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Oggi, 2 aprile, è la Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo. Un’iniziativa voluta dall’Onu e giunta ormai alla sua settima edizione.

Il fine di questa giornata è quello di sensibilizzare le persone ad una problematica importante e purtroppo sempre più diffusa quale è l’autismo. Si, perchè questo disturbo neuro-psichiatrico che comporta una marcata diminuzione dell’integrazione socio-relazionale e della comunicazione con gli altri con il conseguente chiudersi sempre più in se stessi, è una patologia che, solo in Italia, coinvolge circa 550.000 persone.

Per non parlare poi del resto dell’Europa, dove ne soffrirebbero ben 5 milioni di cittadini. Per capire la portata e la diffusione dell’autismo il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ha svolto una ricerca sui bambini negli Stati Uniti: il risultato è stato che ben 1 minore su 88 soffre di questa patologia. Questo significa che, solo negli Stati Uniti, ci sono più bambini affetti da autismo che colpiti da malattie quali diabete, AIDS, cancro, paralisi cerebrale, fibrosi cistica, distrofia muscolare e sindrome di Down messi insieme.

Un recente studio compiuto dall’Università della California e pubblicato sul New England Journal of Medicine ha scoperto che l’autismo sarebbe dovuto ad uno scorretto sviluppo durante la gravidanza dei 6 strati che costituiscono la corteccia cerebrale. Analizzando 25 geni del tessuto cerebrale post-mortem di bambini con e senza questa patologia gli scienziati hanno scoperto che, nella maggior parte dei bambini con autismo, vi è la presenza di aree di sviluppo disgregato negli strati corticali del cervello.

E questa ricerca è supportata anche da un’altra che ha preso inizio nel Campus Bio-Medico di Roma e di Milano e che è volta a creare una mappatura dei geni responsabili dell’autismo, al fine di creare terapie personalizzate per la cura di questa patologia.

Nei laboratori del Campus Bio-Medico a Roma e Milano si sta procedendo all’analisi dei campioni di DNA di bambini affetti da autismo, con una tecnica innovativa, la Array-CGH (Comparative Genomic Hybridization), che permette di individuare parti mancanti o in eccesso del codice genetico di una persona con una precisione di gran lunga superiore rispetto alle tecnologie del passato.

A seguito di una mappatura dettagliata di questi campioni di DNA si potrà anche giungere al sequenziamento dell’intero genoma, il che permetterà una verifica delle istruzioni del DNA, per controllare se esse siano scritte correttamente oppure presentino degli errori.

Quella dell’autismo è dunque una problematica da non sottovalutare e anzi da conoscere a fondo. Ma la conoscenza non è l’unico mezzo per stare vicini a coloro i quali sono affetti da questa patologia. Correlata alla Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo vi è infatti un’altra iniziativa, dal nome simbolico di “Light it up blue”.

Il progetto ha avuto inizio 3 anni fa grazie all’organizzazione Autism Speaks ed è volto a promuovere la ricerca scientifica su questo disturbo in tutti i Paesi, oltre a garantire solidarietà e sostegno alle persone affette da autismo, alle quali deve essere concesso il diritto al lavoro.

L’iniziativa prevede che in questa giornata nelle varie città italiane ma anche mondiali, un monumento venga illuminato di blu – il colore dell’autismo – e i cittadini più sensibili alla problematica indosseranno un nastrino o metteranno alla finestra una lampada dello stesso colore.

Perchè è necessaria la conoscenza, ma la prima forma di interesse e comprensione verso una problematica quale l’autismo resta sicuramente la solidarietà umana.