Nessuno sa esattamente perché dormiamo, ma i ricercatori continuano a scoprire importanti verità circa il misterioso fenomeno. In particolare, uno studio condotto a livello globale su circa 8.000 persone in 100 paesi, mette in luce il ruolo della società e della biologia nel definire le nostre abitudini di sonno. I dati raccolti dimostrano che esiste un conflitto tra il nostro desiderio di restare svegli fino a tardi e il ritmo circadiano del nostro corpo, che ci imporrebbe di alzarci presto di mattina. La società ci spinge ad andare a dormire tardi, mentre l’orologio biologico del corpo vorrebbe ci svegliassimo presto. Questo scenario ci obbliga a sacrificare ore di sonno, un fenomeno che abbiamo chiamato ‘crisi mondiale del sonno’.
Nello studio, il team di ricercatori dell’Università del Michigan, hanno utilizzato un’app per smartphone, battezzata Entrain, sviluppata alcuni anni fa dagli scienziati per aiutare i viaggiatori a superare il jet lag, ovvero la sindrome da fuso orario. Per utilizzare l’applicazione, si inserisce il programma di sonno tipo, così come i tempi in cui si è normalmente esposti alla luce. Utilizzando queste informazioni, l’applicazione suggerisce orari personalizzati di luce e buio per aiutare le persone ad abituarsi ad un nuovo fuso orario. Grazie a questo esperimento è stato possibile delineare una mappa di come, dove e quanto dormono gli abitanti della Terra.
La mappa geografica del sonno: gli italiani tra i più dormiglioni
Secondo la ricerca pubblicata sulla rivista Science Advances, a dormire più di tutti nel mondo sono gli olandesi, mentre dormono meno gli abitanti di Singapore e Giappone. Gli italiani, con 7 ore 53 minuti in media sono nella top ten dei più dormiglioni. Le differenze tra paesi possono sembrare lievi, ma sono in realtà significative perché ogni mezz’ora di sonno in più ha un impatto fortissimo sulle funzioni cognitive e sulla salute a lungo termine. Gli abitanti di Singapore e Giappone, con 7 ore e 24 minuti e 7 ore e 30 minuti, rispettivamente, sono quelli che dormono meno al mondo. Gli olandesi, al contrario, sono quelli che godono di più il piacere ristoratore del sonno, con una media di 8 ore e 12 minuti al giorno.
Gli italiani sono tra coloro che tendono ad andare a letto più tardi (23:42) e a svegliarsi più tardi (7:35). Ad andare a letto e a svegliarsi prima di tutti sono gli australiani (22:42 e 6:47), e invece gli animali notturni per eccellenza sono gli spagnoli (23:45 l’ora media del sonno, e si svegliano alle 7:36).
Sono le donne a passare più tempo a letto
Dalla ricerca è emerso che noi donne tendiamo ad andare a letto presto e a svegliarci più tardi rispetto agli uomini, concedendoci in media mezz’ora di riposo in più a notte. Mentre a stare meno a letto sono gli uomini di mezza età, che dormono meno di 7-8 ore a notte. Inoltre, va a letto prima la sera chi trascorre gran parte del giorno all’aperto, alla luce solare.
È stato dimostrato che le abitudini del sonno delle persone sembravano convergere quando si cresce. Ad esempio, ci sono state più somiglianze tra gli orari del sonno delle persone di età superiore ai 55 anni, rispetto a quelli più giovani di 30. Una possibile spiegazione di questo fenomeno è che le persone anziane tendono ad avere una finestra ristretta di tempo entro la quale si può rimanere addormentati.
Infine gli scienziati suggeriscono di fare attenzione alle ore che dedichiamo al sonno. Anche se per qualcuno 6 ore di sonno per notte sono sufficienti, quella persona sta costruendo un “debito di sonno“, che avrà nel corso del tempo un effetto deficit sul corpo, portando stanchezza fisica e mentale. Il sonno, sostengono gli esperti, è più importante di quanto pensi la maggior parete delle persone, ed essere troppo stanchi può avere l’effetto di una sbornia: le prestazioni si riducono, ma le persone non lo percepiscono.