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La prima sezione della Corte di Cassazione – sentenza numero 15138/2015 – chiude la vicenda della sterilizzazione forzata per la rettificazione degli atti di stato civile delle persone transessuali con una decisione molto importante: per cambiare sesso sui documenti non serve un’operazione chirurgica.

Seconda la Cassazione, infatti, “la percezione di una disforia di genere (secondo la denominazione attuale del D.S.M. V, il manuale statistico diagnostico delle malattie mentali) determina l’esigenza di un percorso soggettivo di riconoscimento di questo primario profilo dell’identità personale né breve né privo d’interventi modificativi delle caratteristiche somatiche ed ormonali originarie. Il profilo diacronico e dinamico ne costituisce una caratteristica ineludibile e la conclusione del processo di ricongiungimento tra ‘soma e psichè non può, attualmente, essere stabilito in via predeterminata e generale soltanto mediante il verificarsi della condizione dell’intervento chirurgico. L’interesse pubblico alla definizione certa dei generi, anche considerando le implicazioni che ne possono conseguire in ordine alle relazioni familiari e filiali, non richiede il sacrificio del diritto alla conservazione della propria integrità psico fisica sotto lo specifico profilo dell’obbligo dell’intervento chirurgico inteso come segmento non eludibile dell’avvicinamento del some alla psiche. L’acquisizione di una nuova identità di genere può essere il frutto di un processo individuale che non ne postula la necessità, purché la serietà ed univocità del percorso scelto e la compiutezza dell’approdo finale sia accertata, ove necessario, mediante rigoroso accertamenti tecnici in sede giudiziale

Un traguardo molto importante questo che, finalmente, ha sottolineato che l’intervento chirurgico di riassegnazione del sesso risulta dannoso per la persona, sia per il corpo che per la mente, se non è il risultato di una decisione totalmente personale. Gli interventi che riguardano i caratteri sessuali primari possono essere molto invasivi ed avere conseguenza negative, ma grazie a terapie ormonali e interventi su caratteri sessuali secondari la persona può raggiungere un totale equilibrio.