Jennifer Lawrence

Jennifer Lawrence docet: le donne possono e devono scegliere.

Si può dire ad una star famoso e super ultra pagata che è vittima del maschilismo? Apriamo il dibattito “Se questo non è femminismo”.

Jennifer Lawrence contro il gelo e le false femministe

Tutto inizia con un’intervista. Jennifer, e i suoi colleghi uomini, sono a Londra per promuovere Red Sparrow. In una terrazza d’albergo posano per le foto. Loro con tanto di cappotti pesanti e lei in abitino nero (Versace) scollato e con i sandali ai piedi.

Scoppia la polemica.

Le femministe 2.0 si sperticano in tweet di solidarietà verso Jennifer, vittima, secondo loro, del maschilismo dei colleghi.

Arrivano quindi tweet come «Per favore, date un dannato cappotto a Jennifer Lawrence» e «Gli uomini sono tutti ben vestiti per affrontare il gelo invernale di Londra, mentre Jennifer Lawrence indossa un abito dallo spacco vertiginoso sulla gamba».

Insomma le foto lo dimostrano: il sessismo imperversa su Hollywood.

Jennifer Lawrence risponde

Ok. Riflettiamoci un minuto: Jennifer non ha indossato un cappotto perché lo staff glielo ha proibito. Sì, certo, come no. E’ abbastanza ovvio che un’attrice multimilionaria e famosa accetti ordini dai subalterni.

Dopo la valanga di messaggi femministi, solidali, non richiesti, arriva la risposta di Jennifer Lawrence:

«Questo non è solo del tutto ridicolo, ma ne sono estremamente offesa. Il vestito di Versace era favoloso: perché avrei dovuto coprire quella meraviglia con un cappotto e una sciarpa? Sono stata all’aperto solo cinque minuti e per quell’abito avrei affrontato anche la neve perché amo la moda. Questo è sessista, questo è ridicolo, questo non è femminismo. Esagerare su tutto ciò che qualcuno dice o fa, creare polemiche su sciocchezze innocue come quello che scelgo di indossare o non indossare, non ci fa andare avanti. Bensì ci distrae da ciò che è davvero importante. Datevi una regolata: tutto ciò che indosso è una mia scelta. E se decido di aver freddo, è pur sempre una mia scelta».

Direi che non c’è altro da aggiungere.