“Le amicizie non si scelgono per caso, ma secondo le passioni che ci dominano”. Così afferma il famoso scrittore e giornalista Alberto Moravia.
Ed è proprio così: nella vita gli amici non si scelgono, è il destino che decide di farti incontrare quella persona con cui poi si instaurerà un legame affettivo e di fiducia. E nella maggior parte dei casi un legame di amicizia si viene a creare proprio fra soggetti che hanno caratteri affini fra di loro.
Ma la somiglianza caratteriale non è l’unico indicatore che identifica un’amicizia: secondo una ricerca pubblicata su ‘Pnas’ infatti, gli amici non condividono solo passioni e gusti, ma anche alcuni tratti di DNA. Secondo questo studio – condotto dall’Università della California a San Diego e della Yale University – con la persona che reputiamo amica abbiamo molti più segmenti di DNA in comune rispetto invece ad un perfetto sconosciuto.
La ricerca si è basata su 1.932 soggetti: attraverso il confronto fra coppie di amici ed estranei non imparentati gli scienziati hanno scoperto che i primi si somigliano geneticamente molto di più addirittura rispetto a persone che condividono gli stessi antenati.
Gli amici infatti sono collegati fra loro come quarti cugini o persone che hanno in comune i bis-bis-bis-bisnonni: i geni simili in persone legate da rapporti di amicizia corrispondono all’1%. Un numero che per noi potrebbe sembrare relativamente basso o insignificante ma che per i genetisti rappresenta una quantità rilevante.
L’avere dei tratti di DNA in comune con i propri amici è per i ricercatori una scoperta importante: esso infatti crea una sorta di ‘familiarità funzionale’ che potrebbe portare a dei futuri vantaggi evolutivi.
Tanto che gli studiosi hanno anche progettato un ‘punteggio dell’amicizia’, una sorta di calcolatore che è in grado di prevedere con una certa sicurezza chi diventerà un amico e chi invece rimarrà un semplice conoscente.