A giugno, la parlamentare tedesca Julia Reda ha proposto al parlamento europeo di estendere la libertà di panorama a tutta l’Europa. Ma cosa si intende per libertà di panorama? In poche parole, questo è il diritto a scattare e pubblicare sui social network le foto di edifici e opere d’arte – ad esempio sculture e monumenti – che si trovano in luoghi pubblici, senza infrangere con questo il diritto d’autore.
Questo diritto è presente in vari paesi dell’Europa, e ognuno di loro ha una legislazione diversa. Ecco nello specifico.
In teoria la legge italiana prevede che possano essere fotografati opere d’arte solo a scopo “di critica o di discussione”, a patto di non fare “concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera”. Si tratta di restrizioni che sono e restano in vigore fino a settant’anni dopo la morte dell’autore, e inoltre, per poter essere fotografati, servirebbe il consenso e l’autorizzazione dall’ente che li gestisce.
Ad esempio, come ha spiegato il giornalista Luca Spinelli in un’inchiesta del 2007, ad esempio, fotografare la stazione di Milano e pubblicare la foto su Wikipedia è vietato. L’inchiesta di Spinelli spinse successivamente il deputato Franco Grillini a presentare un’interrogazione parlamentare, alla quale il governo dell’Italia rispose affermando la libertà di panorama nel nostro paese, anche se non disciplinata dalla legge, riconosciuta in base al principio per il quale ciò che non è vietato da una norma deve essere considerato lecito.
Dunque: la libertà di panorama in Italia non esiste, ma le autorità, la maggior parte delle volte, lasciano correre – anche perché la correlazione tra uso commerciale e uso non commerciale, oggi come oggi, è molto sottile.
In merito, il Parlamento Europeo ha accettato la proposta di Julia Reda, anche perché richiedere un permesso ad personam per fotografare le opere d’arte sarebbe ancora più difficile nell’era in cui siamo del digitale e dei social network.
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