Questa è la storia di Hilde Kate Lysiak, una bambina di 9 anni che vive a Selinsgrove, America.
“Nulla di interessante” penserete, ma le apparenze a volte ingannano.
Così, nel sentir parlare di Hilde, minuta, biondina e con un bel sorriso, non penserete mai che qualche giorno fa ha bruciato tutti i media professionali della Pennsylvania raccontando in anteprima un omicidio avvenuto nella città in cui vive. No, non si tratta di caso fortuito e neanche di coincidenze, era tutto voluto, perché Hilde lavora come una vera report, a 9 anni.
Passione profonda per il giornalismo e per le storie di cronaca, forse ereditata dal padre ex cronista, Hilde dirige ed edita il suo giornale Orange Street News – che ha versione sia cartacea che online. Ed è proprio sulla pagina Facebook del giornale che è stato lanciato per la prima volta lo scoop, arrivato sabato 2 aprile, con un titolo che ha atterrito tutti: “Exclusive: Murder on Ninth Street!”.
Quel giorno Hilde era uscita a caccia di qualche notizia da raccontare, ma mai avrebbe pensato di trovarsi difronte a un vero e proprio omicidio. Arrivata sulla scena del crimine, la giornalista che è in lei è uscita allo scoperto: ha intervistato i vicini, fatto foto e video, e poi pubblicato un pezzo in cui non tralascia nessun dettaglio: “Un uomo è sospettato di aver ucciso sua moglie con un martello”, e ancora “I vicini riferiscono di aver visto una persona portata fuori in barella, ma la polizia non vuole parlare coi media”.
Quando l’articolo venne pubblicato sulla pagina Facebook di Orange Street News non mancarono le polemiche, ma nessuna che avesse a che vedere con l’omicidio appena avvenuto. Dopo lo scoop, infatti, tutti si concentrarono su Hilde e piovvero critiche e commenti pungenti, a volte anche irrispettosi.
Possiamo leggere appunto frasi tipo: “I’m disgusted this cute little girls thinks she is a real journalist. What happens to tea parties?”, “9 years old should be play with dolls, not trying to be reporters”, e anche “Sensationalist trash”. Come succede spesso in rete, il venticello si è trasformato in uragano violento, e oltre ad esserci chi la invita a giocare con le bambole, c’è anche chi accusa i genitori della bambina di autorizzare un gioco molto pericoloso, che può mettere a repentaglio anche la stessa vita di Hilde. Così, la giornalista in erba si è trasformata in un mostro, che ha fatto più scalpore dell’omicidio stesso.
C’è da dire che verrebbe quasi spontaneo crede che questo fenomeno della giornalista-bambina sia costruito ad arte da genitori col pallino dei figli-prodigio, soprattutto dal padre, ex cronista per il Daily News di New York. Ma nel quartiere in cui vive, tutti conoscono Hilde Kate Lysiak, e tutti sanno che la sua passione per il giornalismo è autentica. Nessuna costrizione, nessuna forzatura.
Ed è forse per questa sua purezza d’animo – quella che oggi, purtroppo, possono avere solo i bambini – che Hilde si è messa davanti ad una telecamera per rispondere alle accuse e alle critiche mosse nei suoi confronti, dicendo: “Anche se ho solo nove anni non significa che non possa scrivere una grossa storia. So che questo mette qualcuno di voi a disagio e che volete vedermi seduta e tranquilla perché ho solo nove anni. Ma se volete che smetta di seguire le notizie, abbandonate il vostro computer e fatelo voi!”.
Insomma, 9 anni, ma solo anagraficamente. Hilde per il suo modo di lavorare e di comportarsi sembra molto più di una bambina che non ha ancora cambiato tutti i denti da latte; sembra sapere già chi è chi vuole essere. A conferma di quanto appena detto, il fatto che Hilde ha recentemente affermato: “Vedo un Pulitzer nel mio futuro”.
Ma c’è una domanda che continua a rimbalzare da una parte all’altra della nostra testa: com’è possibile che una bambina di 9 anni non solo abbia già le idee così chiare del suo futuro ma abbia già trovato il modo per andare oltre all’astrazione del suo sogno e realizzare passo dopo passo il suo obiettivo di vita?
La mia risposta è che i tempi sono cambiati, e con essi le persone. Sembrerà una banalità, una frase fatta, ma è la verità delle cose. Tutti quelli che hanno invitato Hilde a dedicarsi alle bambole hanno sbagliato in principio perché ormai quasi nessuna bambina di 9 anni gioca più con le bambole. Ormai non si gioca più come si giocava prima, ormai le bambole e le macchinine sono state rimpiazzate da smartphone e tablet, da app da scaricare e social network in cui iscriversi.
Gli anni non vengono vissuti normalmente e con i giusti tempi, ormai si ha subito fretta di crescere e diventare grandi. Il narcisismo e la voglia di popolarità sono ormai l’unico pensiero fisso di tantissimi ragazzini. Ma vale la pena accelerare così? Sarebbe sbagliato fare di tutta l’erba un fascio, rilasciando giudizi che vanno oltre le nostre competenze, ma il caso di Hilde, soprannominata bambina-reporter, fa sicuramente riflettere, e apre un dibattito che non vedrà mai né vincitori né vinti.