Credits photo: www.panorama.it

Ritardare l’orario di inizio a lavoro la mattina, aiuta a dormire meglio e di più: è quanto abbiamo sempre sognato, ogni mattina, sin da quando eravamo bambini ma a dirlo stavolta sono alcuni ricercatori della scuola di medicina dell’Università del Pennsylvania. Basner e la sua équipe hanno infatti dimostrato che il lavoratore o studente approfitta di ogni ora di ritardo, concessa a lavoro o scuola, per dormire 20 minuti in più e meglio.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Sleep, è partito da una ricerca, riportata nell’American Time Use Surveys, che aveva precedentemente analizzato e le abitudini di sonno notturno di 124.517 cittadini statunitensi, nel periodo che andava dal 2003 al 2011. Il maggiore esponente, Dr. Mathias Basner, insieme ai suoi colleghi, ha quindi deciso di mettere in correlazione i risultati di questa prima indagine con l’orario di inizio delle attività a lavoro o a scuola.

Ciò che ne è emerso è che chi doveva trovarsi sul posto di lavoro prima delle 6 del mattino, non dormiva più di 6 ore, mentre se le attività di educazione o lavoro erano programmate tra le 9 o le 10, ogni soggetto dormiva mediamente almeno 7:29 ore: si aggiungevano così circa 20 minuti a letto per ogni ora di ritardo di inizio dell’attività educativa o lavorativa.

In secondo luogo, si è provato che coloro che erano abituati dormire meno, lavoravano in media di più dei colleghi: all’incirca 1.55 ore in più nel corso di giorni settimanali e 1.86 ore in più nei fine settimana o durante i periodi festivi.

Ma questo non è tutto: gli short sleepers infatti, non solo erano i primi ad uscire di casa la mattina, ma anche gli ultimi a rientrare, soprattutto perché molti di loro erano pendolari.
Questo discorso valeva soprattutto per le persone che avevano più lavori e che quindi nel 61% dei casi dormivano meno di sei ore.

Gli scienziati dunque, insieme a Basner, professore del sonno e della cronobiologia in psichiatria nell’università del Pennsilvania, fatto un quadro della situazione, hanno proposto la loro soluzione: maggiore flessibilità per l’orario di inizio a lavoro o a scuola la mattina, in modo da recuperare le ore di sonno perdute, migliorarne la qualità e impedire che un unico soggetto si dedichi a più impieghi contemporaneamente.

È utile perciò ricordare che dormire non è solo un abitudine ma un modo per concedere a noi stessi un meritato riposo fisico, mentale ed emotivo, indispensabile per riprendere con vigore la nostra vita il mattino seguente – così come affermato anche, in altri termini, dal Dr.Timothy Morgenthaler, presidente dell’Accademia Americana del sonno.

Nel concreto, dormire 7-9 ore per notte ridurrebbe infatti, il rischio d’ansia e, secondo l’Accademia Americana del Sonno, aiuterebbe a mantenere un’ottima salute, produttività e vigilanza mattutina.