Chernobyl cosa successe in Italia? Sono passati più di trent’anni e questa centrale si stagli ancora nel paesaggio ucraino come un monito.

Ma cosa accadde nel nostro Paese a seguito dell’incidente nucleare? Che danni e ripercussioni ci furono da noi?

Chernobyl: un disastro annunciato

Il 26 aprile 1986 durante l’esecuzione di un test nella locale centrale elettronucleare, nel corso di una simulazione di guasto al sistema di raffreddamento, le barre di uranio del nocciolo del reattore n° 4 si surriscaldarono fino alla sua fusione con due conseguenti esplosioni. Una catena di errori che portò a delle gravissime conseguenze.

Venne disperso nell’aria una gran quantità di pulviscolo radioattivo. Questa nube tossica partì dall’Ucraina per raggiungere l’Europa.

Inizialmente si spostava verso Polonia e Scandinavia, poi i venti la riportarono a sud sull’Europa centrale e l’Italia settentrionale.

Chernobyl cosa successe in Italia?

La nube radioattiva raggiunse l’Italia il 30 aprile 1986. I tg iniziarono ad elencare le raccomandazioni: rimanere in casa, con le finestre chiuse, di evitare di uscire ed esporsi all’aria a lungo, di non mangiare insalata o altri ortaggi di stagione. Un’ordinanza drastica fu emessa dal ministro della Sanità Costante Degan: “Divieto di vendere, per quindici giorni ‘verdure a foglia’ (insalata, spinaci, ecc.) e di somministrare il latte fresco ai bambini con meno di dieci anni di età e alle donne in stato di gravidanza”.

Le piogge contribuirono poi a riportare a terra le particelle radioattive ed a tutt’oggi non si conoscono con certezza le conseguenze sanitarie avute in Italia.

Sappiamo tuttavia che ancora oggi si trovano tracce di materiale radioattivo: nel 2014 cinghiali abbattuti nei boschi tra l’Italia e la Slovenia presentavano nell’organismo una concentrazione elevatissima di materiale radioattivo, attribuita al disastro di Chernobyl di 28 anni prima. Questa è la prova che le piogge hanno depositato negli anni pulviscolo la cui radioattività.

Il disastro nucleare è ancora attuale.