Ne esistono di varie forme e modelli, resistenti all’acqua, per la stimolazione del punto G, con anello vibrante, chi più ne ha più ne metta. I vibratori hanno, dal momento della loro invenzione, stimolato la curiosità delle donne e non solo.
Questi oggetti magici permettono alle donne di raggiungere l’orgasmo più velocemente e facilmente. Sono a volte raccomandati da sessuologi alle donne, che hanno difficoltà a raggiungere l’orgasmo in altri modi e vengono anche utilizzati dalle coppie per aumentare il piacere di uno o di entrambi i partner.
Nel novembre 2005, secondo la rivista Harper’s Magazine, che cita come fonte la Durex, il 46% delle donne statunitensi possedeva un vibratore. La vendita dei vibratori o di oggetti simili è illegale in alcuni stati nella parte meridionale degli Stati Uniti d’America, ma molti negozi li vendono ugualmente a patto che l’acquirente firmi una liberatoria dove afferma di usare l’oggetto solo per scopi educativi.
Ma tutti noi ci chiediamo da dove sia venuta fuori questo elettromassaggiatore portatile, nome scelto per il bizzarro aggeggio. Tutto nacque nello studio di un medico inglese Joseph Mortimer Granville, che lo ideò inizialmente per curare disturbi nervosi negli uomini. Da qui, l’oggetto si trasforma in generoso guaritore delle isteriche donne londinesi.
Il termine “Isteria” viene dal greco Hysteron, utero. Infatti, secondo una concezione che trova radici nella medicina dell’antica Grecia, i sintomi di questo tipo erano legati a uno spostamento dell’utero stesso. Per Ippocrate il miglior rimedio era il matrimonio.
Nell’Inghilterra vittoriana, perbenista e conservatrice, il fenomeno raggiunge proporzioni preoccupanti, interessando il 75% della popolazione femminile. L’unico rimedio efficace era il “massaggio pelvico“, con lo scopo di far raggiungere alla paziente il “parossismo isterico”, definizione di orgasmo nell’epoca vittoriana, dopo il quale ella appariva calma e serena. Una pratica lunga e stancante che, a causa dell’abbondanza delle pazienti, poteva causare dolori alle mani e ai polsi di chi eseguiva il trattamento
Per far fronte al problema, in Francia, nel 1734, era stato inventato il “tremoussoir”, il primo oggetto vibrante per la stimolazione clitoridea, dotato di un meccanismo a molla, che risultava poco pratico. Solo nel 1869 si ebbe una svolta con il fisico statunitense George Taylor che inventò il “manipulator”, il vibratore a vapore: un tavolo a cui era collegata una sfera che esercitava stimolazione del clitoride avviata da un meccanismo a vapore.
In questo modo la cura risultava più facile e meno stancante per i medici. L’Inghilterra vittoriana non si scandalizzava, in quanto tutto si esauriva in ambito medico, rientrando in scopi puramente curativi, perché era considerato impossibile che la donna potesse raggiungere piacere senza un vero rapporto.
Solo negli anni ottanta Joseph Mortimer Granville inventò il “Granville’s Hammer“, il martello di Granville: il primo vibratore elettrico, nato per trattare, grazie al suo movimento stimolante, i dolori di origine nervosa e muscolare degli uomini. Essendo meno ingombrante e più maneggevole ebbe un successo immediato presso gli ambulatori medici che cominciarono a usarlo per curare l’isteria femminile, facendo ciò che oggi conosciamo come masturbazione, che a quel tempo vedevano come una pratica lontana dal sesso.
Il film del 2011 Hysteria, racconta in versione romanzata, la nascita dell’oggetto del piacere, in cui in una abbottonatissima Inghilterra conservatrice, comincia a serpeggiare il desiderio rosa dell’emancipazione sessuale nelle donne, che capirono al volo le potenzialità di “mister tremarello”, acquistandolo come elettrodomestico casalingo per la ricerca della gioia.
Il successo commerciale arrivò nel 1902, quando l’azienda statunitense “Hamilton Beach”, pubblicizzò il “massaggiatore”, utile per sciogliere la tensione di donne e uomini. L’oggetto entra in questo modo nelle case di tutti al pari di un normale elettrodomestico, piazzandosi al quinto posto tra gli elettrodomestici più venduti.
Le pubblicità lo descrivono come “delizioso compagno” in grado di “far vibrare il piacere della gioventù” in ogni donna. Negli anni Venti i vibratori cominciarono a essere usati nell’industria pornografica e a essere pubblicamente associati a pratiche sessuali, quindi diventò impossibile, per la moralità dell’epoca, continuare a pubblicizzarli come strumenti medici. L’oggetto che conosciamo noi come vibratore nasce negli anni Sessanta, in pieno periodo di rivoluzione sessuale: è del 1968 il brevetto del primo vibratore senza fili.
Forse basterebbe educare la popolazione di Marte a rapportarsi in maniera più attenta e generosa al gentil sesso, a cominciare dall’ascoltarne le esigenze, di qualunque natura esse siano. Come dice il detto: Uomo avvisato, mezzo salvato.