuni studi scientifici hanno dimostrato anche come il consumo giornaliero di lattosio possa contribuire a selezionare una flora batterica intestinale capace di alleviare i sintomi più intensi dell’intolleranza.

Inoltre l’intolleranza al latte colpisce solo una parte degli individui, poiché in quella restante è avvenuta una mutazione genetica, che ha reso l’uomo capace di digerire il latte anche da adulto. Mutazione genetica che si è poi trasmessa nel corso del tempo a una serie di individui, sviluppandosi come vero e proprio vantaggio evolutivo. Niente a che vedere con il mondo animale.

Il latte, ricco di calorie e di nutrienti ha diversi effetti benefici sull’organismo umano: la vitamina D, per esempio, regola l’assorbimento del calcio e l’assunzione regolare di latte porterebbe alla riduzione del rischio di varie malattie, come il rachitismo. Inoltre, il consumo regolare nelle quantità raccomandate, costituisce un fattore protettivo nei confronti di malattie come l’osteoporosi, l’ipertensione, il diabete, le malattie cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro.

Le 10 cause che scatenano la cellulite

Chi di noi non si è mai lamentata per la cellulite alzi la mano.

Questo antipatico inestetismo della pelle, che regala quell’effetto antiestetico a buccia d’arancia nella zona cosce e glutei, affligge la maggior parte delle donne. Spesso si associa la cellulite al sovrappeso pensando che siano due cose strettamente collegate, ma in realtà non è così. Perfino le donne molto magre possono essere vittime di questo problema, che non è dovuto al grasso in eccesso, ma alla circolazione sanguigna, che favorendo il ristagno di liquidi, crea quelle antipatiche fossette che si formano principalmente sul lato B, sui fianchi e sulle gambe.

Anche i fattori ormonali possono influire sulla cellulite, difatti è una caratteristica esclusiva del sesso femminile. Gli uomini non hanno la cellulite, a parte in alcuni rari casi dove vi sono squilibri ormonali.

Vediamo quali sono i fattori che possono contribuire alla formazione della cellulite e che sarebbe dunque meglio evitare.

1) I pantaloni troppo stretti

pantaloni stretti

Come abbiamo detto è la cattiva circolazione a far ristagnare i liquidi, per cui indossare pantaloni troppo stretti, che impediscono il normale flusso sanguigno nelle gambe e nei fianchi è deleterio per la circolazione e favorisce la formazione di cellulite.

2) Accavallare le gambe

Basic instinct

Rimanere molto tempo con le gambe accavallate intralcia i vasi sanguigni e quindi la circolazione. Nel caso in cui si sia costrette a rimanere nella stessa posizione per molto tempo, per motivi di lavoro o altro, è bene muovere le gambe frequentemente, facendo esercizi in modo da riattivare la circolazione, quindi occorre cambiare spesso posizione delle gambe e alzarsi per riattivare la normale circolazione sanguigna.

3) Esercizi aerobici

Aerobica esercizi

Gli esercizi aerobici non causano la cellulite, ma non comportano neanche il minimo giovamento per combatterla. Non serve a nulla fare jogging o esercizi aerobici, che spesso fanno perdere tonicità ed elasticità alla pelle favorendo gli insestetismi, senza abbinarci dei movimenti di tonificazione muscolare, che sono quelli che combattono la cellulite..

4) Il fumo

fumo

È scientificamente provato che il fumo fa male a qualunque cosa. Il fumo è deleterio per la pelle, la rende secca e fa ristagnare i liquidi, tutte cose che favoriscono l’insorgere della cellulite.

5) La liposuzione

liposuzione

La liposuzione rimuove il grasso in eccesso, che poi però si ridistribuisce in maniera irregolare e questo può evidenziare ancora di più la cellulite. Meglio optare per soluzioni meno invasive come le terapie a radio frequenze.

6) L’esposizione al sole

abbronzatura

Quando il sole entra a contatto con la pelle si sviluppano i radicali liberi, che indeboliscono le cellule connettive dell’epidermide e danneggiano la cute, rendendo l’inestetismo ancora più visibile. È bene utilizzare sempre ottime creme protettive per scongiurare qualsiasi danno alla pelle, tra cui anche la cellulite.

7) Lo stress testo

stress

Qualcuno pensa che lo stress faccia dimagrire, in realtà non è vero, perché gli stati di tensione e di ansia sviluppano il cortisolo, che è l’ormone che fissa il grasso nelle cosce e nei glutei, oltre a procurare anche altri danni nell’organismo. Quindi relax.

8) Le allergie

allergie

Perfino le allergie possono causare la cellulite, perché quando nell’organismo si scatena una reazione di intolleranza vengono rilasciate le istamine, che aumentano la ritenzione dei liquidi nel corpo.

9) Gli antidolorifici

antidolorifici

I farmaci antidolorifici e antiinfiammatori come l’aspirina o l’ibrupofene, hanno come effetto collaterale di trattenere i liquidi corporei. In caso di necessità conviene orientarsi verso medicine a base di paracetamolo, che non causa ritenzione idrica.

10) Le diete

dieta

Contrariamente a quanto si pensa, non sempre le diete sono efficaci per combattere la cellulite e il peso in eccesso. Le diete povere di liquidi e di proteine diminuiscono l’elasticità della pelle e fanno ristagnare il sangue. Bisogna sempre bere molta acqua e inserire nell’alimentazione tante proteine e una moderata quantità di carboidrati. Bisogna inoltre mangiare cibi cosiddetti del buonumore, come anacardi e noci, in modo da combattere anche lo stress.

credits: http://www.voglia-di.it/

Puntura d’api: sintomi e rimedi naturali

Puntura d’api: perché le api ci pungono? Succede perché si spaventano, pensano che noi vogliamo attaccarle si difendono.

Le api non pungono a meno che si sentano minacciate o provocate, quindi è importante essere cauti e rispettosi quando si trovano vicino a loro.

Puntura d’api: sintomi

La puntura d’api causa una sintomatologia specifica. Il pungiglione dell’ape è una sorta di ago appuntito collegato alle ghiandole velenifere, quindi quando pungono, iniettano veleno nella pelle della persona o dell’animale che le ha disturbate.

Quindi può dar luogo a:

  • Dolore: può essere molto dolorosa a causa del pungiglione appuntito.
  • Gonfiore e arrossamento: la zona diventa gonfia, arrossata e sensibile a causa della reazione del corpo all’iniezione di veleno.
  • Prurito: si può avvertire prurito nella zona della puntura.
  • Reazione allergica locale: può scatenare una reazione allergica locale con gonfiore e arrossamento estesi.
  • Reazione allergica sistemica: in alcune persone può causare difficoltà respiratorie, gonfiore del viso e della gola, calo della pressione sanguigna e può essere potenzialmente letale. È una situazione di emergenza che richiede immediata assistenza medica.

Rimedi naturali per la puntura d’ape

Ci sono alcuni rimedi naturali che possono aiutare a lenire il disagio causato da una puntura d’ape:

  • Bicarbonato di sodio: mescolarlo con acqua fino a formare una pasta spalmabile. Applicare questa pasta sulla puntura e lasciarla asciugare, aiuta a ridurre il prurito e l’irritazione.
  • Aceto di mele: tamponarlo delicatamente la zona della puntura, allevia il prurito e l’infiammazione.
  • Miele: ha proprietà antibatteriche e anti-infiammatorie che possono aiutare nella guarigione.
  • Ghiaccio: applicarlo, non direttamente a contatto con la pelle, aiuta a ridurre il gonfiore e l’irritazione.
  • Aloe vera: una piccola quantità di gel di aloe vera sulla puntura può contribuire a ridurre il disagio.
  • Camomilla: un impacco con una tisana fresca di camomilla aiuta a ridurre il disagio dei sintomi.
  • Buccia di banana: strofinare l’interno di una buccia di banana sulla zona colpita dalla puntura può aiutare a ridurre il prurito.