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Le ragioni per cui decidiamo di tatuarci sono molteplici, ma una cosa è sicura: le motivazioni risiedono nell’inconscio. Per sostenere questa tesi si sono avvicendati psicologi e psicoterapeuti che hanno formulato una vera e propria psicologia del tatuaggio, per dimostrare che solo apparentemente la decisione di incidere per sempre qualcosa sulla propria pelle è un’azione banale.

Credit: guide.supereva.it
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La pratica del tatuaggio pone radici nella storia dell’uomo e risale almeno al 3000/3100 a. C., epoca alla quale risale la mummia del Similaun, da tutti conosciuta come Ötzi, che poteva contare sulla sua pelle tra i 45 e i 57 tatuaggi diversi. La maggioranza di questi tatuaggi, che consistevano in serie di linee e punti tutti diversi, è stata trovata in corrispondenza delle articolazioni, come se fossero stati messi per rinforzarle, a scopo curativo. Tra le civiltà antiche fu in Egitto e nella Roma pre-cristiana che il tatuaggio si diffuse e, inoltre, nel Medioevo si è attestato che molti pellegrini usavano tatuarsi con simboli religiosi per rivendicare la loro identità cristiana. Altri popoli che svilupparono questa pratica furono delle tribù in Oceania, come i Maori e le popolazioni cinesi e giapponesi in Asia. I motivi che spingevano queste tribù a praticare incisioni sulla pelle dei propri membri era rivendicarne la loro appartenenza alla tribù stessa.

Credit: culteducoprs.wordpress.com
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Oggi le ragioni che spingono un individuo ad andare da un tatuatore sono più complesse e addirittura opposte. Ci si tatua non per desiderio di omologazione ma, anzi, per cercare di affermare la propria individualità in un mondo che tende alla standardizzazione. È un modo per dichiarare la propria posizione rispetto alla realtà, ricordando agli altri e soprattutto a noi stessi, chi siamo, cosa vogliamo, da dove veniamo.
Il tatuaggio perciò diventa varco tra il nostro “dentro”, l’inconscio, e il nostro fuori, la nostra parte consapevole e pubblica.

Credit: samuelaurbini.com
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Se le motivazioni possono essere le più disparate e personali, gli esperti sono concordi nel ritenere che il significato del tatuaggio varia a seconda del posto e del soggetto stabilito.
Se il tatuaggio è:
nella parte sinistra del corpo, che in psicoanalisi rappresenta il passato, la persona in questione è pessimista e con scarsa stima di sé.
nella parte destra del corpo, legata al futuro, la persona in questione è solare, creativa e aperta ai cambiamenti.
in un luogo nascosto, come l’ombelico o l’interno coscia, la persona è timida o insicura
sulla caviglia e il soggetto è una donna, essa è molto gelosa, sospettosa ma molto femminile, mentre, se il soggetto è uomo, esso è competitivo e battagliero.
nelle zone genitali, se il soggetto è donna, essa è molto combattiva e sensuale, se uomo, passivo e maldestro.
Anche la grandezza del soggetto incide sulla psicologia che vi è dietro, nel caso il tatuaggio sia di grandi dimensioni, infatti, chi decide di tatuarselo è come se volesse prendere forza e coraggio dal disegno inciso sulla sua pelle.

Credit: www.wellnessworld.it
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Molte volte il significato del tatuaggio, seppur evidente, ha una difficile interpretazione, questo perché l’individuo vuole che la “chiave di lettura” non sia alla portata di tutti.
Certo è che indipendentemente dal suo valore inconscio, personale per ognuno, il tatuaggio è un grande mezzo comunicativo che, in un mondo dove tutto sta perdendo significato, è mezzo per ricordarci la nostra unicità e rimanere in contatto con i nostri sentimenti.