Arrivano come bombe le clamorose affermazioni su Non è la Rai, trent’anni dopo, da chi quel programma lo fece.

Ebbene sì: ma non era una favola dove le ragazze carine provavano a sfondare in tv, in un climax di gioco e divertimento? Manco per nulla.

Preparatevi perché resterete allibiti.

Non è la Rai: trent’anni dopo le clamorose confessioni

Compie 30 anni Non è la Rai ma anziché esserci una festa, per celebrare i vecchi ricordi, arrivano delle dichiarazioni che ci lasciano basiti.

Laura Colucci, allora 21enne, è stata la prima a fare delle rivelazioni: “Non era una favola. C’erano delle situazioni vomitevoli. Le racconterò nel libro che sto scrivendo, probabilmente anche facendo i nomi o comunque facendo capire di chi parlo”.

Un libro? Addirittura?

Continua: «Non c’è niente di fiabesco in Non è la Rai, lo sappiamo tutti ma nessuno lo dice. E non mi riferisco al fatto che lui, Boncompagni, a 60 anni conviveva con una minorenne, perché non sta a me giudicare, ma a tante altre schifezze. Un po’ di decenza, un po’ di onestà intellettuale. Non era una favola signori, era tutto ciò che di più spietato e crudo vivi se fai parte del mondo dello spettacolo. Forse scriverò un libro. Forse inizio oggi».

Racconta inoltre di non aver fatto il provino, era stata vista per caso da Boncompagni che le chiese di entrare nel cast. Precisa che con lei non ci ha provato, ma che gli piaceva avere rapporti extraprofessionali con le ragazze. Racconta “Prediligeva le ragazze che venivano da un basso ceto sociale perché più affamate di successo e pronte a mettersi in gioco”.

Infine una frase sibillina su una sua ex collega «La Freddi l’ho frequentata tanto, però ti dico no comment. Perché ci sarebbe tanto da dire». Cioè? Sembra che in tema di “compromessi” che alcune ragazze avrebbero accettato ci sia anche la Freddi. Ma sarà vero?

Pamela Petrarolo difende Non è la Rai e Boncompagni

Pamela Petrarolo, che anche lei faceva parte del cast di Non è la Rai si dissocia: «Avrebbe potuto farlo quando era vivo (Boncompagni) almeno avrebbe potuto difendersi. Invece no, anzi, la signora era persino presente ai suoi funerali. Forse dovrebbe farsi un esame di coscienza. Gianni è sempre stato per me il punto di riferimento assoluto. Io sono stata spesso a casa sua, ho costruito tre dischi nella sua sala di registrazione, andavo lì insieme gli autori, ma non significa scendere a compromessi. È folle. Lo trovo di cattivo gusto. Forse la signora cercava un momento di gloria sputtanando un programma del quale lei stessa ha fatto parte e facendo diventare Boncompagni un mostro. Gianni meriterebbe rispetto».

Lei afferma di avere un ricordo molto bello e spensierato del programma, e si reputa molto fortunata ad averne fatto parte.

Ho l’impressione che la questione non si concluda qui, ci saranno penso degli altri sviluppi. Chi sarà la prossima a vuotare il sacco?