Due cose sono certe in questa vita: la morte e le originalissime osservazioni fatte dalle tele bianche ai tatuati.
Sì, perché ormai i tatuaggi sono storia di tutti i giorni, così come le domande e le riflessioni della minima percentuale della popolazione che invece non ne ha.
Che poi perché non ve ne fate uno piccolo, così almeno potrete rispondere da soli alla domanda più gettonata:
1. Ha fatto male?
Ma voi come lo quantificate il male, per l’esattezza? C’è una scala tipo quella Richter?
Ma soprattutto, cambia il risultato? È un’informazione che fa la differenza?
La domanda di per sé non è nemmeno così fuori da ogni schema, ma è chiaro che dipenda anche dal punto in cui è stato fatto. Più semplicemente lo concepisco solo per tatuaggi all’interno del bulbo oculare, in bocca, sui palmi delle mani e sotto i piedi, in quelle zone è lecito chiederlo, ma giusto per curiosità.
2. Ma va via?
Storie di vita vissuta, una cosa come una settimana fa. I più furbi ancora non si capacitano che no, non è un trasferello, non va via e non si toglie con il sapone se sfrego forte.
3. Ti voglio vedere a una certa età
Sempre se ci arriviamo. Anche questa fa parte delle cose di cui le persone senza tatuaggi non si capacitano: un giorno non molto lontano saremo tutti così. Che vi piaccia o meno, noi in ogni caso ci piaceremo tantissimo come all’inizio.
4. Ti hanno fatto l’anestesia per fartelo?
Sì ma, visto che sono una donna, a me hanno dato un sedativo per cavalli. Quando mi sono svegliata mancavano all’appello anche fegato e reni, ma hanno detto che dipende dalla pelle.
5. Ha un significato? Se sì, quale?
Oh, cielo. Ma le maestre all’asilo non vi hanno insegnato a dar sfogo alla fantasia? Sbizzarritevi, perché tanto non ve lo diremo.
6. Li porti dispari, giusto?
Sì, ovviamente. Poi cerco di non rompere gli specchi per paura dei famosissimi 7 anni si sfortuna perché mi hanno talmente abituato i miei 24, che 7 mi sembrano pochi.
Ovviamente se passa un gatto nero per strada, faccio manovra in contromano e torno indietro e guai a passare sotto le scale.
7. Perché non lo colori?
Perché non riconosco i colori. Sono daltonica e non me ne faccio niente.
Il corpo è mio e decido io, anche se risponderti o meno.
8. A me piacciono i tatuaggi, ma solo sugli altri
Come quelli a cui piacciono i bambini patatini, ma solo quelli degli altri. In buona sostanza non ti piacciono, fidati di me, in caso contrario non ci sarebbero condizioni.
9. Sono un eterno indeciso
La categoria peggiore: quelli che ti fanno l’elenco di tutti i tatuaggi che vorrebbero fare ma che non faranno mai perché sono indecisi e vivono nella paura del pentimento. Posso solo immaginare come stabiliscano cosa fare e non fare nel corso di tutta la loro esistenza. E se poi te ne penti? Che angoscia.
Chi vi ha chiesto niente, comunque.
10. Se dovessi farne uno, lo farei in un punto in cui non si vede, così non mi stuferei. A te non stufano?
Ecco, questa è la classe che proprio non capisco. Ma perché dovrei fare un tatuaggio per non vederlo? Cosa lo faccio a fare? Potrei limitarmi ad immaginarmelo e sarebbe meno “doloroso” e dispendioso. Io mi tatuo perché mi piace vedere tutti i giorni cosa ho scelto per me, e lo voglio vedere a tutti i costi!