giovedì, 18 Aprile 2024

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Quanto vivrai? Scoprilo con un esercizio

Un semplice esercizio può prevedere tra quanti anni morirai? Ebbene sì, da quando alcuni fisici braasiliani hanno creato il Sitting rising test (SRT), una prova che non solo testa la capacità di sedersi e alzarsi senza toccare alcun oggetto ma sulla base di questo anche gli anni effettivi di vita rimasti al paziente.

Inventore del test è Claudio Gil Araujo, studioso dell’Università Gama Filho a Rio de Janeiro in Brasile e medico sportivo, che ha valutato, in primis, la flessibilità dei suoi atleti; successivamente, alla luce dei risultati ha affermato che mantenere i muscoli attivi può permettere di vivere a lungo.

Da qui le ricerche si sono fatte intense e sempre più mirate sino al test su 2002 volontari di età compresa tra i 51 e gli 80 anni.
Lo scopo era quello di trovare una correlazione tra la riuscita nello svolgimento dell’esercizio e una stima degli anni di vita rimasti ai pazienti stessi.
La prova si è effettuata presso la Clinica medica dell’esercizio presso il centro di Rio. Secondo i risultati ottenuti, per i pazienti con meno di 8 punti su 10 nella valutazione finale le probabilità di morte entro i successivi sei anni erano 8 su 10, per coloro che riportavano 3 o meno di 3 punti su 10, avevano 5 possibilità in più.
Il punteggio si calcola sulla base di quante volte ci si appoggia a terra col ginocchio nella fase di rialzo e, allo stesso tempo, su quanto spesso si cercano oggetti sui quali aggrapparsi

Tale esercizio, studiato in modo tale da poter essere svolto da qualsiasi persona anche a casa propria, è stato sconsigliato a tutti coloro che abbiamo già problemi di artrite. Stando a quanto afferma il fisioterapista Sammy Margo sarebbe però ambizioso anche pensare che questa prova possa essere attendibile sui cittadini del Regno Unito, in quanto non abituati a stare seduti per terra, come avviene in altre culture.

Per tale ragione, i fisioterapisti preferiscono affidarsi a test di altro tipo. Uno tra tutti è quello che valuta quante volte i pazienti riescono ad alzarsi in piedi da una posizione seduta: si misurano così resistenza e forza delle gambe.

Ci si aspetta in questo caso che, in una fascia compresa tra i 60 e i 64, donne in buona condizione di salute si alzino in piedi 12 volte in 30 secondi, mentre gli uomini 14 volte, mentre chi ha tra i 90-94 anni, sia in grado di alzarsi e sedersi almeno 4 volte, se donna, 7, se uomo.

In conclusione il consiglio è lo stesso che Claudio Gil Araujo ha dato ai suoi allievi: tanto esercizio come base della soluzione per una vita sana, ma soprattutto lunga.

Innovazioni utili per chi soffre di dementia (FOTO)

Credits photo: techpost.it

Secondo la World trade Organization sono 35.6 milioni le persone al mondo che soffrono di dementia. Questo particolare tipo di disturbo che afflige la memoria può essere causato da altri fattori quali l’Alzheimer. Per rendere più facile la vita delle persone che ne soffrono esistono diversi strumenti che aiutano a concentrarsi e migliorare l’attenzione.

Le innovazioni vanno da oggetti di uso comune, quali l’orologio o un set da tavolo, a particolari gadgets tecnologici, come sensori e gps. La dementia provoca infatti nella persona un’incapacità di prendersi cura di sé naturalmente oltre che grande confusione mentale per cui è necessario un costante controllo su abitudini e comportamenti oltre che un aiuto al paziente nella possibilità di recupero della propria autonomia (almeno parziale).

Secondo quanto scoperto dagli studiosi, ecco quali sono gli oggetti essenziali e perché possono facilitare la quotidianità degli anziani.

Orologio digitale

Credits photo: trevi.it
Credits photo: trevi.it

La perdita della cognizione del tempo è uno dei disturbi più comuni provocati dalla dementia. L’incapacità di stabilirsi cronologicamente nel tempo può essere sconfitta grazie ad un orologio digitale, sul quale leggere l’orario preciso senza rimanere confusi dalle lancette dell’analogico. A questo è poi utile aggiungere il giorno e il mese dell’anno in corso.

Luci con sensori di movimento

Credits photo: youtube.com
Credits photo: youtube.com

In molti ambienti pubblici, specialmente nei servizi igienici, sono diventate d’uso comune le luci automatiche con sensore di movimento. Queste possono essere molto utili anche in casa di chi è affetto da dementia per prevenire che la persona, nel corso della notte, cada perché ha dimenticato di accendere la luce.

Set da tavolo

Credits photo: marshable.com
Credits photo: marshable.com

La dementia porta la mente dell’anziano in una condizione di ragionamento quasi infantile, per cui anche un’attività come il pranzo o la cena ha bisogno di una guida. I colori del set da tavolo servono per incrementare il senso di appettito e aiutare gli anziani a nutrirsi del giusto fabbisogno giornaliero.

Etichette

Credits photo: faidatemania.pianetadonna.it
Credits photo: faidatemania.pianetadonna.it

Confondere gli spazi può essere davvero semplice per chi vive gli effetti della dementia. Per rispondere a questo problema, non occorrono grandi tecnologie. Basta porre delle etichette fuori dalla porta di ogni stanza: sarà così più semplice non perdersi anche all’interno di casa propria.

Sensori di movimento

Credits photo: digitalvideoht.it
Credits photo: digitalvideoht.it

Una delle invenzioni più utili arriva da un ragazzo di 15 anni, Kenneth Shinozuka, che ha creato delle calze con sensori integrati che mandano un segnale al tutore dell’anziano con dementia tramite un’app se quest’ultimo si alza inaspettatamente. Altri sensori si azionano quando il piede del paziente tocca il pavimento.

Gps

Credits photo: techpost.it
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Il gps può essere utilizzato per diversi scopi: uno di questi è rintracciare la persona di cui si ha cura e sapere dove si trova in ogni momento. Questo può anche essere depositato nella suola delle scarpe.

I maggiori consumatori di alcol nel mondo

Credits photo: meteoweb.eu

Ci sono paesi in cui il consumo d’alcol supera quote di 10 litri pro capite per anno, altri in cui è decisamente inferiore. A fare una stima percentuale precisa per ogni stato del mondo è l’Organisation for Economic co-operation and development, che mette la Lituania al primo posto. Vediamo le statistiche nei dettagli.

Ogni anno il rapporto di giovani e adulti con l’alcol cambia radicalmente. I ragazzi iniziano ad assumerlo in età sempre più precoci e pochi ne conoscono i rischi. I dati raccolti dall’Oecd analizzano il consumo di chi ha dai 15 anni in sù in un arco di tempo di 12 mesi e arriva a contare sino ai 14.3 litri annuali nella sola Lituania.

Seguono nella graduatoria dei maggiori consumatori l’Estonia con 11.8 litri, la Repubblica Ceca con 11.5 e la Francia con 11.1. D’altra parte c’è anche chi vanta un range annuale positivo: questi sono paesi quali la Turchia, l’India e l’Israele dove i litri vanno da 1 a 3, l’Indonesia, la cui stima è 0 e ancora altre nazioni in cui il consumo è ridotto per ragioni morali e religiose.

Gli stati in cui si beve di più sono, invece, anche quelli in cui il fenomeno è legato ad abitudini culturali fossilizzatisi nel tempo. Secondo il sistema di informazioni lituano relativo all’assicurazione sanitaria obbligatoria, la Lituania ha mostrato un aumento dei casi di sindrome alcolica fetale a partire dal 2011. A questa è seguita la richiesta di un progetto di legge da parte della commissione Ue per mettere delle etichette di avviso sugli alcolici, illustrandone i principali danni.

La lotta per la diminuzione del consumo di alcol è attiva anche negli altri paesi, in cui sono in corso delle politiche di prevenzione, che aiutino le persone a comprendere la necessità della moderazione. Aspettative di vita elevate e buona salute sono determinate anche e sopratutto da uno stile di vita regolare e non eccessivo.

Gli occhi: lo specchio della salute

Specchio dell’anima? Non solo. Il colore degli occhi costituirebbe un indizio rilevante circa il nostro stato di salute: è quanto emerge dalle ricerche condotte dagli specialisti del campo per anni, ricerche in cui si mette in relazione il colore dell’iride con la sensibilità al dolore, con la possibilità di sviluppare malattie come il diabete o con la sveltezza mentale. L’ultimo studio in materia, portato avanti dagli scienziati dell’Università di Pittsburgh, ha contribuito ulteriormente a stabilire cosa rappresentano gli occhi: lo specchio della salute e, per giunta, del diverso modo di metabolizzare il dolore fisico. La professoressa di anestesiologia Inna Belfer, nel monitorare un gruppo di 58 donne incinte, ha infatti constatato che le donne dagli occhi chiari soffrono molto di meno durante il parto rispetto a quelle dagli occhi castani o neri.

Fino a tempi recenti, si credeva che esistesse un tipo di gene specifico per gli occhi chiari e un altro per gli occhi scuri: un’ipotesi completamente smentita dal Dottor Jari Louhelainen, esperto di scienze bio-molecolari presso la Liverpool John Moores University, che ha dimostrato che il colore dell’iride dipende da 12-13 varianti presenti nei geni di ciascuna persona. In base a questi marker genetici è possibile prevedere, con margine di precisione che si aggira intorno al 70-90%, di che colore saranno gli occhi di un bambino in procinto di nascere. Questi stessi geni, essendo “multi-tasking”, possono essere determinanti anche in fatto di salute: per esempio, l’NCX-4 – che è connesso agli occhi scuri – controlla svariate proteine, di cui una è stata recentemente associata al dolore.

Anche la melanina, il pigmento che rende gli occhi più scuri, risulterebbe determinante per quanto riguarda la suscettibilità rispetto all’alcol: stando a un sondaggio condotto alla Georgia State University di Atlanta su più di 12.000 tra uomini e donne, i soggetti con occhi chiari parrebbero consumare decisamente più alcol se confrontati a quelli con occhi marroni o neri. Il motivo per cui le persone con gli occhi scuri farebbero un uso di alcol più moderato risiede nel fatto che, in effetti, gliene basta di meno per raggiungere lo stato d’intossicazione. Eppure, la stessa melanina non è legata soltanto alla pigmentazione, ma fa anche da isolante nelle connessioni elettriche tra le cellule nervose del cervello: una maggiore concentrazione di melanina comporterà, così, maggiore efficienza e velocità nelle operazioni mentali nei soggetti con occhi scuri. Le persone dagli occhi azzurri, dal canto loro, possono vantare un atteggiamento più strategico, una tendenza più spiccata alla pianificazione.

Tuttavia, come ha confermato una ricerca italiana del 2011, le persone con gli occhi chiari sono più inclini a sviluppare patologie diabetiche: dei soggetti monitorati nelle regioni di Lazio e Sardegna, infatti, ben il 21% è risultato avere gli occhi azzurri. E gli occhi chiari sembrerebbero essere associati anche coi problemi di udito: i ricercatori del National Hospital di Londra sono del parere che la melanina aiuti a proteggere le cellule nervose dai danni provocati dall’inquinamento acustico.

Per quanto riguarda le influenze esercitate, invece, sulla personalità, già nel 1977, all’interno del Journal of Social Psychology, si evidenziava come le persone dagli occhi chiari fossero meno propense a fare confidenze ai propri intervistatori: un dato riconfermato nel 2006 grazie allo studio di alcuni psicologi tedeschi, che hanno riscontrato quanto i bambini dagli occhi azzurri siano più introversi e diffidenti rispetto a quelli dagli occhi scuri. Inoltre, nel 2010, dei ricercatori cechi hanno scoperto che gli uomini con gli occhi castani sono quelli più comunemente percepiti come “dominanti”: questo perché, a loro dire, gli occhi azzurri sono generalmente associati all’infanzia – un’associazione che porta a percepire le persone con gli occhi chiari in chiave decisamente più bambinesca.