Un buongiorno a tutti voi cari lettori, come state?Che state leggendo di bello?Io principalmente sto leggendo “Madre del riso” di cui prossimamente vi parlerò e che vi anticipo è veramente bello.

Poi da quando ho il lettore ebook mi sbizzarrisco leggendo di tutto e di più!

Ma oggi parliamo di un libro diverso, un “capolavoro minore” così viene definito nella prefazione, non per la sua brevità s’intende ma perché appare un piccolo libro senza importanza, quasi non si nota eppure fa riflettere molto.

Si tratta di un libro che solitamente si fa leggere ai ragazzi a scuola.

L’amico ritrovato: il libro

La prima volta che l’ho avuto fra le mani è stato quando frequentavo le scuole medie e ce lo diedero come compito, dovevamo leggerne un’ora al giorno in classe (misura preventiva per essere sicuri che effettivamente lo leggessimo) premura sprecata perché io la notte stessa l’avevo già finito. Lo divorai letteralmente. Ma la mattina che ne aprii le pagine per la prima volta era veramente una mattina come quella descritta dal protagonista: cupa, uggiosa, fredda, con file di banchi davanti a lui ad ognuno il quale sedeva un ragazzo che come al pari di lui si annoiava e non vedeva l’ora che finisse la tortura. Il professore guarda la classe con un’aria vagamente rassegnata, il ritratto esatto della scena che stavo vedendo. Ho cominciato a leggerne le prime righe e controvoglia poi l’ho riposto riprendendolo il pomeriggio per terminarlo a notte fonda.

La storia di per sé è relativamente semplice, corre il 1933 ed in un vecchio liceo della Germania Hans Schwarz, figlio di un dottore ebreo sta seguendo la lezione come in un giorno qualsiasi quando entra in classe un nuovo studente, non uno qualsiasi: Hohenfels Konradin, l’illustre rampollo di una famosa e nobile famiglia.

Ma non è ciò ad attirare Hans, contrariamente agli altri, bensì il suo modo di fare, quel non si sa che lo distingue dalla massa. Konradin è raffinato, educato, sembra avere interessi simili ai suoi.

E Hans decide che lui diverrà suo amico. Il personaggio di Hans ha un’idea molto romantica dell’amicizia, infarcita di ideali ed è un ragazzo che sembra molto maturo per la sua età ma alla fine neanche tanto.

Konradin sembra gradire la sua amicizia ed è decisamente molto più adulto di Hans. I due ragazzi cominciano a conoscersi, a frequentarsi, scoprono di avere molte cose in comune ed Hans fa qualcosa che non aveva mai fatto, porta l’amico a casa, non proprio però con l’intenzione di presentarlo ai suoi. Tuttavia accade e suo padre, il mito di Hans, si ridicolizza davanti al giovane conte sottolineando la differenza di rango fra loro.

In ogni caso la loro amicizia va avanti fanno delle bellissime gite insieme nella foresta nera, recitano poesie, spettegolano di ragazze, discutono di religione, ma in tutto ciò c’è un neo…i giorni passano e Konradin non sembra intenzionato a portare a casa l’amico per presentargli i suoi o in ogni caso per mostrargli la casa. Succede invece però che Konradin lo invita a casa inaspettatamente ma solo quando i suoi genitori non sono presenti.

Hans non riesce a spiegarselo ma in lui comincia ad insinuarsi un dubbio.

Una sera Hans va a teatro e nel foyer incontra la famiglia Hoenfels con il suo giovane amico che saluta tutti tranne lui, fingendo di non riconoscerlo.

Hans è al limite mette alle strette l’amico e questo gli confessa il suo segreto…

L’amico ritrovato: Chi è Fred Uhlman?

Un romanzo talmente delicato e profondo che non sembra una lettura per ragazzi. Se vole comprendere il vero significato del valore dell’amicizia, non lasciatevelo sfuggire. E’ inoltre molto scorrevole e gradevole perciò vi richiede poche ore.


Chi è Fred Uhlman?

(Stoccarda 1901 – Londra 1985).

E’ stato uno scrittore di professione, ed era anche pittore ed avvocato. Si stabilì a Londra quando vennero emesse le leggi antisemite contro gli ebrei.

A settant’anni pubblicò “L’amico ritrovato (1971) ”, primo romanzo di una “trilogia del ritorno”, cui seguirono “Niente resurrezioni per favore” e “Un’anima non vile”, entrambi pubblicati nel 1979. L’esperienza della guerra e l’impegno personale dello scrittore nell’aiutare gli ebrei espatriati ispirano la vicenda del primo e più celebre romanzo, che ruota attorno all’amicizia fra un ragazzo ebreo e un ragazzo tedesco narrando la loro crescita spirituale.