“Ogni quindici chili di peso in eccesso, si rischia di perdere tra gli otto e i dieci anni di vita, con un rischio di morte più elevato del 30%”. Questo l’allarme lanciato dall’OMS In occasione della Giornata Mondiale contro l’Obesità che si celebra oggi.

Distribuiti in tutta la penisola 200 centri di dietologia forniranno consulenza gratuita e distribuiranno materiale divulgativi. Non si effettueranno visite individuali, ma sarà offerta un’attività di informazione e valutazione di alcuni parametri antropometrici, quali peso, altezza e circonferenza vita per definire il livello di normopeso, sovrappeso e obesità e il conseguente rischio di sindrome metabolica.

In Italia l’obesità è la seconda causa di morte dopo il fumo. Gli obesi nel bel Paese sono più del 10%. E se aggiungiamo a questi anche le persone in sovrappeso si raggiunge più della metà della popolazione.
Dati allarmanti se si pensa che l’obesità aumenta del 90% la mortalità per problemi cardiovascolari e aumenti di 10 volte il rischio di sviluppare malattie come il diabete.
Inoltre le statistiche rivelano una predisposizione maggiore nell’uomo rispetto che nella donna, anche se di pochi punti percentuali. 11,1% vs il 9,2% delle donne.

Secondo dati dell’AIO (Associazione Italiana Obesità) “solo il 5% dei casi di obesità è causato da disfunzioni di tipo ormonale”. In altre parole, nella grande maggioranza delle situazioni riscontrate l’obesità si può combattere.
Fino ad oggi la tecnica che ha ottenuto più risultati è stata l’associazione di due campi della medicina diversi ma spesso complementare, nutrizione e psicologia.

“Nell’obesità c’è una profonda influenza di fattori psicologici. Le persone obese hanno infatti, in molti casi, sviluppato una vera e propria dipendenza dal cibo. In altre parole, assumono cibo come risposta a moltissime situazioni di stress o anche di dispiacere della loro vita. Il primo passo per rompere questo circolo vizioso è aiutare la persona obesa a entrare in contatto con le proprie emozioni e sensazioni, e aiutarla a riscoprire che la soddisfazione dei suoi bisogni non passa necessariamente attraverso il cibo.” dichiara lo psicologo Giovanni Porta.

I vantaggi di perdere peso, oltre che per la salute si vedrebbero anche dal punto di vista economico. Si pensi che perdere 7 kg per un obeso, ad esempio, significa risparmiare 380 euro l’anno in farmaci antipertensivi e anti diabetici. Nel complesso, l’obesità costa quasi 750 euro l’anno a persona, come riporta l’Ansa.

Un motivo in più che non dovrebbe neanche essere necessario per prendere una decisione che migliori la vita per sempre: dimagrire. Farlo per se stessi, per i propri cari, e perché no, anche per il proprio portafoglio.