Se vi siete mai chieste perché il vostro Big Mac è così diverso da quello della pubblicità di MacDonald’s o perché la piscina del vostro hotel appare ben più piccola di quanto non sembrasse nella foto del sito dell’albergo la risposta potrebbe essere tanto semplice quanto brutale: le aziende sono disposte a tutto di far pur di rendere attraenti i propri prodotti – dal rimpiazzare il gelato con patate schiacciate per dare l’impressione di una maggiore solidità a utilizzare olio per motori al posto di miele o di sciroppo. Uno degli esempi più evidenti di questo tipo di strategie pubblicitarie sono le illustrazioni degli hamburger, che mostrano alimenti più grossi e appetitosi di quanto non siano in realtà, portando così il consumatore a pensare che quel cibo sia più fresco e salutare di quanto non sia realmente.

Se si comparano le immagini pubblicitarie con i prodotti veri e propri, infatti, la differenza tra i due risulterà lampante: i surgelati, giusto per menzionarne uno, vengono rappresentati al livello pubblicitario come cibi freschi serviti direttamente a tavola – il che è senz’altro una sorta di suggerimento, ma nell’includere anche ingredienti non presenti nella confezione effettivamente venduta ciò spinge il compratore a ritenere erroneamente che tutto quanto rappresentato in pubblicità vi sia incluso.

E l’inganno in pubblicità non si limita soltanto al cibo: hotel e resort spesso alterano le fotografie o usano angolazioni ingannevoli per manipolare la realtà. Una delle tecniche più usate è, ad esempio, la prospettiva dal basso che in foto renderà il soggetto di una lunghezza infinita: così una semplice piscina di forma rotonda potrà apparire lunga chilometri.
Anche le aziende che producono cosmetici sono famose per l’abuso che fanno del programma Photoshop, utilizzato per alterare le immagini delle campagne pubblicitarie. Un esempio potrebbe essere quello della pubblicità del mascara di Dior in cui appariva Natalie Portman, che fu censurato nel 2012 dopo le lamentele della rivale L’Oréal, che sosteneva che essa fosse fuorviante ed esagerata.

Anche i bambini si ritrovano spesso presi in giro delle pubblicità: non appena ricevuto il giocattolo per cui avevano tanto atteso, sono costretti a rendersi conto di quanto esso sia più piccolo rispetto alle dimensioni che la pubblicità mostrava. Dunque, la pubblicità inganna: e finché si continuerà a credere che le immagini pubblicitarie siano rappresentazioni oneste della realtà, i consumatori continueranno a sentirsi presi per i fondelli non appena in presenza dei loro acquisti estremamente deludenti.