Ah, l’amore, l’amore. Cos’è l’amore, se non un apostrofo rosa tra le parole t’amo?
Questo un tempo, forse. Ma oggi l’amore non va più così di moda e la generazione del love 2.0 è sempre più attanagliata da dubbi amletici del tipo: “ci frequentiamo o ci fidanziamo?”
Si, perché i rapporti son diventati più complessi, con mille sfaccettature, mica ti piace uno, tu piaci a lui e via vi fidanzate, vi sposate, fate dei figli e vissero felici e contenti. No, ora no. Adesso ci sono regole sociali da rispettare. E se non siete preparati a riguardo fareste bene a non uscire di casa finché non recuperiate tutto, non sia mai incontrate il principe azzurro proprio in quel momento e mostrate tutta la vostra ignoranza, nel senso latino del termine.
Oggi è diverso, se sei giovane vuoi divertirti e l’innamoramento è un contrattempo che non deve capitare. Almeno fino ai 30 anni, poi ci si dimena disperatamente per trovare la nostra metà della mela, che voglia sposarci e renderci mamma. Ma anche una metà pera, o arancia va bene, insomma, a quell’età poi non si può far troppo la schizzinosa. Le ovaie iniziano a far capricci, se si vuole un figlio bisogna agire. Subito.
In ogni caso, a 20 anni, ma anche a 25 non ci si pensa. Sembrano ancora così lontani quei momenti in cui doversi preoccupare di trovare l’uomo della propria vita, quello che ci rende felice con un sol sorriso. A 20 anni, più che altro si cercano gli uomini della propria vita, che ci rendano felice, in modo diverso, a giorni alterni. E che non si incontrino mai, mi raccomando.
I rapporti oggi sono complicati, conosci uno su Facebook, chattate per qualche giorno, poi iniziate a chattare per tutto il giorno e poi naturalmente arriva il momento di incontrarsi di persona. Niente panico, è solo uno dei tanti, in fondo. “Dunque, lunedì non posso, esco con Marco, martedì neanche mi vedo con Davide, mercoledì lui fa sport – con Sara, in camera da letto – Giovedì! Giovedì va bene.”
Passate un pomeriggio bellissimo, superate addirittura quei fastidiosi momenti di silenzio imbarazzante con una nonchalance degna di nota e poi vi baciate anche. Tutto perfetto, a parte per un semplice dettaglio: cosa siamo? Amici, conoscenti, amanti, frequentanti, fidanzati?
Mica semplice. Dunque effettivamente la frequentazione è un po’ come la garanzia del cellulare nuovo. Lo acquisti, lo apri, lo usi e se poi vedi che non funziona lo riporti indietro e amici come prima. Senza ripercussioni, senza troppi melodrammi e senza coinvolgere amici, parenti ecc. Insomma un po’ come quando in gelateria chiediamo di assaggiare un gusto. Se poi ci piace lo mettiamo sul cono. Ecco amico caro, tu sei quel cucchiaino di gelato. Ti assaggiamo, ci pensiamo un po’ e poi se ci sei piaciuto ti acquistiamo, difetti compresi. Da questo momento, comunemente conosciuto come fidanzamento, però, caro ragazzo ingenuo, perderai ogni possibilità di: uscire con gli amici, guardare/uscire/baciare altre ragazze, non rispondere alle nostre chiamate e messaggi, manifestare il tuo disappunto relativamente a qualcosa che pensiamo/diciamo/facciamo/indossiamo, soprattutto indossiamo.
Ed effettivamente, poi, noi non ci spieghiamo come mai questi uomini non vogliono impegnarsi e preferiscano la frequentazione eterna, che dura uno, due anni, insomma quel che serve. Che poi è anche vero che quando ci si frequenta è tutto più bello, l’inizio, il cuore che batte nello stomaco prima di vederlo, l’agitazione quando si avvicina per baciarci, quando ancora non rutta in nostra presenza. Bei momenti. Ma anche noi siamo diverse quando ci frequentiamo con un ragazzo nuovo, ci trucchiamo, stiamo ore davanti all’armadio per decidere cosa metterci, ci depiliamo tutti i giorni, addirittura, insomma tutte cose che spariscono nell’esatto istante in cui ci si fidanza.
E non giustifichiamoci dicendo che poi quando si ama queste cose non sono più importanti, solo per nascondere la nostra incuranza. Perché cari miei, impacchettarvi e rispedirvi indietro è un attimo. Change! Avanti il prossimo.