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Con l’Esame di stato agli sgoccioli e le ultime prove orali che si stanno svolgendo nei licei, oltre al meritato relax e al sano divertimento tanto desiderato, per i giovani è ora anche di iniziare a pensare al futuro. Il prossimo anno comincia un nuovo percorso per i neo diplomati, che hanno chiuso un capitolo importante della loro vita in vista di un futuro incerto, a cui bisogna già pensare, nonostante i mille dubbi e i problemi che si intravedono in un orizzonte sempre più vicino.

Altri 500.000 mila ragazzi si aggiungono alla massa di disoccupati, questa è la frase più comune tra i giovani, che si ritrovano con un pezzo di carta tra le mani, con tanto incertezza e sogni, solo tanti sogni. La realtà in fondo parla chiaro: in Italia un giovane su due è senza lavoro (nel primo trimestre il tasso di disoccupazione tra chi ha tra i 15 e 24 anni è del 46%) mentre la percentuale di laureati è la più bassa tra i 28 Paesi UE (cioè il 22,4%).

C’è chi ha già scelto la facoltà in cui continuare in autunno i propri studi e chi ha deciso invece di iniziare a lavorare, subito dopo l’estate. Tra le possibilità future vi è anche quella del gay year. Si tratta del celebre anno sabatico, un periodo di pausa produttiva, se sfruttata in maniera consapevole e formativa. Per partire basta vincere il timore dei genitori, essere sicuri della propria scelta, seguire un po’ il proprio istinto, lasciandosi guidare da quelli che sono i propri desideri e le possibilità.

Prendersi un anno di pausa sembrerebbero essere però, in una prima analisi, una decisione affrettata, dovuta al carico di studio affrontato precedentemente e al normale stato di stanchezza che si avverte. Perdere un anno sembrerebbe quindi un grave errore, una pausa che non incentiverebbe a studiare successivamente, ma che al contrario bloccherebbe il proprio percorso di studi, togliendo un po’ al ritmo acquisito fino ad oggi. Una pausa così lunga non permetterebbe una semplice ripresa dei libri. Eppure secondo alcuni studi, l’anno sabatico sembra essere la scelta vincente per i neo diplomati. Ecco alcuni incentivi per farlo.

1. Studiare con più profitto all’Università

L’Università del Nord Carolina e Harvard incoraggiano questa scelta e lo scorso febbraio la Tuft University ha lanciato un percorso di studi di 1+4 anni che prevede un anno sabatico. Gli studenti che hanno scelto questa opzione hanno una media di voti più alta rispetto agli altri e sono più coinvolti nel percorso di studi.

2. Scegliere la facoltà è più facile

In un anno si cresce, si matura e ci si conosce meglio, scoprendo inclinazioni che prima non si sarebbero mai prese in considerazione. Sarà più semplice quindi scegliere la giusta facoltà, senza perdere tempo e soldi inutilmente.

3. Vivere in libertà

È vero anche che la libertà vissuta a 18 anni ha tutto un altro sapore. Senza impegni, rate, figli o preoccupazioni, con cui prima o poi bisogna fare i conti. A questo punto, meglio più tardi che a 18 anni.

4. Prove di vita

Se fino ai 18 anni si rimane sempre nel guscio familiare, protetti, senza conoscere realmente quelle che sono le vere difficoltà e le vere prove della vita, in seguito non è più così. Ma una volta superata la porta di casa, si diventa automaticamente più forti, pronti per riprendere in mano la routine e lo studio con nuovi occhi.

5. Un curriculum rispettabile

Spesso un anno sabbatico comporta una riga in più, e di peso, sul proprio curriculum. A volte, soprattutto per le società internazionali, questa esperienza se prevede anche un periodo di lavoro non importa se umile, vale molto.

6. Un bagaglio culturale più ricco

Allontanarsi dalla propria casa, dalla propria famiglia e amici significa cambiare radicalmente le abitudini di una vita. Un anno può sembrare poco, ma in dodici mesi è possibile fare tante nuove esperienze, con persone diverse, che non possono che arricchire il bagaglio culturale di ognuno, in maniera più o meno positiva, ma pur sempre produttiva.