domenica, 19 Maggio 2024

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Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti

Positive singles: vi presento Il libro nero dei primi appuntamenti di Cameron Amy

Forza, sentiamo, quanti di voi non hanno almeno un appuntamento non andato proprio bene con un/a uomo/donna?

Beh personalmente a me è successo: lui era un tipo abbastanza particolare, con un naso storto per via di un incidente, una dentatura strana e una voglia irreprensibile di sbandierare il suo conto corrente. Ho passato il pomeriggio ad ascoltarlo parlare della sua ragazza o ex ragazza (non lo sapeva nemmeno lui) una cosa estremamente noiosa.

Però c’è a chi è capitato di peggio come vedremo nel libro di cui andiamo a parlare stasera: ad esempio, non avete mai avuto l’appuntamento che aspettavate da una vita con lui/lei probabile futuro consorte?Per poi fare una figuraccia dopo l’altra o scoprire che lui/lei con voi non ci azzecca proprio nulla?

Non l’avete mai raccontato a nessuno?

Amy Cameron che ha fatto, ha pensato di mettere un annuncio e di raccogliere tutte le storie di primi appuntamenti che le arrivavano, inserendo nomi di fantasia, in questo libro molto leggero e decisamente divertente.

Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti di Cameron Amy

Perché spenderci dei soldi? Il motivo ve lo fornisce il libro stesso:

“I cattivi appuntamenti esistono. Ogni notte, una donna torna a casa con un matrimonio mancato. Quando sono le due di notte e non potete chiamare nessuno, il libro nero dei primi appuntamenti, vi farà ridere, piangere e ringraziare la dea degli incontri perché almeno le storie che vi racconta non sono successe a voi”.

E poi perché spendere dei soldi per comprare manuale su come accalappiare gli uomini e non spenderne per un libro che vi strapperà un sorriso e vi eviterà magari qualche figuraccia durante il prossimo appuntamento…

Positive singles: Il libro nero dei primi appuntamenti

Volete un assaggio?

Immaginate di uscire con l’uomo che avete sempre desiderato, bello come un adone, che non vi ha mai filato che improvvisamente si accorge che esistete e poi viene a prendervi a casa vostra…e vostra nonna completamente ubriaca esce sul prato e vi fa ciao ciao gridando qualcosa su metodi contraccettivi dell’anteguerra. Ecco.

Oppure riuscite a farvi dare il numero di telefono di quel tipo da urlo che stava alla festa della vostra amica e riuscite a sentirlo e a strappargli un appuntamento e poi nel momento fatidico lui si scusa perché credeva che voi foste la biondona da paura con cui ha flirtato tutta la serata.

O ancora incontrate l’uomo della vostra vita che vi porta al cinema a vedere uno sdolcinato film naturalista e piange dall’inizio alla fine.

O peggio anziché portarvi in un localino trendy dopo che per qualche ora vi siete tirate a lucido e avete acquistato un vestitino supercaro vi porta ad una corsa di tir in un posto che non è nemmeno segnato nelle mappe.

O magari no, vi porta in un ristorante veramente carino, caro come il fuoco, e il vostro cavaliere ha un litigio con il personale perché pretende di pagare con buoni pasto scaduti.

Non vi racconto altro…se avete avuto almeno una volta un appuntamento imbarazzante o se comunque vi piacciono i libri dall’humor graffiante tipicamente femminile (o anche i pettegolezzi perché no) questo libro fa per voi.

Grande Fratello Vip 4: l’inutilità dei reality show

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Grande Fratello Vip 4. Di nuovo. Ancora?

Ma possibile che ogni anno Mediaset non trovi programmi migliori su cui investire?

Ovvio che no: vogliamo un popolo di persone pensanti e giudicanti o un gregge uniforme che pensa solo a belare a sapere chi va a letto con chi?

Appunto.

Grande Fratello Vip 4: l’inutilità dei reality show

Ma mica c’è solo questo, riparte anche la Pupa ed il secchione. Programmi che hanno il solo scopo di svuotare le menti del pubblico, un tritarifiuti in cui gettare il ceto medio della popolazione ed impastarlo per renderlo uniformato.

Pensateci: anziani piazzati davanti alla tv, casalinghe chiuse in casa, famiglie che non leggono e non s’informano, tutti ansiosi di sapere quale “vip” litigherà con chi o quali “segreti” verranno svelati.

Meglio un programma leggero ed inutile che uno che approfondisca i problemi del Paese ed inviti le persone a valutare e pensare con la loro testa.

Il Grande fratello è un tritarifiuti umano: il Paese va a rotoli? Non hai un lavoro? Non puoi dare da mangiare ai tuoi figli? La tua vita scorre monotona? Non ti preoccupare: accendi la tv e dimenticati di tutto c’è il reality show di turno che ti permette di NON PENSARE.

Pupa e secchione, L’isola dei famosi, cambia il nome ma non la sostanza: programmi creati per spegnere la mente delle persone.

La storica crociata contro il Grande Fratello

Dalla prima edizione partì questa crociata: i realty show servono a rendere le persone un gregge.

Perchè guardare un noioso dibattito politico dove si parla del Paese, del perché non ho un lavoro, del perché la mafia gestisce lo Stato, quando posso sapere quale “vip” è andato a letto con chi, quale estraneo sarà pagato per litigare con chi, quale altro estraneo sarà pagato per fare alleanze con chi e quale è stato pagato (o ha pagato?) per vincere il programma?

Quanti dilemmi.

Il suggerimento è sempre quello di evitare come la peste questi programmi, non fateli guardare ai vostri figli, piuttosto scegliete un altro programma. Piuttosto spegnete la tv ma per favore non siate complici di un sistema di mass media che vi vuole un unico gregge di menti schiavizzate e vuote.

Origini di Halloween: storia e curiosità

Origini di Halloween

Origini di Halloween, quanto ne sapete?

L’altro giorno in palestra si parlava di Halloween e qualcuno ha tirato fuori la vecchia tiritera “Basta con queste feste americane!Basta copiare gli americani!”.

Ho pensato “oddio, ancora questa storia?”.

Quindi breve storia di come ha avuto origine questa festa.

Le vere origini di Halloween

Partiamo dall’etimologia: il nome Halloween è una variante scozzese, dal nome completo All Hallows’ Eveche tradotto significa “Notte di tutti gli spiriti sacri”. E’ stato modificato in “hollowing” per via della leggenda di Jack O’ Lantern che porta in giro una zucca scavata ovvero “to hollow” l’atto di scavare.

Le origini della festa risalgono ai tempi dei romani e dei celti, in questo periodo gli antichi romani festeggiavano Pomona, dea dei frutti ed i morto nella festa Parentalia.

Origini di Halloween

Samhain e le origini di Halloween

Prima che fosse Halloween era Samhain, ovvero il capodanno celtico (dal gaelico [ˈsaṽɨnʲ] ovvero fine dell’estate).

Si trattava di una festa europea diffusa in Inghilterra, Irlanda e Francia.

In questo giorno si festeggiava la fine della stagione calda e l’inizio dell’inverno che coincideva con l’inizio dell’anno nuovo, si mettevano da parte le provviste per la stagione fredda, si ricoverava il bestiame e ci si preparava ai lunghi giorni bui.

Si ricordavano gli spiriti buoni ed i defunti, si accendevano grandi falò e ci si travestiva per spaventare gli spiriti cattivi.

Si facevano divinazioni sul futuro, giochi e si intagliavano le rape dove si ponevano delle candele e le si usavano come lanterne.

La festa è arrivata in America con la migrazione irlandese.

Ognissanti è una festa cattolica, inventata da papa Gregorio IV, nell’840, per offuscare il culto pagano.

In Italia era particolarmente diffuso il culto dei morti, come in Sardegna dove si festeggiava Is Animeddas, ma questi culti sono poi andati perduti.

Cerchiamo di riscoprirli, informiamoci. Ritorniamo alle nostre radici.

Matrimonio a Bombay di Julia Gregson

Oggi parlo del libro “Matrimonio a Bombay” che ho finito di leggere ieri.

Premettendo che a me piace molto il genere etnico, per ciò tutto ciò che parla di culture straniere, perché mi attira l’idea di saperne di più sulle altre civiltà. Per un po’ ho collezionato i romanzi che uscivano con la Astrea, che sono veramente uno più bello dell’altro.

Dunque, questo volume mi è capitato fra le mani in una serata piovosa durante una gita per vedere le luminarie natalizie di Salerno (splendide, se vi capita andate a vederle), immaginate una libreria enorme con libri pure sui soffitti un altro po’, divanetti (per la gioia di mio marito), musica jazz: un paradiso. Ho dato una “rapida” (dove rapida è un termine eufemistico) scorsa a tutto quel ben di Dio ma il guaio è che non avevo un’idea precisa. Poi mi capita fra le mani questo volume…India?Beh, interessante.

A voi piace l’India?A me molto, anche se purtroppo di persona non ci sono mai stata. Ammiro la loro gioia, la semplicità, la giusta dose di spiritualità che mettono in tutte le cose.

Inoltre è la patria del mio poeta preferito: il Tagore.

Splendida è la sua frase tratta da Petali sulle ceneri: “Resta calmo, cuore mio, questi grandi alberi sono preghiere”.

La trama di Matrimonio a Bombay

Le protagoniste sono Viva, Tor e Rose.

Viva compare all’inizio della storia come chaperon che viene assunta per scortare tre ragazzi (Tor, Rose e Guy) durante il viaggio verso l’India, sostenendo di esservi cresciuta. Ma il motivo per cui vi si reca è anche un altro: un misterioso baule lasciatole dai genitori. Viva è una donna forte, indipendente, discreta che lavora per mantenersi. Una volta arrivata in India la vita però sarà tutt’altro che facile, in più ci si mette il ragazzo, Guy, che lei accompagnava, che appare fin dall’inizio come una persona disturbata…per non parlare di Frank e del loro tormentato amore…

Tor, in realtà il suo nome è Victoria, è assillata da una madre opprimente e fanatica dell’aspetto fisico e dall’apparenza che costringe la figlia a diete incredibili e la critica di continuo. Tor si reca in India per accompagnare la sua migliore amica, Rose, che deve sposarsi. Naturalmente sua madre spera che anche lei trovi un ricco pretendente, per questo la fa alloggiare da una sua amica, Ci Ci, molto snob e nevrotica che vive nel lusso. Sulla nave Tor s’invaghisce di Frank che però s’innamora di Viva…Nel complesso Tor ha una personalità molto vivace, spontanea, piena di voglia di vivere ma anche di delusioni. Desiderosa di libertà e di vivere la vita come lei vorrebbe quando vede arrivare il biglietto di ritorno inviatole da sua madre troverà una via di fuga…

Rose, s’imbarca per l’India per sposarsi. Quasi un matrimonio combinato quello con Jack alto ufficiale a cui interessa solo l’esercito ed i cavalli. Rose è una persona molto timida, fragile, ma in India scoprirà dopo tante difficoltà cos’è la vera felicità e come si può mandare avanti una vita nonostante tutto. Per lei come per Viva l’India è una sfida, un’impresa, solo che è decisamente impreparata, è una ragazzina che all’improvviso si trova a dover vestire i panni di moglie e madre per scoprire che è molto peggio di come lei pensava…

Matrimonio a Bombay

Ho trovato questo libro molto bello anche se un pochino lungo e purtroppo la traduzione lascia un bel po’ a desiderare. A parte questo è ammirevole il coraggio delle tre donne, il loro sbarco e le loro descrizioni del nuovo esotico Paese. Una delicata storia di amicizia, di sogni, di sentimenti delicati e intensi in cui protagonista è l’India, i suoi colori, le sue contraddizioni: un mondo di travolgente bellezza che va dritto al cuore e non si può fare a meno di amare.