lunedì, 15 Dicembre 2025

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Zanzara tigre sintomi delle malattie che trasmette

Zanzara tigre sintomi

Zanzara tigre sintomi delle malattie che trasmette: è importante saperle riconoscere.

Questa tipologia di zanzare è sempre più diffusa e trasmette malattie virali che possono risultare molto pericolose.

L’informazione è prevenzione pertanto vi invito a condividere questo articolo.

Zanzara tigre sintomi delle malattie che trasmette

Febbre da virus Chikungunya

E’ una malattia tropicale che si manifesta con:

  • febbre alta
  • cefalea
  • stanchezza
  • dolori articolari

Sembra una comune influenza ma non lo è.
In alcuni casi, si può sviluppare anche una manifestazione cutanea a volte pruriginosa.
a febbre raramente ha una durata superiore a una settimana.

Dengue

Si può presentare in due forme distinte:

  • dengue classica
  • dengue emorragica

La dengue classica ha una sintomatologia più o meno spiccata a seconda dell’età:

  • nei bambini piccoli si manifesta sotto forma di affezione febbrile lieve accompagnata da una eruzione cutanea, con comparsa di macchie e bolle poco sporgenti sul piano della cute
  • nei ragazzi più grandi e negli adulti si presenta come un’affezione di tipo simil-influenzale, con febbre, mal di testa, dolori osteo-articolari e muscolari, disturbi gastrointestinali, con o senza comparsa dell’eruzione cutanea presente nei bambini. A volte nella dengue classica possono aversi lievi manifestazioni emorragiche, sotto forma di perdita di sangue dal naso e dalle gengive, e di emorragie sottocutanee puntiformi.

La forma di dengue emorragica si manifesta in due fasi:

  • la comparsa improvvisa di febbre, arrossamento del viso, inappetenza, lievi disturbi a carico dell’apparato gastrointestinale e delle vie aeree superiori.
  • comparsa di profonda debolezza, irritabilità, pallore, colorito cianotico, soprattutto intorno alla bocca, abbassamento della pressione sanguigna, polso rapido e debole, eruzioni cutanee. In questa seconda fase sono frequenti i fenomeni emorragici.

Malaria

I sintomi possono essere simil-influenzali e possono includere:

  • febbre
  • affaticamento
  • mal di testa
  • bassa temperatura corporea e sudorazione
  • ansia e brividi

Febbre gialla

E’ un virus che può colpire il fegato.

I sintomi includono:

  • febbre
  • affaticamento
  • mal di testa
  • brividi
  • sensibilità alla luce
  • vomito e nausea
  • arrossamento della lingua, del viso e gli occhi
  • dolori

Zanzara tigre sintomi: cose da fare e da non fare

Ecco un elenco di cose da fare per la prevenzione:

  • avere sempre dietro uno spray antizanzare
    nelle zone a rischio indossare vestiti di colore chiaro che non lascino scoperte parti del corpo
  • installare le zanzariere
  • se siamo stati in zone a rischio e si manifestano sintomi di tipo influenzale accompagnati da forti dolori articolari ed eventualmente da manifestazioni cutanee diffuse, dobbiamo consultare il nostro medico di famiglia
  • evitare l’acqua stagnante

Cose da non fare:

  • lasciare cisterne d’acqua aperte e grondaie non pulite
  • lasciare secchi, sottovasi e innaffiatoi pieni in giro
  • indossare vestiti scuri
  • ignorare i sintomi
  • non fare i vaccini prima di recarsi in zone a rischio

Mal di testa: può dipendere da cosa mangi

Mal di testa? Può dipendere dal cibo.

L’emicrania, la cefalea ed il più comune mal di testa sono disturbi con cui un sempre maggior numero di persone si deve rapportare. Sempre più persone fra cui molte donne sono costrette a fare i conti con il terribile dolore e sovente gli handicap che può comportare la cefalea dal non potersi muovere, al non riuscire a parlare, al non poter guidare (pensiamo all’emicrania con l’aurea), fino ad arrivare a nausea e svenimenti o disturbi visivi come anche la cecità temporanea.

Ebbene sì sono tutti disturbi che indicano certamente una condizione più patologica del mal di testa ma che significano ugualmente una sola cosa: terapie e medicine.

Esiste una correlazione fra cibo e mal di testa?

Pare proprio di sì, alcuni cibi possono scatenare o aumentare ma anche diminuire il mal di testa. Questo fenomeno si deve al fatto che il cibo, o meglio, le sostanze contenuto in esso influiscono sulla mobilità dei vasi sanguigni dilatandoli o restringendoli, causando variazioni di pressione per cui si ottiene che la circolazione intracranica ne risenta e quindi ecco insorgere il mal di testa.

Quali sono i cibi che dovremmo evitare se soffriamo di mal di testa?

Gli alimenti che contengono ammine ovvero formaggi stagionati, estratto di lievito, conserve di pesce, noci, banane, patate, pomodori, fragole, crostacei, uva passa, cioccolato. S’intende naturalmente per le persone che soffrono della patologia non per quelle che soffrono di occasionali mal di testa. C’è una controversi in corso sui latticini alcuni studi dimostrerebbero che sono fra i primi cibi da escludere mentre secondo altri studi lo yogurt aiuterebbe a combattere la cefalea.

In linea di massima sono da evitare tutti gli additivi alimentari, i conservanti, i fosfati, i coloranti e gli aromi artificiali. Inoltre è bene ricordare che i cibi freddi vanno consumati lentamente onde evitare l’eccessivo stimolo di alcune terminazioni nervose del palato. Si consiglia infine di evitare il consumo di bevande gassate ed alcoliche. Da evitare anche il glutammato.

Quali cibi invece si dovrebbero consumare maggiormente per evitare il mal di testa?

Pane, zucchero, pasta, riso, olio di oliva, frutta e verdura (salvo eccezioni).

Secondo gli studi i farinacei e gli amidi ridurrebbero l’insorgenza della cefalea specie se si tratta di cereali integrali. Il detto popolare vuole che il caffè sia un ottimo rimedio contro il mal di testa poichè vaso costrittore ma sembra esser una questione soggettiva.

Bisognerebbe ricordare inoltre che i digiuni ed i cali di zuccheri favoriscono l’insorgere della cefalea e di conseguenza l’irregolarità dei pasti o anche saltare la colazione potrebbero essere cause scatenanti.

Intolleranza al glutine: in Italia la celiachia è sempre più frequente

Da circa una decina d’anni sono sempre più frequenti i soggetti intolleranti al glutine, i cosiddetti celiaci.

Il glutine è una sostanza proteica presente all’interno di alcuni cereali come frumento, avena, orzo, kamut e segale. La presenza del glutine all’interno di alcuni alimenti, come pasta, pizza, alcuni tipi di dolci etc, non consente ai celiaci di poterne fare uso, per tanto questi ricorrono ai prodotti gluten free, ovvero quelli privi di glutine.

Cos’è veramente l’intolleranza al glutine?

L’intolleranza al glutine o celiachia, nome da cui deriva il termine celiaco, è una malattia non grave, ma incurabile che si può presentare in qualsiasi fascia di età, dall’infanzia all’età adulta, in tutti quei soggetti in cui il proprio organismo non tollera la presenza di alimenti contenenti il glutine, perché quest’ultimo è capace di innescare nei celiaci una serie di alterazioni nel sistema immunitario che recano dei seri danni all’intestino tenue.

L’intolleranza si manifesta con una serie di disturbi fisici come: un eccessivo senso di stanchezza, diarrea, ferro basso sotto la norma, sintomi di tipo neurologico (vertigini e svenimenti), difficoltà digestive (che possono provocare stitichezza e un ventre gonfio) e il non riuscire ad assimilare ciò che si mangia.

Nell’ultimo decennio, in Italia la celiachia si è fatta sempre più frequente fino a raggiungere, nel 2011, oltre 500.000 intolleranti al glutine.

L’aumento dell’intolleranza in vari soggetti è dovuto in gran parte sia allo sviluppo dell’informazione, che ha favorito all’incremento della diagnosi, e sia dalla continua evoluzione scientifica che, con le analisi al sangue e vari controlli, è riuscita a diagnosticare questo tipo di malattia. Non sono da sottovalutare, però, le nostre abitudini alimentari.
Oggigiorno si fa sempre più uso di cereali, di carboidrati e di alimenti che contengono un alto tasso di glutine. Un eccessivo abuso, nella nostra alimentazione, di alcuni tipi di alimenti fa si che il nostro organismo ne risenta, fino a non tollerarne più il consumo. Si va incontro così ad un’intolleranza che può essere più o meno grave, passeggera o permanente, come nel caso della celiachia con il glutine.

I punti gastronomici dedicati ai celiaci sono, per fortuna, in continuo aumento, così come i reparti al supermercato a loro dedicati con prodotti biologici e gluten free. Molti bar e ristoranti si stanno attrezzando per fornire dei pasti che anche il cliente celiaco può consumare. Ingerire un alimento non gluten free può comportare ad un celiaco dei seri disturbi allo stomaco, stanchezza e spossatezza. Solo una corretta alimentazione senza glutine può conferire ad un celiaco un perfetto stato di salute.

Carboidrati, il sesto gusto che la lingua umana percepisce

blogosfere.it

La lingua è in grado di percepire sei gusti. Oltre a possedere ricettori per il dolce, il salato, l’amaro, l’acido e il gusto saporito si è scoperto che uno dei nostri principali organi di senso è capace di identificare anche un altro gusto. Da studi precedenti era già stata rilevata questa nuova capacità della nostra lingua, ma il gusto coinvolto era stato individuato come quello dei grassi.

Ora invece un team di ricercatori della Nuova Zelanda ha individuato come sesto gusto quello dei carboidrati, le sostanze nutritive che si rompono in zucchero e formano la nostra principale fonte di energia.

Nello studio – che sarà pubblicato sulla rivista Appetite – gli scienziati hanno chiesto ai partecipanti di premere un sensore di tenuta fra il dito indice e il pollice quando veniva mostrato un determinato segnale visivo. Contemporaneamente le lingue dei soggetti sono state sciacquate con tre fluidi diversi: i primi due sono stati dolcificati artificialmente ma solo uno dei due conteneva carboidrati, mentre il terzo non era ne dolce ne ricco di carboidrati.

Il risultato? Quando è stata utilizzata la soluzione di carboidrati, i ricercatori hanno osservato un aumento del 30% nelle attività per le aree del cervello che controllano il movimento e la visione.

Secondo la spiegazione dei ricercatori questa reazione sarebbe dovuta al fatto che la nostra lingua è in grado di segnalare al cervello l’arrivo dell’energia supplementare sotto forma di carboidrati.

Questa scoperta sarebbe dunque in grado di spiegare perchè i prodotti dietetici sono spesso visti come non soddisfacenti rispetto alle loro controparti reali ma anche il motivo per cui gli atleti che fanno uso di bevande ricche di carboidrati si sentano subito rigenerati, ancora prima che il loro corpo trasformi i carboidrati in energia.

In futuro lo sviluppo di questa ricerca potrebbe addirittura portare alla creazione di alimenti dolcificati artificialmente gratificanti tanto quanto quelli naturali.