Considerata la quantità di posti nel mondo in cui si parla l’Inglese, non è difficile che alcune differenze tra le molteplici varietà esistenti di questa lingua saltino all’occhio – o, meglio, all’orecchio. E, in particolare, nonostante tutto quello che gli USA e il Regno Unito hanno in comune, ci sono diversità tra le loro parlate a sufficienza perché un inglese o un americano possano trovarsi in difficoltà, non comprendendo esattamente quello che qualcuno proveniente dall’uno o dall’altro Paese sta cercando di dire. Fortunatamente, il Dipartimento di Stato degli Usa ha di recente pubblicato una serie di utili illustrazioni che chiariranno un po’ le idee tanto a chi parla l’Inglese come prima lingua, quanto a chi lo apprende come seconda.
Il passato imperialista e l’influenza moderna e contemporanea di entrambi, Regno Unito e USA, nel mondo intero hanno portato a un’evoluzione irreversibile della lingua inglese: essendo stato ‘esportato’, per non dire imposto, in numerosi Paesi di tutto il mondo, questo idioma ha necessariamente dovuto accettare tutte le varianti che sono emerse a seconda del popolo trovatosi nella condizione di doverlo adottare.
Osservando queste illustrazioni, persino un madrelingua inglese o americano può imparare qualcosa di nuovo: noi italiani, invece, a seconda del nostro interlocutore, sapremo con precisione a quale terminologia fare riferimento per farci comprendere. Ricordiamoci, perciò, di chiamare ‘flat‘ il nostro appartamento se stiamo parlando con un inglese o di chiedere indicazioni per la toilette a un americano definendola ‘restroom‘: sarà un atteggiamento di gran lunga più apprezzato dell’usuale risibile sforzo nell’alzare il volume della voce per farci capire – cosa che ci rende, agli occhi degli stranieri, i più provinciali sulla faccia della Terra.