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L’ultima volta che ho tagliato i capelli corti era il 1998, l’anno in cui uscì nelle sale ‘Titanic’ e in cui io, da innamorata cotta di Leonardo Di Caprio, decisi di voler andare a vedere lo spettacolo ogni giorno. Fino alla fine della programmazione. Un altro ricordo che ho, non troppo pallido devo ammetterlo, è di me che piango nella sala buia del cinema: certo, il film era commovente, ma le lacrime scendevano lente ogni volta che mi toccavo i capelli sulla nuca. Erano cortissimi, quasi a spazzola, e ogni volta che me ne ricordavo mi veniva voglia di annegare come Jack Dawson. Senza considerare quello che poi capitò nei giorni successivi: il bidello della scuola mi rincorse credendomi un maschio ‘infiltrato’ nel bagno delle femmine e il cassiere del bar si rivolse a me chiamandomi ‘ragazzino’. Beh, è stato proprio in quei giorni che ho deciso che avrei lasciato crescere i miei capelli fino alle caviglie, e ancora oggi sto cercando di raggiungere un traguardo vecchio di quasi 18 anni.

Ma finalmente ho capito perché le mie chiome, con cui ho un rapporto di odio e amore a seconda delle circostanze, hanno cominciato a fregarsene dei miei sogni all’altezza del seno: pare che tu possa sbatterti quanto ti pare ma che la lunghezza dei capelli dipenda dalla genetica. Ecco spiegato tutto.
Per anni non sono riuscita a comprendere il perché di tanta indolenza; adesso ho capito che la colpa non è mia, della mia condotta e delle mie abitudini, ma del mio corredo genetico. Hai voglia di mettere maschera, balsamo e cristalli liquidi: se non possono più crescere non cresceranno. A prescindere dal tuo grado di dedizione.

Se la cosa vi sembra strana provate a considerare il fattore provenienza: gli asiatici hanno capelli lunghissimi, gli indiani altrettanto e gli africani hanno capigliature visibilmente più corte di tutti gli altri.
Se il limite massimo è determinato dal corredo genetico, è altrettanto vero che ci sono anche altri fattori ad influenzare la crescita delle chiome, come l’alimentazione, lo stile di vita e gli ormoni. Ma da oggi me ne infischio.