Quest’anno non poteva iniziare meglio, un bell’esordio: La custode dei peccati di Megan Campisi.

Perchè proprio questo libro? Perchè tratta un argomento di cui non sapevo nulla.

Vi dicono qualcosa “le mangiapeccati”? Probabilmente no.

Eppure sono esistite davvero.

Pare che fosse una figura diffusa in alcune parti dell’Inghilterra e della Scozia, fino alla fine del XIX o all’inizio del XX secolo. Ma in realtà non se ne conosce l’origine.

Questo libro racconta, in modo romanzato, chi erano le mangiapeccati.

Pronti?

La custode dei peccati: storia di May

May è solo una bambina quando vede per la prima volta una mangiapeccati e non sa che sta guardando il suo destino.

Persi entrambi i genitori, ruba del pane per fame ma viene presa.

Buttata in carcere, aspetta una condanna che non arriva finché un giorno il giudice non decide cosa ne sarà di lei: una custode dei peccati.

A May viene fatto indossare un collare con una S (per sin, peccato) e sempre con la S le viene marchiata la lingua.

May torna verso casa ma si rende conto che nulla è più come prima: lei è maledetta. Non può parlare, non può toccare nessuno e nessuno vuole avere a che fare con lei.

Decide quindi di andare a cercare l’altra mangiapeccati, che però si rivela molto scostante e ruvida. Insieme lavorano, ovvero mangiano i peccati delle persone.

Quando qualcuno sta per morire, veniva chiamata la mangiapeccati che si faceva dire i peccati e poi elencava i cibi corrispondenti. Morta la persona, i cibi venivano preparati e la mangiapeccati doveva consumarli sopra la bara.

May e l’altra mamgiapeccati vengono convocate un giorno a corte, qui ha inizio l’intrigo… Bugie, assassini e rituali di stregoneria.

Come farà May a salvarsi?

La custode dei peccati: recensione

La custode dei peccati è assolutamente avvincente. Interessante il contesto storico e come viene descritta questa figura, la mangiapeccati, di cui ancora in molti non conosco l’esistenza.

Il punto di vista del romanzo è quello di May, un’orfana di bassa estrazione sociale, che racconta ciò che vede e ciò che le accade.

La protagonista è analfabeta, è sola eppure sa che non può mentire e che la giustizia viene prima di ogni cosa. Durante la sue giornate, May matura, acquisisce una nuova forza ed una nuova consapevolezza.

May incarna la solitudine, l’emarginazione, l’indifferenza e capisce che però essere invisibili a volte è un vantaggio.

In tutto ciò si snoda un piccolo giallo: cos’è successo a palazzo? Perchè appaiono cibi sulle bare che non corrispondono ai peccati?

E’ una lettura molto scorrevole, narrata in modo fluido e piacevole.

L’avete letto? Cosa ne pensate?