Nel film “Carol”, Cate Blanchett interpreta una donna lesbica negli anni ’50. Ma nella vita reale? Giorni fa, l’attrice australiana, aveva creato scalpore al Festival di Cannes affermando di essere bisessuale. La notizia, ovviamente, aveva fatto il giro del mondo, e molti si erano chiesti se non fosse in realtà una qualche mossa di marketing per promuovere il film.

Alla luce dei fatti, Cate Blanchett smentisce le presunti voci sul suo orientamento sessuale: “Non sono omosessuale e questo argomento dovrebbe riguardare il privato. Siamo nel 2015 non nel 1950 come nel film Carol e a chi importa?” Nel mondo della moda, come in quello del cinema, essere gay non sembra essere più una forma di discriminazione, ma è vero anche che nella patinata Hollywood le attrici lesbiche dichiarate sono davvero poche, se si pensa solo a Jodie Foster e alla coppia Ellen DeGeneres-Portia De Rossi.

In “Carol” l’attrice appare in tutta la sua sensualità da femme fatale mentre flirta con un’altra donna. “Viviamo in un’epoca profondamente conservatrice”, ha continuato poi Cate Blanchett in conferenza stampa, “e se pensiamo diversamente siamo molto stupidi. In alcuni posti del mondo, una settantina, l’omosessualità e’ persino ancora illegale”. Eppure qualche dubbio resta. Qualche giorno fa, all’attrice era stato chiesto se si trattava della sua prima volta da lesbica, e lei con un sorriso aveva risposto “In un film o nella vita reale?”. Successivamente, la stessa Blanchett aveva affermato di avere avuto relazioni anche con donne in passato.

“Si tratta di affari privati, aspetti della propria personalita’ e comunque la mia vita non deve interessare gli altri. Chiamatemi antica ma penso che un attore non debba guardare al proprio noioso, microscopico universo ma arrivare ad una connessione empatica e psicologica con il ruolo che sta interpretando. Solo cosi’ puo’ regalare emozioni al pubblico. La mia vita vera non e’ di alcun interesse a nessun altro”, ha poi concluso.

La smentita di Cate Blanchett arriva proprio nella giornata contro l’omofobia, quindi c’è da chiedersi: sarà vero oppure si tratta solo di pubblicità gratuita?