Ranitidina: la notizia bomba del momento. Non è allarme ma c’è molta attenzione sul caso. Sono uscite tante notizie fra cui fake news, facciamo chiarezza.
Lo shock dei farmaci contaminati: il caso ranitidina
Tutto parte da un laboratorio indiano, sono state sottoposte a dalle analisi effettuate a campione su alcuni prodotti usciti da quel laboratorio e contenenti quella sostanza si è scoperto che contenevano molecole nocive per la salute.
Al momento si sa che:
- i farmaci che contengono ranitidina non sono cancerogeni è la molecola che lo è
- i farmaci ritirati sono quelli che contengono il principio attivo ranitidina prodotto presso l’officina farmaceutica SARACA LABORATORIES LTD – India
- i farmaci sarebbero contaminati da N-nitrosodimetilammina (NDMA) appartenente alla classe delle nitrosammine che si rivela cancerogena se assunta in dosi massicce
- i farmaci al momento sotto processo sono alcuni anti-ipertensivi (sartani) e farmaci per curare acidità ed ulcera
La decisione dell’EMA sulla ranitidina
L’agenzia europea per i medicinali ha deciso che, in via precauzionale, tutti i farmaci che contengono principi attivi prodotti da sintesi chimica dovranno essere controllati e analizzati, proprio per scongiurare la presenza di nitrosammineo altre molecole tossiche.
Su questo sito https://www.aifa.gov.it/revisione-ranitidina potete trovare l’elenco dei lotti contaminati e dei farmaci potenzialmente interessati
«La NDMA è classificata come sostanza probabilmente cancerogena è presente in alcuni alimenti e nelle forniture di acqua, ma non ci si attende che possa causare danni quando ingerita in quantità molto basse» si legge sul sito dell’Aifa quindi parliamo di dosi minime a cui risultiamo sempre esposti.
Il buscopan contiene raniditina?
L’Aifa ha specificato che si tratta del Buscopan antiacido che è tra i farmaci raggiunti da divieto di utilizzo e vendita per la possibile presenza di una sostanza denominata N-nitrosodimetilammina (Ndma).
Il blocco, che riguarda 515 lotti di prodotti per ulcera e reflusso gastrico, ricorda Aifa, è a scopo precauzionale e si tratta di una misura presa in attesa dei risultati di ulteriori accertamenti.