Ci risiamo, questa è un’altra delle milioni di cose a cui una donna deve pensare: l’igiene del reggiseno.
Certo, il nostro indumento intimo preferito non va lavato con la stessa frequenza di un paio di slip, ma bisogna averne comunque cura e un grado di attenzione particolare.
Ogni quanto va lavato? È bene lavarlo spesso? Come bisogna riporlo nel cassetto? Sembrano domande banali ma ci sono persone, come la signora che mi da una mano a tenere in ordine la casa, che ancora non hanno capito come va trattato il nostro wonderbra.
Anzitutto partiamo con il dire che l’igiene del nostro balconcino non è ‘universale’, nel senso che non c’è una disciplina generale uguale per tutte.
Bisogna fare una distinzione: di che tipo di reggiseno parliamo? Che utilizzo ne facciamo? Naturalmente quello che indossiamo in palestra va lavato con la stressa frequenza delle nostre mutande, a causa del sudore.
Gli esperti dicono che lavare troppo spesso il reggiseno può avere effetti indesiderati, come la perdita della sua forma originale e la conseguente incapacità di svolgere la sua funzione: sostenere il seno.
Se la sudorazione è ‘standard’ si consiglia di lavarlo ogni 4 utilizzi, di lasciarlo asciugare bene senza indossarlo ancora umido e di riporlo evitando di schiacciare una delle due coppe.
L’ideale sarebbe far ‘ruotare’ i nostri reggiseni in modo da non stressare il supporto con l’uso ripetuto e consentire il recupero della forma originale. Per far ciò è necessario lasciare il reggiseno al suo posto per 8-12 ore.
Per quanto riguarda il lavaggio ce ne sono alcuni adatti alla lavatrice e altri che richiedono il lavaggio a mano.
Io consiglio di detergerli in acqua fredda e di evitare la lavatrice, a meno che non utilizziate un programma per delicati e una di quelle sfere (acquistabili nei negozi per la casa) che lo proteggono dalla centrifuga. Se, come me, avete una donna di servizio che lo inserisce nel bucato delle lenzuola (60 gradi e centrifuga a mille) vi consiglio di raggruppare tutti vostri reggiseni e di lavarli da sole.