A primo impatto, le lacrime, possono sembrare tutte uguali: liquide, trasparenti e salate. Ma, se osservate attentamente al microscopio, all’interno di quelle piccole goccioline ci sono migliaia di minuscoli particolari che ci permettono di trovare delle differenze tra loro.
Maurice Mikkers, fotografo olandese specializzato in campo medico-scientifico, ha osservato le lacrime al microscopio per un progetto denominato: The Imaginarium of Tears.
Secondo la scienza le lacrime si dividono in tre principali categorie: quelle emotive, che versiamo quando siamo tristi, commossi, felici o arrabbiati; quelle di riflesso, che versiamo in risposta a uno stimolo irritante esterno; e quelle basali, che tengono l’occhio umettato e in salute.
Ma Mikkers, con questo progetto ha voluto scoprire se fosse davvero così, e che quindi ad ogni classificazione corrispondessero delle precise caratteristiche microscopiche.
Così, ha analizzato le lacrime di alcuni suoi amici, esponendoli ad una serie di stimoli che provocassero lacrime: l’aroma di peperoncini e cipolle, aria indirizzata negli occhi o pianti a comando.
Dopodiché, ha prelevato con un contagocce le lacrime dagli occhi degli amici, e le ha poste su un vetrino aspettando che cristallizzassero in modo da poterle osservare al microscopio.
Infine, ha affermato che, la causa del loro versamento non sembra influenzare il modo in cui appaiono al microscopio. Non è la tipologia di lacrima a influenzare il suo aspetto finale, ma il motivo per cui esse escono piano dai nostri occhi.
Due lacrime di una stessa persona, possono avere un aspetto diverso al microscopio in base al modo di cristallizzazione. Indipendentemente dalla classificazione, ogni lacrima ha delle proprie caratteristiche, una diversa viscosità e composizione, e una diversa gamma di sostanze biologiche disciolte in acqua salata, come anticorpi, enzimi e una parte grassa e oleosa.