venerdì, 26 Aprile 2024

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Ansia: le donne ne soffrono più degli uomini

credits photo: riza.it

Un recente studio, condotto dall’Università di Cambridge, ha evidenziato che le donne hanno quasi il doppio delle probabilità di soffrire d’ansia rispetto agli uomini. Non solo, le categorie più colpite sono le donne, i giovani sotto i 35 anni e chi ha problemi di salute (il 32% delle persone con sclerosi multipla e il 15-23% dei pazienti affetti da cancro hanno un disturbo d’ansia); mentre, è particolarmente carente in alcune popolazioni, come le culture indigene, e in alcune comunità, come i tossicodipendenti, prostitute e omosessuali.

I risultati dello studio, condotto a livello globale, sono stati pubblicati nella rivista Brain and Behavior, e mostrano numeri davvero allarmanti: in Europa, più di 60 milioni di persone, ogni anno, vengono colpite da disturbi d’ansia (circa 4 persone su 100); l’America del Nord è la più colpita, con 8 persone su 100 che soffrono d’ansia; l’Asia orientale, invece, è la meno colpita, con 3 persone ogni 100.
Tuttavia, anche se le cifre sono esorbitanti, la percentuale di persone che soffrono di questo problema di salute mentale, è rimasta costante tra il 1990 e il 2010.

I disturbi ansiosi potrebbero rendere la vita di chi ne soffre, estremamente difficile, e non vanno confusi con i disturbi causati dalla depressione.
“C’è stata un sacco di attenzione per la depressione, ma l’ansia è altrettanto importante e debilitante e può portare allo sviluppo di altre malattie e disturbi psichiatrici, aumentare il rischio di suicidio ed è associata con alti costi per la società. È importante per i nostri servizi sanitari per capire come comuni sono e quali gruppi di persone sono a più alto rischio” ha affermato Olivia Remes, tra gli autori della ricerca, e medico presso il dipartimento di salute pubblica e di cure primarie presso l’Università di Cambridge.

Ma cos’è realmente l’ansia?

L’ansia è una sensazione di preoccupazione, di paura e di disagio, che persiste per lungo tempo, fino a condizionare la vita quotidiana di chi ne è colpito. Talvolta, sono presenti anche sintomi come pressione sanguigna elevata, sensazione di sonno e nausea.

Come combatterla?

Prima di iniziare qualsiasi trattamento per combattere l’ansia, è necessario discuterne con un medico specializzato, che può prescrivere trattamenti farmacologici, in base alle condizioni di ogni paziente. Per i casi meno severi, sono disponibili libri e corsi on-line, che offrono modi per imparare a gestire l’ansia.
Altri consigli utili sono quelli di evitare troppa caffeina e alcool, smettere di fumare e fare attività fisica regolarmente, che può aiutare a rilassarsi.

Come scoprire i giorni fertili per facilitare la gravidanza

credits: http://www.marieclaire.it/

Molte donne di oggi, per scoprire quali sono i loro giorni fertili, si affidano alle nuove ed aggiornatissime app, consultabili direttamente dallo smartphone. Esse infatti sono sempre più gettonate e sembrano anche affidabili. Tra le più famose e scaricate in Italia ci sono WomanLong, da acquistare su Itunes, e Il mio calendario mestruale.
Tra quelle in inglese, la migliore è Fertility friend, scaricabile su App Store o Google Play.
Attraverso queste applicazioni è possibile controllare l’andamento del proprio ciclo mestruale, l’ovulazione e la fertilità, ma anche i sintomi, gli stati d’animo, il peso e la temperatura corporea.

Tante però, preferiscono ancora i vecchi metodi, a cui si sono affidate milioni di donne fin dai tempi più antichi. Per chi ha un ciclo regolare è semplicissimo sapere in quali giorni è possibile rimanere incinta.
Bisogna sapere, innanzitutto, che l’ovulazione avviene intorno al quattordicesimo giorno dopo l’inizio delle mestruazioni. Considerando che gli spermatozoi sopravvivono nel tratto genitale femminile per circa tre giorni, mentre l’ovulo resta fecondabile per circa 48 ore, i giorni di massima fertilità sono quelli che vanno dall’undicesimo al sedicesimo giorno del ciclo. Nel caso si stia tentando di avere una gravidanza, per non impazzire dietro a calcoli e agenda, basta consumare due rapporti nella settimana dell’ovulazione per assicurare un risultato positivo.

Oltre al calendario, anche il nostro corpo può aiutarci a capire quando ci troviamo nel periodo fertile. Tra i sintomi più comuni ci sono: tensione al seno e nella zona delle ovaie, incremento del desiderio sessuale, secrezioni vaginali più abbondanti e l’aumento della temperatura basale.
Impariamo dunque ad ascoltare sempre il nostro corpo e a captare tutti i messaggi che ci manda.

Occorre, inoltre, ascoltare sempre i pareri e i consigli dei ginecologi, in modo da non vivere l’attesa di un figlio come qualcosa di stressante. Molte coppie infatti, concentrano tutti i loro rapporti sessuali in quei giorni, con la speranza che uno dei tanti tentativi si riveli essere quello giusto.
Enrico Semprini, ginecologo, nel suo libro “La nuova gravidanza“, consiglia alle coppie di lasciarsi semplicemente andare al desiderio, senza il pensiero fisso di dover per forza concepire un figlio. La natura poi farà il suo corso. La metà delle coppie concepiscono entro i sei mesi, ma non bisogna preoccuparsi se ne passano di più, perchè non c’è nulla di anormale in questo.

Purtroppo, non tutti riescono a concepire il proprio figlio in maniera naturale. Esistono infatti, vari tipi di infertilità. Ad ostacolare l’arrivo di una gravidanza, può essere una causa non irreversibile oppure una infertilità permanente. Nel caso della prima, le coppie faranno molta più fatica di quelle normali, ma questo non impedirà loro di concepire un figlio, in futuro. Nel caso della seconda invece il problema è di natura più grave.

In ogni caso, ai giorni nostri, nulla è impossibile. Le tecniche di fecondazione e riproduzione assistita infatti, sono in continua evoluzione e oggi, anche quei casi un tempo ritenuti impossibili, possono essere curati.
In particolare sono le celebrites che si stanno sottoponendo a questi tipi di interventi, soprattutto quelle più mature come età. Un caso, per esempio, è Gianna Nannini, che all’età di 56 anni è diventata mamma della piccola Penelope, proprio grazie ad un intervento di questo tipo.

Sindrome di Otello: dalla gelosia all’ossessione

“Un mostro dagli occhi verdi, un piccolo tarlo che penetra nei pensieri e insinua dubbi e insicurezze”: nella sua tragedia Otello, Shakespeare aveva colto i punti essenziali della gelosia, ossia quel sentimento morboso nei confronti del partner, che mostra ad alcune persone prive di fiducia in sè tradimenti che in realtà non esistono. Questo mostro, però, non è frutto della fantasia, ma è ben presente nella società, così come conferma Michele Cucchi, direttore del centro medico Santagostino di Milano, il quale per combatterlo ha organizzato un cineforum emotivo.

Nel 2004 si affermava che la maggior parte dei delitti passionali avvenivano tra le mura di casa, superando persino le percentuali di quelli causati dalla mafia. Oggi, la situazione non è affatto cambiata: secondo i dati Eurispes, infatti, dall’agosto 2012 al luglio 2014, sono stati 320 gli omicidi legati alla gelosia, tra cui 206 sono i casi di femminicidio.

La conclusione semplicista e banale sarebbe dunque che alla base di questi omicidi ci sia un sentimento di odio e violenza interiore. Sbagliato. In realtà la gelosia ossessiva nasce da un profondo senso di insicurezza, irrequietudine e incertezza dello stesso assassino. È quanto spiega Cucchi, che per aiutare le persone a superare questo sentimento ha organizzato un cineforum. Si tratta di 4 incontri, il primo dei quali intitolato “Il giallo della gelosia, fra amore e ossessione” ha già fatto il tutto esaurito.

Così come commenta Cucchi “il cineforum ha l’obbiettivo di allenare il cervello emotivo delle persone, entrando nell’opera, sviluppando la competenza emotiva dell’empatia. Il cinema racconta la vita delle persone permettendo di entrare nell’esperienza degli altri e di imparare a capirci meglio.” Ecco perché è importante delineare e conoscere il profilo dei moderni Otello.

La persona eccessivamente gelosa può manifestare il suo sentimento in diversi modi: il primo tra tutti è sicuramente quello del sadismo e della possessione, che lo porta a vivere in una sorta di condizione di pretesa verso un rapporto che dovrebbe essere in realtà di scambio reciproco ed equilibrato. In secondo luogo ci sono coloro che immaginano le cose più assurde come di essere stati traditi senza avere alcuna prova che lo confermi. E infine c’è chi soffre di erotomania, il caso psichiatrico più grave di gelosia delirante, in cui si vantano sul partner dei diritti che in realtà non si hanno.

Per tutti questi profili la migliore soluzione è, secondo quanto sostiene Cucchi, la comunicazione. Confrontarsi, non mentire può aiutare l’altro a sentirsi sicuro e protetto come nel grembo materno. In genere, infatti, è proprio questa mancanza a causare la maggior parte dei delitti passionali. La figura che arriva a compiere l’omicidio nell’80 % dei casi è un disoccupato con un’età media tra i 31 e i 51 anni, proprio il periodo nel quale uomo e donna dovrebbero essere autonomi e indipendenti dalla propria famiglia. Questo rito di passaggio però non sempre viene assimilato nella maniera corretta e in alcuni particolari soggetti genera la cosiddetta sindrome di Otello.

E come ben sappiamo non basta l’amore per vincerla. Occorre un profondo processo di introspezione, leggere dentro se stessi e trovare lì le cause primarie della propria insicurezza. Solo così e grazie alla comprensione da parte dell’uomo o della donna amata, si potrà sconfiggere la gelosia e vivere la relazione d’amore in serenità. Più facile a dirsi che a farsi.

Le donne innamorate ingrassano più di quelle single

donna.nanopress.it

Chi ha detto che l’amore chiude lo stomaco e toglie l’appetito? Uno studio effettuato dal portale SugarBBW.it dimostra esattamente il contrario: le donne single sono più magre rispetto alle donne innamorate. Forse perchè le single devono ancora trovare la loro dolce metà?

Stando a questo sondaggio, il 58% delle donne ha dichiarato di essere ingrassata durante il primo anno di convivenza o di matrimonio, quello che per la coppia dovrebbe essere il più gioioso e spensierato. Le donne tenderebbero a mettere su chili perchè, in particolare durante il primo anno, aumentano le cene fuori con il proprio partner, che vizia la propria compagna. Altro fattore che fa mettere su carne alle neo conviventi o neo sposate è la pigrizia: per la coppia aumenta la voglia di stare a casa, da soli, per conoscersi ancora meglio e, perchè no, per capire se la scelta fatta è quella giusta.

Insomma, le donne innamorate e che vivono una relazione felice e tranquilla ingrassano più facilmente di quelle single, che, al contrario sono più magre e decidono di tenersi in forma. Le donne sposate, che convivono o che sono semplicemente fidanzate mettono su, in media, 1,8 chili per ogni anno passato insieme al partner.

Durante il sondaggio ci sono state delle eccezioni: infatti, il 12% delle coppie innamorate che hanno deciso di sottoporsi a questo studio hanno affermato di continuare a tenersi in forma, facendo movimento o prestando attenzione all’alimentazione. Questa bassa percentuale ha deciso, a differenza di tutte le altre coppie, di non avere una vita sedentaria e di dedicare attenzione alla cura del proprio corpo.