martedì, 21 Gennaio 2025

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Iphone6 Challenge: la nuova sfida della magrezza (FOTO)

credits: http://www.superstarz.com

Arriva dalla Cina, ed è la nuova social mania che sta spopolando sul web, in particolare tra le più giovani.
Si tratta della #iPhone6 Challenge e consiste nel fotografare le proprie gambe nascoste dietro un Iphone6, lungo 13,8 cm. Se le ginocchia riescono ad essere completamente coperte dal telefono, vuol dire che le proprie gambe sono magre al punto giusto.

Così come l’A4WaistChallenge, con la quale si nascondeva la propria vita dietro un semplice foglio A4, e la #Bellybutton Challenge, che consisteva nel provare a toccarsi l’ombelico facendo passare il braccio dietro la schiena, anche quest’ultima si è diffusa proprio a partire dalla Cina, dove le ragazze hanno cominciato a postare le proprie foto su Weibo, un social network simile a Twitter.

Il fenomeno si sta diffondendo molto velocemente e, sul web, le ragazze più magre mostrano con fierezza di aver “superato” il test, ricevendo anche parecchi likes.
Tuttavia, non sono mancate le critiche e alcune donne, in segno di protesta, hanno postato le immagini delle loro ginocchia ricoperte da dispositivi dallo schermo più grande, come gli iPad.

Queste sfide, a causa del loro messaggio distorto, potrebbero avere effetti molto negativi sulle giovani più insicure. Sono sempre di più, infatti, le ragazze che, condizionate dagli standard di bellezza proposti dal web, rischiano di sviluppare problemi legati ai comportamenti alimentari, che potrebbero poi sfociare in malattie come l’anoressia e la bulimia.

Million pound towns: le città più care della Gran Bretagna (FOTO)

credits photo: iltuocaveau.it

Che Londra non sia uno dei posti più economici è un dato ormai noto. Per questo spesso, chi decide di trasferirsi per avvicinarsi alla Regina Elisabetta, opta per i quartieri periferici o per città che si trovano fuori Londra. Ci sono, però, brutte notizie. I prezzi delle case in queste località sono aumentati ed alcune hanno raggiunto anche il milione di sterline.

I nomi delle ‘million pound towns’ sono stati resi noti in una ricerca della Lloyd Bank. Si tratta di Virginia Water, Cobham e Beaconsfield, e sono le prime città, alle porte di Londra, a raggiungere il prezzo medio un milione di sterline per una casa, posizionandosi, così, tra le località più costose della Gran Bretagna.

credits photo: youtube.com
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Virginia Water, nel comune di Runnymede, Surrey, è sicuramente la più costosa delle tre. Il prezzo medio di una casa nella zona è di 1.168.992 sterline.

credits photo: gascoignes.net
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Sempre nel Surrey si trova la seconda città in classifica. Si tratta di Cobham, dove una casa costa in media 1.042.552 sterline.

credits photo: en.wikipedia.org
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Infine c’è Beaconsfield, nel Buckinghamshire, dove il prezzo medio di un immobile è di 1.003.367 sterline.

Nonostante il prezzo elevato le vendite sono tante. Infatti, nel 2015, il numero complessivo degli acquisti di immobili in queste città ha superato quello di tutti i comuni del North East, Yorkshire e Humber, East Midlands e il Galles messi insieme.

Un elemento positivo mitigato subito da uno negativo. La vendita di immobili dal valore di almeno un milione di sterline sembra risentire della crisi ed è, infatti, calata drasticamente rispetto al 2012. Un calo subito anche dalla più famosa Londra, che segue il trend e dove un dato così negativo non si registrava dal 2009.

Tuttavia è importante considerare che le vendite di queste case super-costose di Londra e dintorni hanno costituito, e continuano a costituire, ben il 66% delle vendite di tutte le case del Regno Unito.

Il nuovo ombrellone 2.0 (FOTO)

Da oggi le nostre spiagge potranno essere super tecnologiche: arriva l’ombrellone 2.0, per dare una nuova svolta all’hi-tech, anche in estate.

Si chiama “Smartbeach” ed è la startup che ha interessato anche alcuni stabilimenti balneari all’estero: due giovani marchigiani, Fabio Traini e Daniele Ascani, entrambi ingegneri, entrambi 29enni, hanno dato vita a questo interessante progetto con un budget di 15mila euro a testa di risparmi e una rete locale di aziende e istituzioni che li hanno supportati. L’invenzione è un ombrellone con presa usb e un codice da fotografare: tra le sue tante funzionalità sicuramente quella utilissima di caricare il nostro cellulare, poi l’opportunità di vedere i piatti del giorno disponibili nello stabilimento. In più, si apre e si chiude con un clic.

“Le cose che hanno avuto più successo del nostro progetto finora sono la presa usb e l’ordinazione del menu, soprattutto perché lo stabilimento non deve spendere un euro per far funzionare il tutto. Non ci aspettavamo un feedback positivo di questa portata, lo ammetto”, dice Fabio.

La bellissima startup marchigiana da quest’estate sarà presente in una ventina di strutture tra Marche, Abruzzo ed Emilia-Romagna. I primi ombrelloni “smart” sono stati montati ai Bagni Andrea di San Benedetto del Tronto, città da cui provengono i tre fondatori.

Se il sole non fa la felicità

È ufficiale: il sole non rende necessariamente felici. O almeno è questo che emerge da una recente ricerca presentata alla conferenza annuale della Royal Economic Society: lo studio in questione, infatti, smentisce la rinomata convinzione che il bel tempo faccia bene all’umore e alla salute.

La ricerca, condotta dal Dottor Franz Buscha dell’Università di Westminster, si è focalizzata sul nesso che sussisterebbe tra condizioni meteorologiche e benessere, basandosi sui dati raccolti nel Regno Unito nell’arco degli ultimi 20 anni.

Indagando se il brutto tempo possa effettivamente influire sui nostri stati d’animo, il Dottor Buscha ha constatato che non esiste nessun rapporto di causalità tra le condizioni meteorologiche quotidiane e lo stato di benessere registrato. D’altro canto, però, lo studio ha messo in evidenza un altro dato, quello relativo al rapporto tra la soddisfazione lavorativa e le giornate di sole: pare, difatti, che le persone siano meno felici di andare a lavorare quando c’è una bella giornata. E, ciononostante, l’effetto negativo non è che minimo – riferisce Buscha.

Altro particolare significativo riscontrato è stato quello che concerne il cosiddetto disordine affettivo stagionale (SAD – seasonal affective disorder in inglese), che porta le persone a sentirsi decisamente più tristi durante il periodo invernale.

Il concetto comunemente condiviso secondo cui il bel tempo stimola le persone a sentirsi meglio al livello emotivo non è supportato dalla mia ricerca – ha affermato Franz Buscha – al contrario, la popolazione inglese mostra una certa resilienza nell’avere a che fare con i cambiamenti meteorologici repentini che possono verificarsi nell’arco di una stessa giornata“.