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Il veganismo sta diventando sempre più popolare, diffondendosi a macchia d’olio in Italia e nel mondo. Secondo il rapporto Italia 2014 dell’Eurispes, vegani e vegetariani rappresentano il 7,1% della popolazione italiana (pari a circa 4,3 milioni di persone). A provare che questo nuovo modo di pensare e di nutrirsi si sta ampliando è l’attenzione del mercato verso le esigenze dei vegan: aumentano, infatti, i ristoranti vegani, i reparti vegan nei supermercati ed i prodotti a loro dedicati nelle rosticcerie e pasticcerie.

Carla Rocchi, presidente nazionale dell’Enpa (Ente Nazionale Protezione Animali), spiega: “Il successo delle diete “veg” è un fenomeno molto complesso. Ci sono motivazioni etiche, legate al rifiuto di contribuire alle sofferenze ed alla morte di miliardi di animali, ma ci sono anche gli aspetti relativi alla sostenibilità ambientale e alla tutela della nostra salute“.

Un recente studio pubblicato sul “British Journal of Cancer” dimostra che vegetariani e vegani hanno minore probabilità di manifestare patologie tumorali di chi si nutre di proteine animali. In particolare, i vegetariani hanno il 45% di possibilità in meno di manifestare leucemie ed altre patologie tumorali del sangue e il 97% in meno di patologie cardiovascolari. Sull’ambiente, l’industria della carne ha un impatto non meno devastante. Il 26% del Pianeta, infatti, è “invaso” dagli allevamenti animali, anche se, per soddisfare questa richiesta crescente di prodotti per vegani (come la soia), ettari di foresta si stanno tramutando in campi di coltivazione.

La Vegan Society fornisce la seguente definizione di veganismo: “La parola “veganismo” denota una filosofia e un modo di vita che si propone di escludere, nella misura in cui questo è praticamente possibile, tutte le forme di sfruttamento e di crudeltà verso gli animali, perpetrate per produrre cibo, indumenti o per qualsiasi altro scopo; e per estensione, promuove lo sviluppo e l’uso di alternative non-animali, per il bene dell’uomo, degli animali e dell’ambiente. Da un punto di vista dietetico indica la pratica di evitare qualsiasi prodotto derivato, in tutto o in parte, dagli animali“.

Scopo del veganismo, quindi, è quello di non partecipare allo sfruttamento e all’uccisione sistematica, intenzionale e non necessaria degli animali, evitando il sostegno ad attività quali l’allevamento degli animali per l’alimentazione umana, la sperimentazione sugli animali, la caccia e così via.

Ma questa alimentazione “restrittiva” fa davvero bene alla nostra salute? La Società Italiana di Nutrizione Umana ha avviato uno studio, le prime indiscrezioni rivelano che l’assenza di proteine animali fa bene alla circolazione ed al cuore, ma che la dieta completa, comprensiva anche di carne, fa ancora più bene. La dieta mediterranea sarebbe, quindi, la scelta migliore, in quanto è fondamentalmente vegetariana ma l’apporto animale rimane presente, anche se in piccole quantità, non dannose per la salute. La varietà nel mangiare permette, infatti, al corpo di essere preparato a tutti i tipi di situazione a livello proteico, ma anche per difendersi dalle malattie.

Pareri discordanti anche tra nutrizioni, soprattutto quando la scelta coinvolge anche i bambini. Lo stesso Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia, sostiene che “Le uova, il latte e i suoi derivati o il miele sono utili all’organismo. Non mi sentirei di promuovere il veganesimo presso tutta la popolazione, come invece penso sia giusto fare con il vegetarianesimo“.

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