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Cosa significa essere giovani in Italia nel 2016? Lo scenario messo in luce dai dati raccolti dall’Istat non è per niente roseo. Essere ventenni nella nostra epoca poteva significare essere persone sempre connesse, pronte a raccogliere opportunità, ma la realtà è un’altra.

Poche opportunità da cogliere e giovani trincerati in casa a gravare, loro malgrado, sulle spalle dei genitori. La continua ricerca di un lavoro che difficilmente arriva, anche se si ha un alto livello di istruzione, e la speranza indissolubilmente legata alla posizione di mamma e papà. “L’Italia sta finalmente uscendo da una recessione lunga e profonda senza termini di paragone nella storia di cui l’Istat è stato testimone in questi 90 anni”, afferma Giorgio Alleva, Presidente dell’Istat. Eppure i dati, che dipingono un quadro rappresentativo del nostro Paese dal dopoguerra ai giorni nostri, sono ben pochi.

A lavorare sono gli adulti, che rimangono in attività fino a circa 60 anni. I trentenni, invece, sono chiusi a casa. Le conseguenze sono ovvie. Le difficoltà economiche si traducono nell’impossibilità di vivere da soli e di crearsi una famiglia. Avere un figlio non è più una cosa spontanea e naturale, non è più un sogno ma diventa quasi un’utopia e il modello di famiglia tradizionale non è più quello dominante. A farsi spazio è invece la voglia di emigrare, di cercare fortuna altrove. Sempre di meno è, invece, la voglia di partecipare attivamente alla vita politica.

L’Italia, insomma, sembra non essere un paese per giovani. Contemporaneamente, però, c’è un’altra categoria che avanza: quella degli anziani sprint, che superano il numero di giovani (161,1 anziani ogni 100 ragazzi minori di 15 anni). Le nuove generazioni di anziani sono diverse da quelle passate: alti livelli di istruzione, vita sociale e culturale attiva, stili di vita e aspettative di vita migliori.

Si tratta di un quadro non roseo che però non deve demoralizzare in modo esagerato. Se il lavoro è poco, è pur vero che gli under 34 stanno dimostrando di saperci fare. Le microimprese guidate da giovani imprenditori, infatti, sono quelle che offrono il maggior numero di posti di lavoro se paragonate alle imprese guidate da imprenditori anziani.