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Quando si inizia l’università si è sempre entusiasti, speranzosi e pieni di allegria . Ben pochi immaginano veramente a cosa vanno incontro. La verità è che, oltre ad aumentare la nostra conoscenza e a dare, si spera, possibilità per un futuro migliore, quando ci si iscrive ad un corso universitario si ottiene l’effetto domino. L’immatricolazione è solo la prima tessera che poi farà crollare, in seguito ad una serie disastrosa di eventi, il nostro stile di vita.

Esagerazioni ed ironia a parte, è proprio un’indagine svolta dai ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità a dimostrare che gli studenti e le studentesse d’Italia hanno uno stile di vita poco salutare. La ricerca, pubblicata sugli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità, ha visto partecipi ben 8516 studenti, tra i 18 e i 30 anni, di 10 università diverse.

Veniamo ai numeri. In primo piano appaiono le cattive abitudini alimentari: 4 su 10 mangiano frutta in modo adeguato e solo 2 su 10 seguono le raccomandazioni nazionali per il consumo di verdura. L’11,3% consuma, poi, quantità davvero eccessive di caffeina, che da alleata diventa nemica. Troppi gli studenti che fanno una vita sedentaria, 3 su 10, per la maggior parte donne, e troppi anche quelli che cedono spesso alle tentazioni del tabacco (24%) e dell’alcol (42%). Un 2% degli studenti universitari ha anche ammesso di aver fatto uso di cocaina, mentre sono il 40% quelli che hanno fumato uno spinello almeno una volta. Poca l’attenzione alla salute riproduttiva, con visite dal ginecologo ridotte al minimo, e altissimo il rischio di abuso e di dipendenza da tecnologia.

Insomma, un quadro veramente disastroso ma che serve, secondo Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, per programmare una migliore prevenzione. Per i ricercatori basterebbe poco per migliorare la situazione: sostituire gli snack ipercalorici dei distributori automatici con porzioni di frutta e verdura, incrementare le strutture sportive nei campus, corsi di educazione all’uso delle tecnologie e sportelli di counseling dentro gli atenei.