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Quando la tecnologia diventa una vera e propria ossessione è il momento di staccare la spina e riprendere in mano la propria vita, quella reale. Siamo circondati da oggetti tecnologici di ultima generazione: orologi che funzionano come cellulari, telefoni che funzionano come computer e quant’altro. Ma arriva un certo punti in cui bisogna pensare se è veramente necessario avere tutta questa tecnologia a portata di mano e se gli oggetti che usiamo maggiormente sono davvero indispensabili nella nostra quotidianità o in determinate occasioni – quante volte ci capita, durante un pranzo o una cena con gli amici, di prendere il telefono in mano e scorrere lo schermo senza fare, realmente, niente. In questo modo ci isoliamo, facendo anche una pessima figura.

Non si parla di coloro che lavorano utilizzando questi oggetti, ma più in generale di noi comuni mortali che non facciamo altro che controllare, ogni 5 minuti, la email oppure i social network, come Facebook o Instagram; fotografare i cibi prima di mangiarli per postarli su Internet; far sapere a tutti, stando connessi molte ore al giorno, cosa ne pensiamo di quel film piuttosto che di quel libro; dormire con lo smartphone vicino. Oppure, per esempio, la prima cosa che facciamo, appena ci svegliamo la mattina, è controllare il telefono o i messaggi di posta elettronica: sbagliamo, perché tutto questo è una vera e propria dipendenza.

La digital detox nasce dal bisogno di liberarsi nel vero senso della parola da queste ossessioni tecnologiche e dall’uso sproporzionato dei social network e, più in generale, di Internet. I metodi sono quelli che, quasi sicuramente, erano soliti utilizzare, durante il tempo libero, i nostri genitori quando ancora tutta questa tecnologia non esisteva: leggere, fare attività fisica, guardare il panorama, meditare. Insomma, fare ciò che ci piace a patto che non si usi il telefono o il computer. Un consiglio per riposare meglio la notte è spegnere il PC un’ora prima di coricarsi.

Non si deve, ovviamente, non avere più niente a che a fare con la tecnologia, ma, magari usarla solamnete per due ore al giorno, in modo da non eccedere.
Un’altra idea davvero originale è stata portata avanti da Ted Wiles, designer inglese, il quale ha progettato un fazzoletto di seta, chiamato Shield, che messo intorno al cellulare riesce a disconnetterlo da tutte le comunicazioni di rete. Questo grandioso oggetto, tanto semplice quanto utile, è stato presentato in occasione del Design Week, a Milano.