Più salute, meno malattie e, di conseguenza, meno morti. È questa la stima di uno studio della Oxford University, davvero rivoluzionario per la ricerca scientifica in campo medico: grazie alle nuove abitudini alimentari previste dalla dieta cosiddetta “vegana” potremmo arrivare a circa 8 milioni di morti in meno, in ottica futura, nel 2050. Il cambiamento, però, non riguarda solo il livello demografico. Vantaggi, infatti, ci sono anche a livello economico, ambientale e di salute.
Lo studio inglese è stato pubblicato sul Pnas – una rivista scientifica statunitense, organo ufficiale della United States National Academy of Sciences.
La nuova dieta vegana, che più di una volta in passato ha portato polemiche e discussioni tra coloro i quali la sostengono e la seguono e chi, invece, non la condivide, porterebbe molti vantaggi: uno fra tanti il grande progresso e il miglioramento in termini di vite salvate, soprattutto per quanto riguarda la riduzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori e delle patologie legate all’obesità. Nota di merito anche per la dieta vegetariana, che salverebbe circa 7,4 milioni di vite. Queste due diete, inoltre, permetterebbero anche una maggiore riduzione delle emissioni, del 63% per la dieta vegetariana e del 70% per la vegana. E i benefici economici per i sistemi sanitari si aggirerebbero intorno ai 700/1000 miliardi di dollari risparmiati l’anno.
Fonte: Repubblica ambiente