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Polemiche a non finire per il manifesto elettorale di Giorgia Meloni per le elezioni europee.

Un viso riposato, senza occhiaie ne rughe e un’acconciatura impeccabile hanno fatto subito gridare gli utenti di Twitter al ritocco con Photoshop. Ma anche fosse?

Di questi pregiudizi o commenti maligni guarda caso ci si fa portavoce soltanto nei casi in cui ad apparire su un cartellone pubblicitario siano le donne. Non importa di che partito, di che età o di che professione, l’importante è che sia sempre il gentil sesso quello ad essere attaccato di fare uso di ritocchini virtuali o chirurgici.

Come se gli uomini – siano essi politici, modelli o attori – che appaiono sulle gigantografie pubblicitarie fossero completamente esenti e nemmeno lontanamente sfiorati dai tocchi magici di Photoshop. Loro sono sempre al naturale, la pubblicità riporta il loro volto esattamente come mamma li ha fatti.

A credere a queste cose saranno sicuramente in pochi. Eppure è un dato di fatto che le polemiche riguardino solo le donne. Che sia questa una nuova forma di sessismo e discriminazione del sesso “debole”? Tutto è possibile. Fatto sta che il mondo femminile mal sopporta di essere definito con quell’aggettivo, che indica una certa fragilità e sottomissione al sesso invece cosiddetto “forte”.

E a dimostrarlo è la stessa Meloni, che all’iniziale sdegno e avvilimento per le critiche ricevute, ha prontamente risposto con un degno contrattacco giocato sull’ironia: la pubblicazione di un cartellone pubblicitario con sopra, al posto del suo volto, una cozza aperta.

Un bel gesto di autoironia e autocritica che è incredibilmente riuscito a far tacere gli irriducibili sostenitori del Photoshop. Uno a zero per il gentil sesso, almeno stavolta.